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"Niente sconto per gli atenei. A scuola punteggio nordista", di Jolanda Bufalini

La rete 29 Aprile: il governo vuole la morte dell’Università. Consulta: aggirata la sentenza, congelate le graduatorie territoriali. «L’ Università deve morire», non il titolo di un film ma la reale intenzione del governo e del ministro Gelmini. Questa la convinzione della Rete 29 aprile, il movimento di ricercatori che ha dato vita alla protesta in difesa dell’ università pubblica. Il decreto «milleproroghe» non contiene lo «sconto» che veniva fatto alle università sul budget per le spese del personale. Lo sconto, spiega la Rete, non era un regalo: un terzo delle spese delle strutture ospedaliere, infatti, era a carico del servizio sanitario e, certamente, il servizio svolto dai policlinici per la cura e l’ assistenza vale molto più di quel terzo a carico della sanità. Altre due voci dello sconto erano egate agli aumenti periodici previsti dai contratti nazionali e alle convenzioni che gli atenei hanno con enti e istituzioni. Ma, in questo modo, molti atenei sfonderanno il limite del 90% della spesa per il personale con la conseguenza del divieto di fare nuove assunzioni. Così, una misura originariamente concepita per indurre comportamenti virtuosi si trasforma in una mannaia: niente promozioni interne per gli idonei a professore associato o ordinario, niente risorse per i giovani ricercatori che avrebbero dovuto avere un contratto a temo determinato, niente per le migliaia di precari. E, dopo i tagli agli stipendi, dicono i ricercatori, «si colpisce al cuore il sistema decretando la morte degli atenei, bene o male amministrati». Qualche esempio? Saranno 35 gli atenei che sfonderanno il limite del 90%, a RomaTor Vergata e La Sapienza, Federico II e Orientale a Napoli, e ancora, Firenze Palermo, Cagliari, Pisa, Palermo, e Modena, Palermo, Udine. Ma, senza lo sconto, quattro università saranno tecnicamente fallite: Siena, seconda università di Napoli, Cassino e L’Aquila. Quest’ultima, combatte, dopo il terremoto, per la rinascita della città. Il mondo della formazione viene colpito anche con il congelamento finoad agosto 2012, voluta dalla Lega Nord, delle graduatorie dei precari. Due giorni fa la Consulta aveva accolto la tesi che nell’ aggiornamento delle graduatorie a esaurimento gli insegnanti avranno diritto al trasferimento e all’inserimento secondo il merito e non secondo l’anzianità di iscrizione in graduatoria. In commissione al Senato, invece, ha avuto il via libera un emendamento che pone un vincolo territoriale per l’assegnazione delle supplenze. La sentenza della Consulta aveva dichiarato incostituzionale un passaggio di una legge del 2009 fortemente voluta dalla Lega. In caso di spostamento da una provincia all’altra, l’insegnante finiva «in coda » alla graduatoria, e non «a pettine » a seconda del suo punteggio. Questo per scoraggiare il trasferimento dei insegnanti dal Sud al Nord. « PerMimmoPantaleo, segretario della Flc-Cgil si è di fronte a «un atto razzista nei confronti del Mezzogiorno».

L’Unità 12.02.11