Giorno: 22 Gennaio 2012

"Giornata della memoria. Una tazza di tè con gli ultimi sopravvissuti della Shoah", di Enrico Franceschini

Sembra un centro anziani come tanti. Ma Eva, David, Bella e gli altri trecento soci dell´Holocaust Survivors di Londra in comune non hanno soltanto l´età. Turchi, ungheresi, polacchi, sono ebrei passati per i campi di sterminio. E qui con fatica hanno imparato a non vergognarsi di essere stati salvati I nostri racconti. Nessuno voleva sentire la nostra esperienza. Quando raccontavo dei campi, la gente si ritraeva spaventata. Ma forse era vergogna. Perché non io? Ho perso la mia migliore amica che è stata catturata dalla Gestapo e spedita a Auschwitz. Lei è morta io sono sopravvissuta Perché lei e non io? Avevo due fratelli gemelli Il dottor Mengele li usò per i suoi folli esperimenti Mio fratello divideva il letto con un nanetto del circo, anche lui una cavia Credi in te stesso Come ho fatto a resistere? Devi credere in te, dicevo Sopravviverò, gridavo silenziosamente. E sono sopravvissuto. Ma tanti cedevano e sono morti LONDRA «Io mi dicevo: sopravviverò. Sopravviverò! E sono sopravvissuto. Ma tanti accanto a me si lasciavano vincere dalla fame, dal …

"Europa e Italia, non sprecate la bonaccia", di Giuliano Amato

«Se convinceremo i mercati, la strada per le nostre misure sarà più facile anche in Parlamento». Così – a quanto si legge – avrebbe detto Mario Monti al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato le liberalizzazioni. Io non so se i leaders politici, gelosi delle proprie prerogative e quindi della propria autonomia dagli agenti finanziari, apprezzeranno un commento del genere. So per certo che esso dimostra quanto Monti abbia chiari i termini della partita nella quale l’Italia e l’Europa si stanno ormai giocando la sopravvivenza stessa dell’euro. Metterla così può sembrare inutilmente allarmistico al termine di una settimana apertasi sotto gli infausti presagi suscitati dal declassamento di tre quarti dell’Eurozona da parte di Standards & Poor e conclusasi invece con le Borse in salita, gli spread (e in particolare i nostri) in discesa e, appunto, un pacchetto italiano di liberalizzazioni certo parziale, ma comunque sufficiente a dimostrare che i compiti a casa li prendiamo sul serio. Insomma, la fiducia sta tornando, i compratori che avevamo perso per i nostri titoli stanno cominciando a …

"Università, il problema non è la fuga dei cervelli ma l’incapacità di attrarli", di Francesco Benigno

Una circolazione sbilanciata dei talenti penalizza lo sviluppo del Paese. All’emigrazione dei ricercatori corrisponde un’immigrazione non qualificata Da qualchetempo i giornali si occupano frequentemente del fenomeno della «fuga dei cervelli». Si indica così quella quota di giovani laureati che ha deciso di cercare una sistemazione professionale all’estero. Secondo dati dell’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, ogni anno 60mila giovani emigrano, e la metà di questi, circa 30mila, sono laureati. La motivazione di questo flusso è evidente: statistiche consolidate mostrano un basso tasso di occupazione giovanile in Italia, paragonabile a quello spagnolo e francese ma distante da quello tedesco o inglese; masoprattutto indicano che, mentre negli altri Paesi europei, col crescere dell’istruzione il livello di occupazione s’innalza, in Italia rimane basso, al di sotto dei livelli spagnoli e francesi. La riforma universitaria con l’introduzione del 3+2 non sembra aver portato l’effetto sperato, quello cioè di abbreviare i tempi di inserimento nel mercato del lavoro, ma pare averli allungati. Rispetto a questa preoccupante situazione, amplificata da storie emblematiche di ingiusta e talora sofferta emigrazione forzata, spesso tanto …

