Mese: Febbraio 2011

"Le riforme sono impossibili in questo clima", di Luigi La Spina

La coincidenza temporale è stata significativa. I due voti con cui ieri il Parlamento, prima, ha negato l’approvazione del decreto sul federalismo e, poi, ha respinto la richiesta di perquisire l’ufficio di uno dei tesorieri di Berlusconi hanno illuminato, con la massima chiarezza, la situazione in cui si trova la politica italiana. Da un lato, una fondamentale riforma, destinata a modificare radicalmente la struttura istituzionale del nostro Paese, a incidere sulle condizioni di vita degli italiani e sulle loro finanze, parte, se davvero riuscirà a partire, male, senza l’ampio consenso che sarebbe stato necessario. Dall’altro, i ripetuti tentativi dell’opposizione di sconfiggere, in aula alla Camera, la maggioranza si scontrano puntualmente con numeri risicati, sì, ma compatti e persino leggermente in aumento. Quella coincidenza, peraltro, non è solo temporale, ma politica. Dimostra, infatti, come siano indissolubilmente intrecciate questioni legate al futuro dell’Italia, al suo sviluppo economico, alla sua coesione sociale e nazionale, e problemi legati alla figura del suo premier, Silvio Berlusconi. Perché i rappresentanti della Lega e del Pdl, alla cosiddetta «Bicameralina» che doveva approvare …

Camera dei Deputati. L'aula rinvia gli atti alla Procura di Milano: intervento di Dario Franceschini

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei anche se, come al solito, non è in quest’Aula, ma segue il dibattito daltelevisore del suo ufficio perché prova un certo disagio ad ascoltare le parole di chi la critica pubblicamente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Mi voglio, però, rivolgere a lei e parlare oggi di politica, non di indagini perché le indagini sono compito della magistratura, è l’accertamento dei reati, e non per fare moralismo perché sappiamo di non avere i titoli per farlo e perché gli italiani si sono già fatti un’idea per conto loro sugli stili di vita e sulle serate del Presidente del Consiglio. Soltanto di due aspetti dobbiamo parlare perché sono oggetto del voto di quest’Aula. Lei ha spinto la sua maggioranza, con il voto della Giunta per le autorizzazioni, a negare la perquisizione in alcuni uffici. Basterebbe questo per farci un’idea. Lei si proclama innocente e perseguitato e, allora, sappia che una persona innocente ed onesta non ricorre a stratagemmi ed a trucchi, ma, di fronte …

I brutti voti del ministro Gelmini

Appunti in ordine sparso per ragionare sui disastri del governo Berlusconi: dai tagli indiscriminati a risorse e personale, alle scuole meno sicure di quelle albanesi, dal tempo pieno che non c’è al flop sulla valutazione degli insegnanti (a cura di F. Puglisi e G. Belfiori) pubblicato il 3 febbraio 2011 , 86 letture TAGLI PER FARE A FETTINE LA SCUOLA PUBBLICA I tagli sono stati pesanti e indiscriminati, nulla è stato fatto per la “qualità del sistema scolastico”. Le risorse non sono state reinvestite per la formazione degli insegnanti, per la ricerca didattica o la dotazione tecnologica. Solo perdita di posti di lavoro, taglio drastico del tempo scuola, del tempo pieno, degli insegnanti di sostegno e di quelli tecnico pratici che facevano funzionare i laboratori, accorpamento e classi sovraffollate oltre ogni limite di legge. Il Ministro dice che ha aumentato il tempo pieno del 2,5%, ma non è vero: ciò che mette nel suo conto è un tempo lungo a maestro prevalente (‘rottamazione’ dei team didattici), senza compresenze, utili per migliorare l’apprendimento, aiutare i bambini …

"Lo Stato del pareggio", di Ilvo Diamanti

Il voto della Commissione Bicamerale sul federalismo municipale è esemplare. Raffigura, meglio di molte altre immagini e analisi, lo Stato della politica. Della nostra democrazia. Del nostro Stato. Il “pareggio”, infatti, non significa equilibrio. Al contrario. Il Parlamento, in questo caso, appare davvero rappresentativo di quel che avviene nella società e sul territorio. Di ciò che siamo davvero: un Paese diviso. E sospeso: incapace di seguire un percorso chiaro e con-diviso. Il pareggio, infatti, è frutto di una frattura politica profonda tra una maggioranza presunta e un’opposizione, a sua volta, incapace di “imporsi”. Ma in grado, comunque, di “opporre” il suo voto, o meglio, il suo “veto” di fronte a questioni determinanti, dal punto di vista simbolico, prima ancora che pratico. Visto che, sinceramente, è difficile definire cosa sarebbe uscito, cosa uscirebbe da questo provvedimento (se comunque proseguisse fino in fondo il suo iter). Passato attraverso mille incontri, mille negoziati, mille modifiche e mille emendamenti. Depurato, precisato e complicato da “milleproproghe”. È difficile sapere cosa ne uscirebbe – ne uscirà – davvero. Di certo, ha …

