Giorno: 26 Novembre 2012

Scuola: Ghizzoni, su orario insegnanti azione di civiltà del Parlamento

Non serve “gradualità”, ma inversione di tendenza e un moto d’orgoglio. “L’abrogazione della norma sull’aumento di sei ore dell’orario di lezione frontale per gli insegnanti non è stata la difesa di un corporativismo, ma una azione di civiltà rivolta verso un provvedimento che avrebbe avuto ricadute peggiorative sulla qualità della didattica e sui livelli di apprendimento degli studenti e sui livelli occupazionali. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, replicando al premier Monti – Il nostro sistema di istruzione ha assoluta necessità di innovazione, a partire dalle politiche economiche che la riguardano: dopo anni di tagli alla scuola, all’università, al diritto allo studio e, più in generale, alla cultura, è necessario abbandonare politiche di stampo ragionieristico per compiere una inversione di rotta. Anche il governo Monti, avanzando la richiesta di un “contributo di generosità”, ha cercato di percorrere la stessa strada: la proposta di aumentare l’orario di lezione a parità di salario nulla aveva di innovativo e dimostrava scarsa considerazione e conoscenza della scuola. È stato …

“La prova dei vincitori”, di Pietro Spataro

E’ stata una bella giornata, uno squarcio di luce nella confusa condizione dell’Italia. Quei quattro milioni in fila per votare sono l’immagine di un Paese che vuole rimettersi in cammino. Il dato che ci consegnano i primi risultati era quello che molti avevano previsto: si andrà al ballottaggio e, con molta probabilità, sarà un ballottaggio combattuto Bersani è in testa, Renzi è distanziato di otto-dieci punti. Al di sotto delle aspettative il risultato di Vendola. È lo specchio di un confronto vero che ha mobilitato i cittadini, senza alcun paracadute per nessuno. Un motivo di soddisfazione per il leader Pd che ha messo in gioco la sua leadership e in questo modo ha dato al centrosinistra una spinta formidabile. Il sindaco di Firenze incassa un buon risultato, probabilmente premiato – oltre che dalla combattività che lo ha reso forte in alcune zone rosse, come la Toscana- anche da un’altissima affluenza che deve aver superato i confini del centrosinistra e toccato altre corde. Nei giorni che ci separano dal ballottaggio queste due idee del riformismo e …

“Basta violenze. Il mondo chiede scusa alle donne”, di Riccardo Valdes

Basta con la violenza sulle donne. L’appello viene dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, nel giorno in cui si è celebrata la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Il numero uno di Palazzo di Vetro si è rivolto ai governi di tutto il mondo chiedendo loro di mantenere le promesse fatte per mettere fine a tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze. «Sollecito tutte le persone ha detto a sostenere questo importante obiettivo». L’appello di Ban Ki-moon è preliminare all’appuntamento del prossimo marzo, quando si riunirà la Commissione delle Nazioni Unite sullo stato delle donne, che per l’appunto concentrerà i propri sforzi sulla prevenzione ed eliminazione della violenza sulle donne. Ieri, alla vigilia della Giornata Internazionale, il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha ricordato che «l’impegno per contrastare tutte le forme di violenza che continuano a colpire milioni di donne nel mondo è una priorità assoluta dell’azione internazionale dell’Italia». Una giornata planetaria, che in nel nostro Paese è stata celebrata attraverso flash-mob, incontri, mobilitazioni di ogni tipo, …

Appello editori e giornalisti al Parlamento: «Pessima legge ritiratela», di Natalia Lombardo

Hanno lanciato un appello congiunto contro il disegno di legge sulla diffamazione, la Federazione nazionale della Stampa e la Federazione degli Editori. Un «appello estremo al Parlamento e alle forze politiche perché si evitino, finché si è in tempo, soluzioni finali inappropriate». E si ritiri la legge «monstre» che oggi potrebbe essere votata nell’aula del Senato. Lo sciopero dei giornalisti è stato solo rinviato, ma la mobilitazione non si ferma e stasera i giornalisti protesteranno in un presidio-fiaccolata in piazza del Pantheon, dalle 19 alle 21. E oggi scadono i 30 giorni di sospensione per l’esecuzione della condanna per diffamazione a 14 mesi di reclusione per Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, il quale ha dichiarato di non voler usufruire delle pene sostitutive e di voler andare a San Vittore. L’appello «Dignità delle persone, diritto d’informare», inizia così: in occasione della discussione al Senato del ddl sulla diffamazione a mezzo stampa «la Fieg e la Fnsi si uniscono nel rinnovare al Parlamento e a tutte le forze politiche l’appello a non introdurre nel nostro ordinamento limitazioni …

