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Federalismo bocciato. Bersani: "Bossi e Berlusconi si fermino"

La Commissione Bicamerale respinge il testo sul federalismo. Il voto di pareggio (15 a 15) boccia un decreto sconclusionato. Bersani: “Adesso ci si fermi, non ci sono condizioni né giuridiche ne politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione”. Zoggia: “Bocciato perché sbagliato, testo senza né capo ne coda”. “Adesso ci si fermi, non ci sono condizioni né giuridiche ne politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione. Si creino condizione politiche nuove per un nuovo federalismo”. Così Pier Luigi Bersani ha commentato la bocciatura del decreto sul federalismo municipale. Il voto in Commissione Bicamerale sul federalismo municipale è finito 15 a 15. Un pareggio che secondo il regolamento della Camera presuppone un respingimento del parere al testo.

“Un vero federalismo – ha continuato Bersani – è necessario e possibile. Quello che e’ stato respinto era un pasticcio. Adesso, ci si fermi. Non ci sono le condizioni ne’ giuridiche, ne’ politiche per andare avanti”.

”Berlusconi e Bossi – ha concluso il segretario del Pd – prendano atto della situazione. Si creino condizioni politiche nuove e si rifletta finalmente sulle proposte di un partito come il Pd, che ha le più forti e vere radici autonomiste”.

Gli scenari politici rimangono davvero incerti vista l’incoerenza della maggioranza tra dichiarazioni e azioni. La Lega fino a poche ore fa assicurava la sua posizione di belligeranza in caso di bocciatura del decreto. Ora l’atteggiamento di Bossi si riassume con un semplice “vedremo”, molto differente dal “se non ci sarà una maggioranza politica il rischio delle elezioni è concreto”. Silvio Berlusconi, ancorato alla poltrona, ha ribadito un sordo “il governo procederà lo stesso visto che la legge lo consente”.

“Secondo noi non si può andare avanti lo stesso”. Così il capogruppo del Pd in commissione Bicamerale per il federalismo fiscale Walter Vitali ha replicato all’ipotesi di una forzatura da parte del governo, nonostante il parere negativo.

Vitali ha ribadito quanto aveva proposto durante le dichiarazioni di voto sul provvedimento. ”Il parere – aveva detto – verrà respinto anziché procedere in modo insensato sul testo che non ha i consensi necessari: ci si fermi e si discuta in Commissione il prossimo decreto sulla fiscalità regionale e provinciale, sarebbe un atto di saggezza”.
Lo stop lo chiede anche il responsabile Enti Locali nella segreteria PD, Davide Zoggia: “Sarebbe uno strappo gravissimo se il governo volesse andare avanti, si tratterebbe di un atto di forza inaccettabile. Il giudizio della bicamerale è tecnico e politico. Il provvedimento è stato bocciato perché questo federalismo non raggiunge i suoi obiettivi principali, non assicura l’autonomia degli enti locali, non innesca meccanismi virtuosi, non trasferisce competenze e soprattutto agisce con meccanismi che determinano un incremento delle tasse e gravi sperequazioni territoriali. E’ chiaro che questo governo è al capolinea e che non riuscirà mai a fare nessuna riforma sia essa federale o di altra natura. Si apra quindi la crisi. Il federalismo come sa bene la Lega è una riforma importante per il paese. Noi siamo disponibili a lavorare per dare forma e sostanza necessarie per farne un riforma che assicuri crescita ed autonomia. Chi vuole dimostrazioni muscolari è interessato solo alla sua sopravvivenza. Così non si va da nessuna parte. Se invece si scelgono gli interlocutori giusti si può operare per un vero cambiamento”.

Molto duro il commento di Sergio D’Antoni, vicepresidente della commissione Finanze della Camera e responsabile dell’organizzazione sul territorio del Pd: “Via questo obbrobrio leghista dal Parlamento e via Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi. E’ una riforma pasticciata, antisociale e disgregante, che avrebbe aumentato le tasse e allentato i cardini dell’unità nazionale la bocciatura in bicamerale sancisce la fine di questo obbrobrio che ora deve essere completamente riscritto, secondo i principi contenuti nella legge 42. Ma il voto di oggi suggella anche e soprattutto una pesantissima sconfitta politica per il governo Berlusconi, che non ha più numeri né credibilità per fare alcuna riforma e sta condannando alla paralisi l’Italia”.

“Da oggi il cavaliere ha un motivo in più per levare le tende e premettere che nel paese si apra una nuova stagione politica”, ha concluso D’Antoni.

“Speravamo in un federalismo municipale serio, fatto di autonomia e responsabilità” ha dichiarato Antonio Misiani, componente Pd in Commissione Bilancio. “Purtroppo, nonostante l’approccio dialogante del ministro Calderoli e l’approvazione di alcune modifiche, in bicamerale siamo stati costretti a bloccare un decreto pessimo, che toglie soldi ai comuni e aumenta le tasse sulle famiglie e le imprese. Con questo federalismo municipale, infatti, verrebbero confermati i pesantissimi tagli dei trasferimenti, l’autonomia tributaria fino al 2014 rimarrebbe una chimera e le tasse aumenterebbero da subito per lavoratori e pensionati (con lo sblocco delle addizionali IRPEF) e dal 2014 per le imprese e gli enti non commerciali (l’aliquota della nuova Imposta municipale è fissata – con una probabile sottostima – al 7,6 per mille, contro l’attuale 6,4 per mille di aliquota media ICI). Ci sarebbe un forte sgravio per i proprietari di immobili affittati, ma senza alcun beneficio per gli inquilini. Una redistribuzione socialmente iniqua. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che la principale imposta comunale (l’IMU) graverebbe in prevalenza su soggetti non residenti nel comune che la riscuote, alla faccia della responsabilizzazione degli amministratori locali, il quadro è completo ed è negativo. Ora il Governo tragga le conseguenze politiche del voto in
bicamerale e si fermi, evitando inutili forzature. All’Italia non servono pasticci, ma riforme incisive e coraggiose”.

”Si e’ dimostrato che il governo non ha la maggioranza per approvare il federalismo. Ora il governo apra la crisi”. Lo ha dichiarato Francesco Boccia, deputato del Pd, lasciando Palazzo San Macuto al termine del voto sul federalismo municipale.

A.Dra

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