Federalismo bocciato. Bersani: "Bossi e Berlusconi si fermino"

La Commissione Bicamerale respinge il testo sul federalismo. Il voto di pareggio (15 a 15) boccia un decreto sconclusionato. Bersani: “Adesso ci si fermi, non ci sono condizioni né giuridiche ne politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione”. Zoggia: “Bocciato perché sbagliato, testo senza né capo ne coda”. “Adesso ci si fermi, non ci sono condizioni né giuridiche ne politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione. Si creino condizione politiche nuove per un nuovo federalismo”. Così Pier Luigi Bersani ha commentato la bocciatura del decreto sul federalismo municipale. Il voto in Commissione Bicamerale sul federalismo municipale è finito 15 a 15. Un pareggio che secondo il regolamento della Camera presuppone un respingimento del parere al testo. “Un vero federalismo – ha continuato Bersani – è necessario e possibile. Quello che e’ stato respinto era un pasticcio. Adesso, ci si fermi. Non ci sono le condizioni ne’ giuridiche, ne’ politiche per andare avanti”. ”Berlusconi e Bossi – ha concluso il segretario del Pd – prendano atto della situazione. …

"Federalismo, pietra tombale Bersani: vadano via se non passa", di Andrea Carugati

Un pareggio che vuol dire bocciatura. Il fantasma agitato per settimane dalla Lega, e cioè il no della piccola Bicamerale al decreto sul federalismo municipale, è a un passo dall’avverarsi. Oggi si vota, poco prima dell’una. E l’infinita mediazione di Calderoli è fallita: settimane di limature, non hanno prodotto il risultato sperato dal ministro leghista, e cioè strappare almeno un’astensione alle opposizioni. Finirà, con tutta probabilità, 15 a 15. Di Pietro, corteggiatissimo, alla fine ha detto no, per non concedere aiutini al Cavaliere traballante. IL NO DEL FINIANO BALDASSARRI E non è servito neppure l’incontro di ieri a palazzo Grazioli con Calderoli, Berlusconi e il finiano Mario Baldassarri (l’unico di Fli in Bicamerale), per far spostare il voto del rigoroso professore, che fin dall’inizio ha fatto le pulci a un decreto definito «figlio del peggior centralismo». Ieri pomeriggio, dopo la visita dal Cavaliere, le certezze sul voto di Baldassarri scricchiolavano. Persino i “fratelli” del Terzo polo temevano un ripensamento sulla via di Arcore. E invece no. Calderoli le ha provate tutte: ha persino concesso di …

"La crisi non sia alibi, si poteva fare meglio della propaganda", di Stefano Fassina

Per la prima volta da molti anni, il reddito delle famiglie italiane è caduto, in media, del 2,7%. Un dato di straordinaria gravità economica e sociale. Ancora più preoccupante considerato che, in Italia, le medie sono bugiarde. La media combina insieme condizioni diverse, anzi opposte: l’annullamento del reddito di un giovane precario, prima a 1000 euro al mese, poi senza lavoro e senza indennità di disoccupazione; la sforbiciata alla retribuzione di un operaio in cassa integrazione; l’incremento spensierato del reddito di un evasore fiscale che, grazie allo scudo-condono del ministro Tremonti, ha potuto comprare a prezzi stracciati “un’assicurazione” contro futuri accertamenti. Un’altra politica economica avrebbe potuto attutire e redistribuire in modo meno regressivo i contraccolpi economici e sociali della crisi. Non è vero che non si poteva fare di meglio poiché «la crisi è globale e l’Italia ha il terzo debito più elevato del mondo senza essere la terza economia del mondo» come ripete la propaganda berlusconiana. Il ritornello è servito a coprire scelte politiche precise. Scelte di destra. Il controllo del bilancio pubblico era …