Mese: Novembre 2012

“La fine dell’ambiguità” di Bernardo Valli

UNA mano saggia ha riacciuffato, all’ultimo minuto, i responsabili della politica estera italiana sul punto di commettere un errore, dovuto a un antico, inguaribile vizio: l’ambiguità. Ambigua sarebbe stata infatti l’astensione all’ Assemblea generale dell’Onu. DOVE era all’ordine del giorno la mozione palestinese. L’astensione era stata decisa, sia pure tra mille esitazioni, e comunque data per quasi certa alla Farnesina, fino alla vigilia del voto. Prima di diventare definitiva la decisione è per fortuna rimbalzata da un palazzo romano all’altro: e a conclusione del percorso l’astensione si è trasformata in un dignitoso «sì » alla richiesta di promuovere la Palestina da semplice osservatore a Stato osservatore, presso le Nazioni Unite. Non pochi diplomatici attribuiscono la salutare correzione al Quirinale. La prima osservazione è che in questa occasione il voto di un Paese rispettabile, che non fa della furbizia la sua arma principale, non poteva che essere chiaro, netto: « Sì » oppure «No». L’astensione era consentita a un Paese come la Germania, che ha tragici problemi storici con lo Stato ebraico, e che quindi doveva …

“Stop ai sequestri incompatibili con l’Aia. Oggi il via libera al decreto”, di Raffaella Cascioli

Ci sarà ancora la siderurgia nel futuro industriale d’Italia. Con un decreto legge che sarà approvato oggi in consiglio dei ministri e che è stato annunciato ieri dal premier Mario Monti al tavolo con enti locali e parti sociali, il governo mette i paletti necessari per far ripartire l’Ilva: un garante per vigilare sull’attuazione del provvedimento e la contemporanea perdita di efficacia dei provvedimenti di sequestro incompatibili con l’attuazione dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per due anni. Il decreto, la cui bozza è stata sottoposta ieri dal governo a tutti i soggetti interessati (la foto del tavolo è stata twittata dall’esecutivo), consentirà di fatto l’avvio della bonifica ambientale a carico dell’azienda individuando la figura del garante che si avvarrà dell’Ispra (Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale) e sentirà un comitato di lavoratori dello stabilimento di Taranto, in cui sono rappresentate tutte le aree produttive. Il provvedimento consentirà «il rafforzamento delle garanzie di realizzazione dei principi dell’Aia e la terzietà del meccanismo di controllo». Il governo è partito dalla considerazione che è prioritaria la …

Faenza – Iniziativa sulla scuola

A Faenza, presso la sala Malmerendi via Medaglie d’Oro 51, è organizzato dal Coordinamento dei Presidenti dei Consigli d’Istituto e di circolo un incontro- dibattito per dare voce agli studenti, per avere la possibilità di essere ascoltati e di discutere con il mondo politico per cercare di riavvicinarli ad un impegno sociale. Il dibattito sarà imperniato sulle problematiche scolastiche di cui si lamentano gli studenti delle secondarie superiori mancanza di fondi, la riforma gelmini e i danni che ha procurato.

“Ricongiunzioni onerose, cambiamo così”, di Tito Boeri

È tempo di porre fine a una grave ingiustizia, quella delle cosiddette “ricongiunzioni onerose”. Ci riferiamo ai costi altissimi (in taluni casi si superano i 300.000 euro) imposti a chi vuole mettere insieme contributi versati a enti diversi (ad esempio Inps e Inpdap), come se fossero stati versati ad un unico fondo, ai fini del calcolo della propria pensione. Si tratta di una norma, bene sottolinearlo, sulla quale il presente governo non ha alcuna responsabilità. Fu infatti introdotta di soppiatto da Giulio Tremonti per ridurre il ricorso alle pensioni di anzianità, con un accorgimento opaco quanto odioso: il ricongiungimento avrebbe infatti permesso a molti lavoratori, soprattutto nell’ambito del sistema a quote precedente la riforma Fornero, di andare in pensione prima. Invece di intervenire sulle pensioni di anzianità, il ministro Tremonti aveva ritenuto di rendere oltremodo costoso il ricongiungimento, venendo così a colpire tutti i lavoratori che hanno carriere discontinue. Particolarmente colpite le donne che subiscono frequenti interruzioni di carriera in corrispondenza dei periodi di maternità. Si tratta di una grave in- giustizia perché introduce una …

“L’imprenditore e l’ex prefetto”, di Sergio Rizzo

Sono tante le ragioni per cui Fabio Riva deve consegnarsi immediatamente alla giustizia. Ma la prima è il rispetto di un principio fondamentale del vivere civile troppo spesso considerato un optional: la legalità. La sua azienda attraversa il momento più difficile della propria storia. Al punto che la stessa esistenza dell’Ilva di Taranto viene messa in discussione, con il rischio della desertificazione industriale di una delle poche aree del Sud dov’è presente la grande impresa. Il passaggio è delicatissimo, visto che si tratta di conciliare l’imprescindibile tutela della salute con la difesa di migliaia di posti di lavoro: un’emergenza sociale, che spinge il governo a prendere un provvedimento senza precedenti come un decreto legge per impedire (trombe d’aria a parte) la serrata degli impianti. Le accuse sono pesantissime. I magistrati arrivano a parlare di «infiltrazione e manipolazione delle istituzioni da parte dei vertici Ilva» per ottenere autorizzazioni ambientali compiacenti. Fatti che vanno accertati al più presto, disinnescando quella bomba sociale che rischia di esplodere dopo la decisione di chiudere gli stabilimenti, contestuale all’ultima iniziativa della …

“Ascoltiamo gli insegnanti”, di Claudio Giunta

Un’aula scolastica o universitaria di oggi assomiglia ben poco a un’aula scolastica o universitaria di mezzo secolo fa: sono diversi i numeri, gli abiti, i volti, la proporzione tra i sessi, la composizione sociale, le relazioni tra studenti e professori. Ora, a fronte di questa rivoluzione culturale, l’insegnamento scolastico e universitario non è cambiato molto, sia che si guardi alle sue forme (i modi attraverso i quali il sapere viene comunicato) sia che si guardi alla sua sostanza (le cose che si insegnano). Questo conservatorismo di fondo è, a mio avviso, del tutto legittimo, posto che il primo compito della scuola e dell’università è comunicare ai giovani il sapere accumulato. Tuttavia, dire che i giovani devono essere messi di fronte a quanto di meglio la loro civiltà, o la civiltà umana tout court ha prodotto nei secoli passati è una formula ambigua, dal momento che ogni corpus di conoscenze presuppone una selezione, e che questa selezione non può compiersi una volta per tutte ma richiede ogni volta di essere rinnovata e giustificata. Di qui, insomma, …