“L’assurdità delle ricongiunzioni previdenziali”, di Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi

Dopo la votazione della legge di stabilità alla Camera che ha consentito di fare un passo avanti, anche se non risolutivo, sul tema dei lavoratori rimasti senza reddito a causa della riforma delle pensioni, la nostra battaglia sulla previdenza deve continuare. Tra gli argomenti che vanno tenuti in evidenza, quello delle ricongiunzioni dei contributi per poter avere un’unica pensione, è più che mai all’ordine del giorno. Il problema nasce da un vero e proprio errore compiuto nel 2010, al tempo del governo Berlusconi. Occorre una breve spiegazione: nel 2009 è stata innalzata l’età pensionabile di vecchiaia delle donne del pubblico impiego a 65 anni lasciando inalterata a 60 anni l’età di pensionamento delle lavoratrici dei settori privati. Per impedire che, attraverso la ricongiunzione gratuita dei contributi, le donne iscritte all’Inpdap potessero trasferire i contributi all’Inps utilizzando in questo modo la possibilità di andare in pensione in modo anticipato, il governo varò una norma restrittiva. Si tratta dell’articolo 12 della legge 122 del 2010 che ha abrogato: tutte le norme che consentivano la costituzione della posizione …

“Violenza sulle Donne: l’ipocrisia delle parole”, di Paolo Di Stefano

Il risalto dato dall’informazione alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne non è riuscito a dissipare un vago senso di ipocrisia. Il messaggio era chiaro e nobilissimo ma, diciamo la verità, l’uomo rimane padrone anche nelle nostre parole. Diciamo la verità. Il (giusto) risalto dato dai giornali, dalle televisioni e dal web alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si è celebrata ieri con manifestazioni ovunque, non è riuscito a dissipare un vago senso di ipocrisia. Il messaggio era chiaro e nobilissimo: è infame che un numero enorme di donne, giovani o adulte, italiane o straniere, vengano uccise, torturate, malmenate dagli uomini, spesso compagni, mariti, fidanzati, amanti, ex amanti respinti, padri, fratelli. «Femminicidio» è la parola coniata per definire un crimine diffusissimo che un tempo non aveva neanche un nome (un vocabolo talmente nuovo che ancora oggi viene segnalato da Word con una sottolineatura rossa). Dunque, perché ipocrisia? Perché passato il 25 novembre, la cultura e le parole che esprimono le violenze perpetrate dagli uomini sulle donne rimarranno quelle di sempre. L’omicidio …

«Tecnicamente la scuola fallisce» Intervista a Benedetto Vertecchi

Questo sistema educativo produce frantumazione sociale, prevale una logica aziendale che ci riporta indietro di decenni». Il professor Benedetto Vertecchi, come qualunque autorità della pedagogia sperimentale dotata di una prospettiva storica non sclerotizzata sul presente – insegna all’Università Roma Tre – è sempre «contento» quando gli studenti protestano. «Ma se manca la politica, non si va da nessuna parte».Il suo è un giudizio sul governo Monti? Semplice. La Gelmini non aveva la più pallida idea di cosa fosse la scuola, e il ministro Profumo, che una certa idea dovrebbe averla visto che si spaccia per un «tecnico» e ha fatto pure il professore, dimostra di non sapere cosa significa sviluppare un sistema scolastico che è sull’orlo del fallimento. Al massimo si limita a bombardarci di luoghi comuni. Quali? Spacciano la tecnologia come fosse la palingenesi della scuola, per esempio. Mentre altri paesi si stanno interrogando sull’invasività di internet nella vita dei ragazzi, ad uso e consumo delle grandi aziende, noi enfatizziamo un uso delle tecnologie che non ha niente a che vedere con la cultura. …