Giorno: 23 Gennaio 2012

Bersani: «Guido Rossa fu ucciso perché difese democrazia»

«Nell’anniversario della morte di Guido Rossa, operaio e sindacalista della Cgil barbaramente ucciso il 24 gennaio di 33 anni fa dalle Brigate rosse, voglio unire il mio ricordo a quello di chi non dimentica il sacrificio delle vittime di quel folle progetto eversivo»: lo ha dichiarato oggi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in occasione dell’anniversario della morte dell’operaio genovese. La figlia: «Giusto liberare i due br» Sabina Rossa: «Mio padre e la sua lotta solitaria» «La violenza terrorista – ha detto Bersani – volle colpire in Guido Rossa un uomo che con fermezza ed alto senso civico si schierò a difesa delle istituzioni democratiche. L’Italia superò quella gravissima minaccia grazie al contributo di uomini come Guido Rossa, che seppero opporsi alla violenza con coraggio e al prezzo della propria vita». Secondo Bersani, «in quella scelta di civismo va riconosciuto non solo il valore di un uomo ma di un mondo, quello del lavoro, che ha sempre difeso i principi della nostra Costituzione perché quei principi ne riconoscono il ruolo fondamentale per tutta la …

"Paura, instabilità, futuro. Ecco la generazione 2.0 che si affaccia al voto", di Carlo Buttaroni *

Ottimisti e attenti al «bene comune», ma già condizionati dalle prospettive di precarietà. Sono i ragazzi fra i 17 e i 21 anni che usano il web, comunicano con gli sms e temono di avere nella vita meno opportunità dei loro genitori Ottimisti, attenti alle novità, positivamente orientati verso i diritti civili, la convivenza sociale e il bene comune. E naturalmente ipertecnologici. È questa la fotografia dei giovanissimi tra i 17 e i 21 anni. Nel complesso sono soddisfatti del proprio tenore di vita, ma allo stesso tempo, sono titubanti rispetto al futuro, anche perché un giovane su due ha paura di non trovare lavoro. Il 71% è convinto che valga la pena impegnarsi per valori come l’uguaglianza sociale e la solidarietà, piuttosto che puntare sui soldi e sul successo personale. Non si sentono rappresentati nella difesa dei loro diritti, se non parzialmente dai sindacati e dalle istituzioni. Nonostante questo non sono disattenti nei confronti della politica, che seguono prevalentemente attraverso internet o parlandone con gli amici. E, infatti tre giovani su quattro si collocano …

«Camusso: “Per noi è no. Ma trattiamo su fisco e tempi dei risarcimenti”», di Alessandro Barbera

«Per finanziare la riforma chiedere di più agli autonomi» I GIOVANI «Non serve un nuovo contratto ne esistono già due, apprendistato e inserimento». SUI CONTENZIOSI APERTI «Per le dispute previdenziali c’è una proposta interessante dall’Inps». LE NUOVE GENERAZIONI «Lo ammetto, il sindacato poteva fare di più per organizzarle» ROMA. Segretario Camusso, il momento è arrivato. Il premier vi chiede di non porre veti. «Abbiamo detto chiaramente che per noi l’articolo 18 non può essere oggetto di discussione. A meno che non pensino di estenderlo». All’inizio di una trattativa si dice sempre così. Eppure il governo si siede con l’idea di trovare un compromesso attorno alla proposta Boeri-Garibaldi: in sostanza la tutela dal licenziamento verrebbe garantita solo dopo tre anni di lavoro. «Si sono costruite aspettative sbagliate. Abbiamo firmato un accordo con Cisl e Uil proprio per sgombrare ogni dubbio. Non c’è bisogno di introdurre un nuovo tipo di contratto. Per i giovani ne esistono già di due tipi, si chiamano apprendistato e inserimento». E’ opinione di molti che l’articolo 18 sia un elemento di irrigidimento …

"Articolo 18? La priorità è il precariato. E il governo rafforzi le liberalizzazioni", intervista a Rosy Bindi di Federica Fantozzi

«Investimenti, abbassamento del costo del lavoro, semplificazione della normativa sui contratti di lavoro che ci allontani dalla giungla creata dalla legge Biagi, nuovi ammortizzatori sociali. Non si può introdurre nuova flessibilità senza prima metterla in sicurezza». Onorevole Rosy Bindi, da presidente del Pd faccia un bilancio della prima assemblea del Pd nell’era deberlusconizzata. Una riunione che a qualcuno è sembrata un po’ sottotono. «È stato un momento di riflessione seria, espressione di un partito che ha consapevolezza delle sue responsabilità e della sua forza. In tutti gli interventi si è affermato con chiarezza il sostegno leale al governo Monti senza rinunciare alle nostre idee. Lo abbiamo fatto sulla manovra, lo faremo su liberalizzazioni e mercato del lavoro». Discussione sulle primarie rimandata a dopo l’eventuale riforma elettorale. Un ordine del giorno alla fine non votato. Avete fatto melina? «Guardi, l’ordine del giorno che non abbiamo votato domenica era stato approvato nell’assemblea precedente. Non c’è nessuna indisponibilità a discutere di primarie: nella malaugurata ipotesi in cui si andasse a votare con il Porcellum le faremo. Troveremo strumenti …

"Semplificare senza sacrifici", di Stefano Rodotà

Vi sono due punti nel decreto sulle liberalizzazioni che meritano d´essere sottolineati per il loro notevole significato di principio. Il primo riguarda l´eliminazione della norma che, vietando ai Comuni di costituire aziende speciali per la gestione del servizio idrico, contrastava visibilmente con il risultato del referendum sull´acqua come bene comune. Abbandonando questa via pericolosa e illegittima, il governo non ha ceduto ad alcuna pressione corporativa ma ha fatto il suo dovere, rispettando la volontà di 27 milioni di cittadini. Certo, la costruzione degli strumenti istituzionali necessari per dare concretezza alla categoria dei beni comuni incontrerà altri ostacoli nel modo in cui lo stesso decreto disciplina nel loro insieme i servizi pubblici. Ma il disconoscimento di una volontà formalmente manifestata con un voto avrebbe gravemente pregiudicato il già precario rapporto tra cittadini e istituzioni, inducendo ancor di più le persone a dubitare dell´utilità di impegnarsi nella politica usando tutti i mezzi costituzionalmente legittimi. Vale la pena di aggiungere che questa scelta può essere valutata considerando anche l´annuncio del ministro Passera relativo all´assegnazione delle frequenze, da lui …

"Il test per la politica", di Franco Bruni

Oggi il governo avvia il tavolo sul mercato del lavoro. Ha appena varato il decreto sulla concorrenza. La «seconda fase» dei suoi provvedimenti, per il rilancio della crescita, è in pieno svolgimento. Ma la cooperazione europea, della quale l’Italia non può fare a meno, è in uno stallo che allarma anche le agenzie di rating. La settimana scorsa Monti è riuscito a far riunire i tre partiti che lo sostengono per dare un consenso congiunto a una mozione che stimoli l’Europa a darsi una mossa. Ora deve convincerli ad approvare il decreto sfruttando l’assenso di massima che hanno espresso. Ma insieme all’assenso sono apparsi segni di una incompleta responsabilizzazione dei partiti, che può causare dilazioni, complicare il tavolo con le parti sociali, indebolire Monti a Bruxelles. C’è movimento su tutti e tre i fronti della battaglia per domare la crisi: i provvedimenti del governo, il potenziamento della cooperazione europea, il miglioramento del clima politico nazionale. Diventa più chiaro il collegamento fra i tre fronti. Gli sviluppi in sede comunitaria influenzano quelli sul fronte politico interno. …