Giorno: 6 Giugno 2013

"Il paradosso che può aiutare il cambiamento", di Luigi La Spina

Parte oggi, con la convocazione al Quirinale per l’insediamento della commissione dei 35 saggi, il nuovo tentativo di cambiare norme importanti della Costituzione italiana. Di una grande riforma del nostro assetto istituzionale, ormai, si parla da oltre 25 anni e da un quarto di secolo sono falliti tutti i tentativi per riuscirci. La domanda che gli italiani si stanno facendo in questi giorni, perciò, è ovvia e parte da un’osservazione di puro buon senso: visto che il Paese soffre la più grave crisi economica dalla nascita della Repubblica ed è attraversato da tensioni sociali molto forti è davvero questo il momento più opportuno per provarci ancora una volta? Non sarebbe meglio che il governo si concentrasse sull’emergenza più preoccupante per la vita quotidiana di tanta gente e rimandasse il grande progetto di riforma a tempi migliori? Il dubbio non solo è legittimo, perché il buon senso è una virtù, nonostante la sua cattiva fama presso intellettuali e politici nostrani, ma è anche opportuno, perché la comprensione dei cittadini, in una democrazia, dovrebbe costituire la spinta …

"Quella famiglia a caccia di verità", di Carlo Bonini

La morte di Stefano Cucchi meritava e merita giustizia. Non la ha avuta. Lo Stato che, una notte di ottobre di 4 anni fa, lo aveva preso in custodia sano e lo ha restituito cadavere si dichiara irresponsabile “per insufficienza di prove”. La sentenza della terza Corte di Assise di Roma derubrica la fine di questo ragazzo tra indicibili tormenti a banale colpa medica. Di quelle che nei tribunali sbrigano i giudici monocratici di fronte all’imperizia, alla negligenza di qualche camice distratto. Le lesioni di cui Stefano ha cominciato a morire in un sotterraneo del Palazzo di Giustizia non hanno responsabili. Perché compatibili non solo con la furia di un pestaggio per mano di agenti penitenziari, ma anche con “una caduta dalle scale”. L’imperizia, il cinismo di chi, infermiere, lo vide spegnersi in un letto del “reparto protetto” (insopportabile ironia della lingua italiana) dell’ospedale Sandro Pertini, sono state ritenute “irrilevanti” perché non causa diretta della morte. In fondo, nel cadavere di Stefano furono ritrovati solo 1.400 centimetri cubi di urina. In fondo, il catetere cui …