Giorno: 11 Febbraio 2011

"Se l'Italia distrugge la Bellezza", di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

In «Vandali» Rizzo e Stella raccontano come e perché l’Italia stia distruggendo la sua unica ricchezza: l’arte. Un Paese da salvare: I 45 siti Unesco in Italia. Non abbiamo il petrolio, noi. Non abbiamo il gas, non abbiamo l’oro, non abbiamo i diamanti, non abbiamo le terre rare, non abbiamo le sconfinate distese di campi di grano del Canada o i pascoli della pampa argentina. Abbiamo una sola, grande, persino immeritata ricchezza: la bellezza dei nostri paesaggi, la bellezza dei nostri siti archeologici, la bellezza dei nostri borghi medievali, la bellezza delle nostre residenze patrizie, la bellezza dei nostri musei, la bellezza delle nostre città d’arte. E ce ne vantiamo. Ce ne vantiamo sempre. Fino a fare addirittura la parte dei «ganassa» («Abbiamo il 40% dei capolavori planetari!», «No, il 50%!», «No, il 60%!») giocando a chi la spara più grossa. Primato che, per quanto ne sappiamo, spetta all’unica «rossa» che piace al Cavaliere, la ministra del Turismo Michela Vittoria Brambilla. Che nel portale in cinese con il logo «Ministro del Turismo» lancia un messaggio …

Affondo del Times: "Abuso di potere dimissioni subito per far cessare la farsa", di Enrico Franceschini

«Una farsa avvilente e distruttiva, un abuso di potere incompatibile con la carica istituzione ricoperta». E´ il durissimo giudizio di un editoriale del Times di Londra su Silvio Berlusconi, completato dalla richiesta di «dimissioni immediate». Ma non è soltanto lo storico quotidiano londinese a ritenere che la vicenda del premier italiano sia giunta al termine e debba concludersi: praticamente tutti i media internazionali, dai giornali alle tivù ai siti internet, dedicano ampio spazio agli ultimi sviluppi dello scandalo, concordando che la richiesta di rinvio a giudizio per concussione e induzione di minore alla prostituzione sia «il problema più grave e destabilizzante» mai affrontato dal leader del Pdl. «Berlusconi mostra di non comprendere la differenza che intercorre tra il tornaconto personale e il dovere nei confronti del pubblico», afferma l´editoriale non firmato del Times, dunque espressione della direzione del giornale, che – è utile ricordarlo – è un quotidiano fieramente conservatore. «Egli abusa la sua carica politica per i suoi fini e sfida chiunque a fermarlo: è da tempo passato il momento in cui questa farsa …

Tumore al seno, vincono gli "italian doctors", di Umberto Veronesi

Il New York Times due giorni fa ha dato ampio spazio in prima pagina all’annuncio di un nuovo progresso nella cura del tumore del seno: l’intervento chirurgico di rimozione dei linfonodi dell’ascella, anche se colpiti dalla malattia, non deve più essere lo standard per tutte le pazienti. A molti forse è sfuggita l’importanza di questo messaggio, che ha invece un significato speciale per le donne e per la ricerca scientifica italiana. Per le donne perché è dimostrato che sono le migliori custodi della propria salute: con la loro consapevolezza e determinazione sono in grado di far crollare la rigidità dei dogmi e scuotere la mentalità conservatrice di alcuni medici. Se sanno che esiste una cura migliore per loro, prima o poi la otterranno. Per la ricerca italiana, perché esattamente 30 anni fa sullo stesso giornale e nella stessa posizione, appariva la notizia della strada aperta da noi chirurghi italiani per le donne, di cui l’annuncio dei giorni scorsi rappresenta una nuova tappa. Nel luglio del 1981, infatti, proprio il New York Times (insieme ad altri …

"Attacco allo Stato", di Massimo Giannini

Gli storici prendano nota. Ieri, per la prima volta, si è riunita in chiaro, alla luce del sole, la Struttura Delta. Le “guardie armate” del presidente del Consiglio nella carta stampata e nella tv. Che questa sia per lui, con ogni evidenza, la partita finale è chiaro da espressioni estreme come «golpe morale contro di me», come «inchieste degne della Ddr», come «l´ultimo giudice è il popolo». Così, ancora una volta, Berlusconi afferma la propria superiorità carismatica e populistica contro l´ordinamento, contro le leggi. Il Princeps legibus solutus nella sua versione contemporanea gioca il popolo contro lo Stato. Il suo popolo, naturalmente: una potente astrazione, confezionata dal suo potere mediatico, una sua proprietà patrimoniale che non ha nulla a che fare col popolo di una moderna democrazia. Che non è massa ma cittadinanza, che non è visceralità prepolitica ma appartenenza consapevole a un destino comune in una rigorosa forma istituzionale Del resto, «fare causa allo Stato» è stata un´altra recentissima manifestazione del furore di Berlusconi. C´è in essa un significato tecnico: per i magistrati, la …

"I presidi: scuole chiuse il 17 marzo. Gelmini:No, ma deciderà il Governo", di Alessandra Migliozzi

La festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia spacca il Paese. La politica si muove in ordine sparso in direzione del 17 marzo, giorno della ricorrenza, e i cittadini assistono allo spettacolo di un governo che non riesce a decidere se la festa sarà tale davvero, se si dovrà o no andare a scuola o al lavoro. Su questo punto è scontro aperto. Si duella in Consiglio dei ministri, ma non solo. La prima pietra l’hanno scagliata Lega e Confindustria. Secondo il leader del Carroccio Umberto Bossi, «la festa è sentita in modo diverso nelle varie aree del paese, meglio lavorare il 17 marzo». Stessa linea in Confindustria, per altri motivi legati alla spese (ferie pagate) e alla produzione. E ora è bufera sulle parole del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che, pur ricordando che a decidere sarà il Consiglio dei ministri della prossima settimana, auspica che le scuole il 17 marzo restino aperte: «Il miglior modo di celebrare è dedicare questa giornata alla riflessione sui valori dell’Unità. Credo che nella scuola questo obiettivo non si …

"Rai, pronta una ricetta da soviet", di Michele Brambilla

Siamo tutti d’accordo nel dire che non ne possiamo più delle risse in tv con i politici che urlano, si insultano, si parlano addosso, quindi escono di scena con il beau geste di un abbandono che chissà come mai viene deciso sempre ai titoli di coda. La maleducazione di questi nostri rappresentanti democraticamente eletti è pari, fra l’altro, alla pochezza delle loro argomentazioni. Visto che il concetto più frequentemente espresso dagli on. e dai sen. è il seguente: «Io l’ho lasciata parlare, adesso lei non mi interrompa». Anche se siamo ormai lobotomizzati al punto da non avere la forza di cambiare canale, certi talk show non li sopportiamo più: sono la riproposizione (in peggio) delle vecchie fiere di paese in cui «chi grida di più la vacca è sua». Sarebbe quindi da benedire un provvedimento che mettesse fine allo scempio. Ieri abbiamo saputo che l’onorevole Alessio Butti del Pdl ha presentato alla Rai la bozza di un «atto di indirizzo» che sarà esaminato la prossima settimana dalla commissione di vigilanza. Per qualche istante abbiamo sperato …