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“Tre tentati omicidi in poche ore, il triste primato della famiglia”, di Susanna Turco

Aumentano i casi spesso mortali: da Bergamo alla capitale e nella provincia di Roma. Tre tentati omicidi (e due suicidi) in poche ore hanno confermato quel che dicono le statistiche: in Italia, ne ammazza più la famiglia che la mafia. E due volte su tre le vittime sono donne. In Italia, la famiglia ne uccide più della mafia. Non è un modo di dire, è quel che risulta dalla cronaca e dalle ricerche in materia, come quelle elaborate dall’Eures. Negli ultimi sei anni, le vittime di delitti familiari sono state 1300, in media un morto ogni due giorni. Nel 2006 (ultimi dati disponibili) i delitti compiuti nella cerchia familiare sono risultati al primo posto: il 31,7 per cento del totale, con 195 casi registrati su 621 (+12% rispetto al 2005). Di questi, 134 erano donne (+36,7%).
come negli anni 50
Ieri tre casi in poche ore di tentati omicidi (seguiti o no da suicidio), hanno in qualche modo confermato la tendenza. A Bergamo un pensionato ha ferito la consorte con un coltello e si è ucciso lanciandosi dalla finestra. Vicino a Roma una donna ha sparato alla figlia ferendola e poi si è tolta la vita. Nella Capitale un uomo ha investito la moglie ripassando a retromarcia per cercare di ammazzarla. «I delitti di famiglia sono sempre stati diffusi», dice il criminologo Francesco Bruno. «La novità è che questo “zoccolo duro” negli ultimi anni cresce fin quasi a superare gli altri tipi di delitti. E tornano omicidi, come l’uxoricidio, che negli ultimi decenni non si erano mai presentati con tanta frequenza: come se il rapporto tra maschi e femmine stia diventando conflittuale come lo era negli Anni 50, sia pure in un contesto del tutto cambiato». Così, del resto, racconta anche la cronaca.
Le mogli, le figlie
A Curno, provincia di Bergamo, alle tre della notte tra venerdì e sabato. A.L., 74 anni, pensionato, da tempo in cura per la sua depressione, durante una lite afferra un coltello da cucina e si scaglia contro la moglie, I.F., 67 anni. Lei, ferita alla testa in modo non grave,si rifugia in casa del fratello, che abita poco distante, e viene portata in ospedale per mettersi i punti. Il marito, invece, sale al primo piano della propria abitazione e si lancia giù: un volo di pochi metri, ma nell’impatto il colpo alla testa l’uccide all’istante.
Nella prima mattina di ieri, a Nerola, provincia di Roma. L.C., 55 anni, separata, da tempo depressa e da tempo in cura all’istituto di igiene mentale della Capitale, si volta verso la figlia ventiseienne che le dorme accanto e le spara con la pistola di proprietà dell’ex marito. Subito dopo si punta l’arma contro la gola e preme di nuovo il grilletto. La ragazza viene invece ricoverata all’ospedale di Monterotondo: frattura alla scapola dovuta al passaggio del proiettile che per il resto non ha leso organi vitali. Dice che la madre aveva minacciato più volte d’ammazzarsi, ma mai fatto pensare che volesse nuocere ad altri.
Quartiere Aurelio, Roma, mattinata di ieri. G.F., 57 anni, calabrese, apre la porta alla sua quasi ex moglie che è tornata a casa per riprendersi alcuni vestiti. Litigano sulla separazione, lui urla e lei, spaventata, preferisce scendere in strada. Il quasi ex marito però la segue, la spintona e la fa cadere in terra in mezzo alla via. Quindi sale sulla propria vecchia Fiat tipo, accende il motore e la investe: vedendo che però è ancora viva, inserisce la retromarcia e le passa sopra di nuovo. La donna finisce al Gemelli, con fratture e contusioni per trenta giorni di prognosi. Lui viene arrestato sul posto per tentato omicidio.
L’Unità 01.03.09

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