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I debiti delle scuole arrivano in Aula a Montecitorio: una interrogazione dell’On. Ghizzoni al question time

Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
– Per sapere – premesso che:

le scuole sono in una situazione di grandissima difficoltà finanziaria che sta per determinare la paralisi dell’attività didattica. In particolare, la mancanza di liquidità impedisce il pagamento dei supplenti, che hanno prestato servizio o che sono attualmente impegnati, e pertanto ostacola la nomina dei sostituti dei docenti assenti; tale sofferenza, altresì, impedisce a molti istituti di saldare le spese per appalti di pulizia e per forniture di materiale didattico, così come di acquistare prodotti di igiene e pulizia dei locali;

tale sofferenza finanziaria origina prevalentemente dai tagli e sottofinanziamenti relativi alle leggi finanziarie varate dal Governo Berlusconi nel periodo 2002-06, le cui previsioni hanno decurtato il 72,6 per cento dei fondi per gli esami di Stato (cioè 106,4 milioni), il 46,6 per cento dei fondi per le supplenze brevi (pari a 494,4 milioni) e il 53 per cento dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico (vale a dire 159,8 milioni). Conseguentemente, gli istituti sono stati costretti ad assumere impegni di spesa per garantire il funzionamento delle scuole in assenza di accertamenti corrispondenti. La situazione di squilibrio tra entrate previste e spese si è aggravata anche a fronte degli aumentati orari derivanti da modifiche contrattuali intervenute nell’anno 2003, riguardanti il pagamento delle supplenze temporanee in astensione obbligatoria per maternità, nonché per l’ampliarsi dei diritti per congedi parentali previsti dalla legge n. 53 del 2000. Le continue riduzioni dei fondi hanno costretto le scuole a coprire le spese fisse e incomprimibili, con tutto l’avanzo di amministrazione e ogni altra entrata utile, e a cumulare una massa molto consistente di crediti (residui attivi), che nel lungo periodo rischiano di diventare inesigibili. Un monitoraggio svolto nel 2007 ha conteggiato oltre un miliardo di euro di residui attivi accumulati nel periodo 2002-2006 dalle istituzioni scolastiche per far quindi fronte a spese indifferibili, quali supplenze, esami di Stato e utenze;

per invertire la tendenza di sofferenza delle scuole, nella XV legislatura il Governo Prodi ha assunto iniziative di carattere straordinario, quali il recupero di fondi giacenti sulle contabilità speciali, e provvedimenti strutturali, come l’esenzione del pagamento della tarsu, il pagamento a carico del ministero delle supplenze per maternità e il reperimento delle risorse per il pagamento delle commissioni per gli esami di Stato, anche per gli anni precedenti. Questi provvedimenti, insieme a risorse aggiuntive per 342 milioni di euro (stanziate nell’ambito del riparto dell’extra-gettito con la legge n. 127 del 2007, di conversione del decreto-legge n. 81 del 2007), di cui 180 milioni di euro destinati al finanziamento delle supplenze brevi del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliare, hanno riportato per l’anno 2007 il rapporto tra fabbisogno e finanziamenti reali in una situazione di sostanziale equilibrio. Complessivamente tali iniziative hanno permesso la copertura di circa il cinquanta per cento dei residui attivi vantati dalle scuole;

inoltre, in occasione della discussione della legge finanziaria per il 2008, il Governo Prodi accolse l’ordine del giorno 9/3256/81, con cui si assumeva l’impegno a definire un piano pluriennale di assegnazioni e trasferimenti agli istituti scolastici delle risorse necessarie per una soluzione definitiva e stabile del problema. L’anticipata fine della legislatura ha impedito che l’impegno venisse onorato;

di converso, l’attuale Governo sembra stia costituendo le premesse per ricreare la situazione determinatasi nel periodo 2002-2006: infatti, nel corso del 2008 le istituzioni scolastiche hanno rilevato un rallentamento delle erogazioni di cassa, vale a dire dei trasferimenti di finanziamenti dallo Stato, che fanno temere il ricrearsi di condizione di squilibrio significativo tra previsioni di entrate e le spese effettive per supplenze, ore eccedenti, esami di Stato e funzionamento. Tale scostamento andrebbe a sommarsi ai residui attivi già accumulati dal 2002 al 2006 e non ancora saldati;

