"Il debito pubblico è il prodotto di secoli, ma il malefico “spread” di appena nove anni: la somma dei malgoverni berlusconiani", di Guido Carandini
Spesso per capire l’attualità occorre guardare parecchio indietro nella storia. E scoprire, per esempio, che risale al 1694 la nascita della Banca d’Inghilterra e, con essa, del primo sistema del “debito pubblico” che poneva il finanziamento dello Stato su una base più solida di quella precedente dei banchieri privati. La fiducia su cui si poté costruire allora il debito pubblico inglese era essenziale per i banchieri olandesi che lo finanziavano anche per approfittare dei più alti tassi di interesse pagati dalla Banca centrale inglese. Come vedete c’è poco di nuovo sotto il sole: gli Stati si sono indebitati da quando la spesa pubblica ha cominciato a superare gli introiti fiscali. Ma per un paradosso dell’economia capitalista, studiato da pochi economisti (da noi, a mia conoscenza, solo da Paolo Leon) il passivo dei conti pubblici può accrescere il reddito nazionale (il Prodotto interno lordo) e, per questa via, trasformarsi in un attivo nei conti privati, per esempio aumentando simultaneamente i profitti delle imprese e i consumi dei loro dipendenti. E poiché dunque nel PIL, al contrario …