"Chi l'ha fatta franca. Banche, Autostrade…", di Sergio Rizzo

Banche, autostrade, treni, gas e benzina. Le attese «tradite» dalle liberalizzazioni Mario Monti si è presentato dichiarando guerra a privilegi delle corporazioni e rendite monopolistiche. E sarebbe ingiusto ripetere oggi quanto ha detto venerdì Silvio Berlusconi uscendo dall’aula dove si celebrava il processo Mills: «La cura non ha dato risultati». Perché nel decreto liberalizzazioni ci sono alcune novità coraggiose. Addirittura rivoluzionarie rispetto all’apatico immobilismo del precedente governo del Cavaliere: tanto convinto del fallimento del suo successore da aspettarsi ora addirittura «di essere richiamato». Parole sue, naturalmente… Ma sarebbe ingiusto anche non sottolineare le tante retromarce fatte rispetto alle attese che la cosiddetta «fase due» aveva generato. Confermando la sensazione che gli oligopoli siano riusciti anche in questo caso a limitare i danni. Molti avevano sperato, per esempio, in un intervento molto profondo per liberalizzare il settore dei trasporti. Si è scoperto invece che la separazione fra la società che gestisce i binari dei treni (Rete ferroviaria italiana) e quella che fa marciare locomotive e vagoni (Trenitalia) non era stata mai messa all’ordine del giorno. Potenza …

"Chi ha detto che il servizio pubblico è per pochi?", di Piero Angela

Ho letto l’intervento di Giorgio Gori pubblicato l’altro ieri dal Corriere con il titolo «Una Rai con il canone, una con gli spot». Una breve considerazione. Ritengo che trasformare Rai 1 e Rai 2 in reti alimentate dalla sola pubblicità e delegare il ruolo di servizio pubblico a Rai 3 (sia pure con una coroncina di reti specialistiche digitali) significherebbe affondare il ruolo che la Rai, intesa come servizio pubblico, dovrebbe svolgere. Essendo l’unica rete pubblica rimasta, a quel punto Rai 3 potrebbe correre il rischio, come di regola avviene in Italia, di dover rappresentare «culturalmente» l’arco costituzionale (con tematiche, trattazioni, autori, dirigenti di varie «aree»?), e magari anche di diventare il terminale di tanti eventi «doverosi» (mostre, manifestazioni, premi letterari), e non potrebbe certo ignorare il teatro, i concerti, la lirica e altro. Ma supponiamo che le cose funzionino bene, che la rete trovi una sua indipendenza, e che i programmi siano di qualità grazie agli autori e registi molto bravi che esistono in Rai. Ci sono due esempi di ottime reti pubbliche: la …

"La battaglia per l'Europa", di Nadia Urbinati

L´Europa sta attraversando un dei periodi più duri e complessi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le speranze e le attese per un futuro del continente guidato da un senso collettivo di responsabile condivisione di beni e diritti stanno paurosamente declinando. L´Europa ha cercato di essere una patria umana e libera per milioni. E ha dimostrato di poterlo essere quando, e fino a quando, la politica democratica è stata la sua dimensione effettuale. Rischia di diventare un´esperienza di cui parlare al passato. Nel presente è già un incubo per chi vuole ancora difenderla, poiché la sua salvezza sembra costare troppo, un prezzo che è sempre più alto e che, soprattutto, appare sempre meno giustificato ai molti che si stanno impoverendo ogni giorno di più. Per che cosa pagare così tanto? La democrazia è stata la sfida che l´Europa del dopoguerra aveva voluto affrontare unendosi. La sua è stata una storia di successo. Oggi, paradossalmente, sembra che la salvezza di questa unione metta a repentaglio la democrazia. Chi ci guadagna dalla distruzione della speranza degli europei …

"La scossa della Concordia", di Lorenzo Mondo

Ho viaggiato una volta su una nave della Costa e, a parte gli inconvenienti dovuti all’eccessivo e chiassoso affollamento, non ho avuto di che lamentarmi del personale di bordo, delle varie prestazioni offerte dalla crociera. Non ho assistito alla pratica dell’«inchino», l’abitudine cioè di avvicinarsi alle coste per salutare qualcuno o rendergli omaggio. Forse quel comandante non amava simili esibizioni, forse non erano consentite nei luoghi del Mediterraneo orientale toccati dalla navigazione. Sicché la tragedia della «Concordia» mi trova, a questo riguardo, impreparato e sgomento. Tanto più quando apprendo che la stessa nave aveva già effettuato nel corso degli anni 52 «inchini». Una notizia che rende ben più pesanti, ed estensibili, le accuse rivolte allo sciagurato Schettino. C’è da chiedersi perché, a partire dalla Compagnia, nessuno intervenisse a scongiurare un comportamento così pericoloso e, in varie situazioni, chiaramente dissennato. Lo dimostra a usura l’infortunio del comandante Schettino, così vicino all’isola che, ad onta della sua abilità, si è avveduto solo all’ultimo momento, per «la schiuma sull’acqua», dello schianto imminente contro uno scoglio. E vengono i …