negli ultimi tempi, ad aggravare la situazione di sofferenza finanziaria incidono le spese che le scuole devono affrontare:

a) per le visite fiscali che il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha reso obbligatorie anche per un solo giorno di assenza (in media una visita costa dai 36 ai 50 euro);

b) per la predisposizione dei corsi di recupero dei debiti formativi degli alunni che le scuole di istruzione secondaria di secondo grado devono attivare ai sensi dei decreto ministeriale 3 ottobre 2008, n. 80, i cui finanziamenti sono stati drasticamente ridotti a soli 58 milioni di euro per l’anno 2009, a fronte dei 288 previsti per l’anno scolastico 2007/2008: su questo aspetto specifico, invece di agire efficacemente per recuperare le risorse necessarie, il Ministro interrogato, con circolare n. 12 del 2 febbraio 2009, addirittura prevede, per il recupero dei debiti formativi, che le scuole possano sospendere le normali lezioni per utilizzare i docenti in attività di potenziamento delle conoscenze degli alunni con difficoltà, con grave pregiudizio dell’attività didattica già programmata;

c) per le spese di funzionamento, i cui finanziamenti non sono ancora stati assegnati, in quanto non sono ancora state reperite le risorse necessarie, come si evince dalla nota ministeriale del 26 gennaio 2009, protocollo n. 539, rendendo sostanzialmente impossibile la predisposizione dei bilanci 2009 delle singole istituzioni scolastiche e della programmazione delle attività del piano dell’offerta formativa per il prossimo anno scolastico;
a fronte di un credito complessivo vantato attualmente dalle scuole di 560 milioni di euro, il Governo ha dato una risposta del tutto insufficiente, stanziando nel decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, 200 milioni di euro a cui si aggiunge la scelta gravissima, assunta con la legge finanziaria per il 2009, di ridurre di ben 50 milioni proprio il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche;

appare necessario, pertanto, affrontare, in tempi brevi, la problematica nel suo complesso al fine di evitare:

a) contenziosi tra gli istituti scolastici e i supplenti in servizio (non potendosi configurare l’ipotesi di personale assunto regolarmente che non viene retribuito);

b) interruzioni dell’attività didattica per mancate nomine di supplenti e, di conseguenza, l’impossibilità di esercitare il diritto allo studio;

c) mancato o parziale pagamento dei docenti che hanno fatto parte delle commissioni per gli esami di Stato;

d) situazioni debitorie pregresse delle scuole nei confronti dei comuni per mancato pagamento tarsu e nei confronti di chi ha svolto le attività surrogatorie professionalizzanti;

e) mancato pagamento delle utenze;

per sapere:

come intenda il Governo procedere urgentemente per consentire agli istituti scolastici l’accertamento effettivo e formale dei pregressi residui attivi degli anni 2002-2008, la regolarizzazione dei bilanci, l’istituzione di corsi di recupero dei debiti formativi degli alunni, ai sensi del decreto ministeriale n. 80 del 2007, oltre che l’assegnazione relativa alle spese di funzionamento per l’anno 2009, in modo che venga risolta una situazione che sta determinando gravissime difficoltà di funzionamento alle istituzioni scolastiche, tanto da compromettere sia il regolare svolgimento delle attività didattiche, impedendo, di fatto, la realizzazione del dettato costituzionale, che garantisce l’esercizio del diritto allo studio, sia l’immagine della scuola di fronte alle famiglie ed all’opinione pubblica.(3-00350)

GHIZZONI, DE PASQUALE, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, BACHELET, COSCIA, DE BIASI, DE TORRE, GINEFRA, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, NICOLAIS, PES, PICIERNO, ROSSA, ANTONINO RUSSO, SIRAGUSA e MARCO CARRA. –

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