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“La sfida delle primarie Pd-Sel”, di Virginia Lori

Oggi e domani il Pd e Sel apriranno le porte dei circoli per dare il via alle primarie per l’elezione dei parlamentari. Si vota dalle ore 8, e fino alle 21, oggi in Abruzzo, Alto Adige, Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte e Umbria. Domani toccherà a Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Veneto.
COME SI VOTA
I seggi allestiti, fa sapere il Pd, saranno oltre 6000, grazie al lavoro di più di 50mila volontari, e anche in questa occasione sarà richiesta una sottoscrizione di almeno due euro per sostenere le spese della campagna elettorale. Potranno votare (per i parlamentari Pd) tutti gli iscritti del 2011 che abbiano rinnovato la tessera entro il giorno del voto; coloro che hanno votato alle primarie per il candidato premier del centrosinistra dello scorso 25 novembre e che sottoscrivano l’appello come elettori del Pd. Sarà possibile esprimere due preferenze, una a favore di una donna e l’altra a favore di un uomo, nel caso in cui le due preferenze fossero a favore di candidati dello stesso sesso, la seconda nell’ordine sarà considerata nulla. Saranno considerate invece valide, conseguentemente, le schede con una sola preferenza.
L’affluenza e i risultati dello spoglio e cioè il numero dei votanti e le graduatorie dei consensi saranno trasmessi dalle direzioni provinciali una volta espletate tutte le formalità e i conteggi al sito www. primarieparlamentaripd.it., ma stavolta bisognerà aspettare un po’ di più rispetto al risultato delle primarie della leadership. La composizione delle liste, infatti, dovrà tenere conto della parità di genere e quindi aver preso più voti in una provincia non garantisce automaticamente il posizionamento di eleggibilità in lista. L’ufficializzazione di tutte le liste Pd avverrà comunque l’8 gennaio, in occasione della direzione nazionale convocata ad hoc.
NESSUN SALVAGENTE
E intanto Nico Stumpo, responsabile Organizzazione dei democratici puntualizza: «Il Pd rispetterà l’esito delle primarie per i parlamentari e il voto democratico dei cittadini». Vale a dire: chi perde le primarie «non verrà recuperato nel listino bloccato. Faccio parte di un partito e di un gruppo dirigente dotato di un abbondante buon senso e sarebbe ben strano che chi è arrivato sotto altri che hanno vinto, poi si trovi sopra. Quando si fa una competizione se ne deve rispettare l’esito. Non si può certo giocare con il voto democratico dei cittadini». E sarà per una forma scaramantica, così come non si era espresso alle primarie del 25 novembre, anche stavolta nessuna previsione sull’affluenza. «Saranno un grande successo», prevede Stumpo.
Di primarie torna a parlare anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi: quelle per la scelta del candidato premier del centrosinistra non sono «una partita conclusa in cui ci sono stati vincenti e perdenti. Tutti siamo usciti cambiati». Renzi scrive che si è vissuta «una stagione straordinaria. Le primarie sono state una grande occasione di incontro, di affermazione di idee, di apertura a nuove e coinvolgenti elaborazioni». Per il sindaco «i cittadini, oltre un milione, che hanno scelto e sostenuto la nostra proposta non si sono dissolti e con loro, ne sono sicuro, ci sono altri milioni di persone che vogliono migliorare il futuro di questo Paese e che ci sono vicini».
Nel giorno in cui il premier uscente Mario Monti si chiude in un luogo segreto con Casini e Riccardi per decidere liste e modalità di presentazione alle elezioni, Rosy Bindi, come anche Nichi Vendola oggi in un’intervista sul nostro quotidiano, segna la differenza: «Il Pd è l’unica forza che si mette in gioco per un vero cambiamento. Siamo gli unici a proporre forme di partecipazione e coinvolgimento reale dei cittadini. È un esempio di buona politica e anche un modo per “risarcire” gli elettori della mancata riforma della legge elettorale. Non ci siamo chiusi in un luogo top secret per stabilire la composizione delle liste». Ma non mancano le polemiche in casa democratica: in Calabria Cesare Marini, deputato uscente, ha rinunciato alla candidatura parlando di «primarie farsa» e di risultato già scritto, mentre a Catanzaro, malumori contro il commissario regionale, Alfredo D’Attorre, e la sua decisione di correre per la nomination svestendo, quindi, i panni di uomo super partes.
l’Unità 29.12.12
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Come si vota
Date e modalità del voto
1 Le primarie per la selezione del 90% delle candidature del Pd al Parlamento nazionale si svolgono nei giorni 29 o 30 dicembre 2012. Non vengono computate le posizioni di capilista che saranno definite d’intesa tra la Direzione nazionale e le Unioni regionali.
2 Le Direzioni delle Unioni regionali si riuniscono entro il 21 dicembre e stabiliscono se nella regione le primarie si svolgono il 29 oppure il 30 dicembre 2012.
3 Si vota dalle ore 08.00 alle ore 21.00 del giorno stabilito dalla relativa Unione regionale nei seggi istituiti, di norma, presso i circoli del PD.
4 L’elettrice/ore può esprimere fino ad un massimo di due preferenze, differenti per genere. Qualora le due preferenze siano dello stesso genere, la seconda nell’ordine è nulla.
ELETTORI
1 Possono partecipare al voto per la selezione delle candidature al Parlamento nazionale:
a) le/gli elettrici/ori compresi nell’Albo delle primarie dell’«Italia Bene Comune»;
b) le /gli iscritte/i al Pd nel 2011 che abbiano rinnovato l’adesione fino al momento del voto.
2 Per esercitare il diritto di voto ciascun/a elettore/ice deve
a) dichiararsi elettrice/ore del Pd e sottoscrivere un pubblico appello per il voto al Pd secondo le modalità di cui al Regolamento per le primarie «Italia Bene Comune»;
b) versare una sottoscrizione di almeno due euro per la campagna elettorale;
c) sottoscrivere l’impegno a riconoscere gli organismi di garanzia previsti nel presente Regolamento come uniche sedi per ogni eventuale interpretazione, contestazione o controversia riferibile all’organizzazione e allo svolgimento delle elezioni primarie.
l’Unità 29.12.12
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L’appello
Da Bologna arriva l’invito a votare solo donne
Altro che ticket maschio-femmina: le donne del Partito democratico di Bologna invitano a votare una candidata qualunque, purché sia donna. L’appello porta la firma di Federica Mazzoni, coordinatrice Donne del Pd di Bologna. «È fondamentale non lasciarsi sfuggire questa occasione per scegliere e votare una delle qualificate donne candidate che, con ottime e diversificate competenze, hanno dimostrato a tutti di sapere incarnare la prospettiva di genere nel proprio agire politico e amministrativo».
L’Unità 29.12.12