Giorno: 5 Gennaio 2012

Disoccupazione giovanile ai massimi dal 2004: senza lavoro un giovane su tre

E’ allarme disoccupazione per i giovani in Italia. A novembre, in base ai dati provvisori diffusi dall’Istat, il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 30,1%: si tratta del dato più alto dal gennaio del 2004, anno in cui sono iniziate le serie storiche mensili. In sostanza, un giovane su tre di coloro che partecipano al mercato del lavoro, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, è disoccupato. Il dato sulla disoccupazione giovanile (fascia 15-24 anni) é il più alto, sottolineano i tecnici dell’Istat, “dal gennaio 2004, quindi dall’inizio delle serie storiche mensili”. La crisi economica appare essersi poi abbattuta con forza sul mercato del lavoro. Sono 670mila gli occupati in meno in Italia dall’aprile del 2008, inizio della crisi, e novembre 2011. Ad aprile del 2008 gli occupati erano 23.573.000, mentre a novembre 2011 erano 22.906.000.010. Nel terzo trimestre 2011 il tasso di disoccupazione é pari al 7,6%, un decimo di punto in più rispetto al terzo trimestre 2010. L’Istat rende noti anche i dati provvisori di novembre, con un tasso …

“Lavoro, quella trappola chiamata contratto unico”, di Luigi Mariucci

Sul tema del cosiddetto “contratto unico” circolano molte proposte, tra loro radicalmente diverse, il cui solo tratto comune consiste in realtà nell’aggiungere un “contratto in più”. Rimarrebbero infatti in vigore molte altre forme contrattuali, dall’apprendistato al lavoro a termine, dal lavoro in affitto ad altre tipologie di contratti atipici. L’aggettivo “unico” è quindi mistificatorio: viene utilizzato a fini seduttivi. Tanto che da ultimo si usa l’espressione, certo inestetica ma più vera, di contratto“prevalente” Per ricostruire il senso della proposta occorre quindi risalire alla sua formulazione iniziale, importata in Italia ma dovuta in realtà a due economisti francesi (Cahuc e Kramarz), che ha ispirato in Francia il cosiddetto contratto di “nouvelle embauche”, dichiarato poi illegittimo dalla Corte d’appello di Parigi tra l’altro con la seguente e icastica motivazione: «È paradossale pensare che per aumentare l’occupazione si debbano liberalizzare i licenziamenti». L’idea originaria, per quanto criticabile, era tuttavia chiara: essa consisteva nello scambio tra un nuovo contratto di assunzione a termine, assistito da varie provvidenze economiche (quali una indennità in caso di cessazione del rapporto) e abrograzione …

"Il valore dei beni comuni", di Stefano Rodotà

Si può dire che il 2011 sia stato l´anno (anche) dei beni comuni. Espressione, questa, fino a poco tempo fa assente nella discussione pubblica, del tutto priva d´interesse per la politica, anche se il premio Nobel per l´economia era stato assegnato nel 2009 a Elinor Ostrom proprio per i suoi studi in questa materia. Poi, quasi all´improvviso, l´Italia ha cominciato ad essere percorsa da quella che Franco Cassano aveva chiamato la “ragionevole follia dei beni comuni”. E questo è avvenuto perché la forza delle cose ha imposto un mutamento dell´agenda politica con il referendum sull´acqua come “bene comune”. Da quel momento in poi è stato tutto un succedersi di iniziative concrete e di riflessioni teoriche, che hanno portato alla scoperta di un mondo nuovo e all´estensione di quel riferimento ai casi più disparati. Si parla di beni comuni per l´acqua e per la conoscenza, per la Rai e per il teatro Valle occupato, per l´impresa, e via elencando. Nelle pagine culturali di un quotidiano campeggiava qualche mese fa un titolo perentorio: “I poeti sono un …

"Orari liberi, il “sì però” democratico", di Fabrizia Bagozzi

Le lenzuolate di Monti sono di destra o di sinistra? Ne parliamo con l’ex mister prezzi. In vigore da appena cinque giorni, la deregulation su orari e apertura dei negozi non smette di alimentare polemiche al calor bianco. I commercianti – con la significativa eccezione dei grandi operatori – paventano la sostanziale soppressione dei piccoli e medi. Un agguerrito ed eterogeneo rassemblement di regioni (le rosse Toscana e Puglia, le verdi Piemonte e Veneto) annuncia ricorso alla Consulta per conflitto di competenze. Per tutta risposta il Codacons fa sapere che denucerà all’Antitrust i governatori che lo faranno. La Cgil tuona: «I nuovi orari di negozi si concordano in regione e nelle città. Non si decidono a Roma per decreto». Anche i governatori dem discutono. Burlando (Liguria) ritiene che il liberi tutti sia un’opportunità. Rossi (Toscana) che un minimo di regole «a tutela di consumatori, lavoratori e piccolo commercio» sia necessario. Ma la liberalizzazione del commercio targata Monti porterà più benefici o più problemi? Ed era questo il momento giusto per farla, ammesso che per fare …

"Adesso è possibile fare la Maastricht della politica", di Antonio Misiani*

In una fase di sacrifici chi è eletto nelle istituzioni deve essere in prima fila nel dare l’esempio, eliminando ad ogni livello prebende e privilegi non più sopportabili. L’allineamento del trattamento economico dei parlamentari italiani al livello europeo va esattamente in questa direzione. Deve essere attuato senza inseguire l’antipolitica, basandosi sui dai dati reali e ricordando che non si parte da zero. Negli anni più recenti il Parlamento è intervenuto più volte per ridimensionare il trattamento economico dei deputati e dei senatori: dal 2006 l’indennità è stata ridotta del 10%; dal 2007 è congelato ogni adeguamento; dal 1° gennaio 2011 sono stati tagliati diaria e rimborsi (12 mila euro in meno all’anno); dal 1° novembre 2011 i parlamentari pagano un contributo di solidarietà pari al 10% per la parte eccedente i 90 mila euro di reddito imponibile (5 mila euro di tasse in più all’anno). Di conseguenza, rispetto a cinque anni fa il costo lordo di ciascun deputato e senatore si è ridotto di circa il venti per cento in termini reali. Il lavoro della …

"Adesso si dimetta il leghista", di Cesare Martinetti

Va bene l’opposizione ci mancherebbe -, incalzante e persino beffarda. Va bene la denuncia che non deve esitare al cospetto di nessuno. Ma il leghista Calderoli ieri ha superato ogni limite: del buon gusto capita spesso – e dell’intelligenza politica. Denunciare come una «festa» la cena privata del professor Monti con i suoi famigliari a Palazzo Chigi la sera del 31 dicembre ed aver chiesto le dimissioni del presidente del Consiglio è semplicemente ridicolo. Calderoli ha trascorso anni in un governo il cui capo era lui sì un organizzatore di «feste» (mai denunciate dal moralizzatore leghista) e la Lega ha prodotto negli anni vere carnevalate come il trasferimento dei ministeri a Monza. E soprattutto la denuncia si è rivelata totalmente infondata. La misura e l’eleganza del professor Monti dovrebbero indurre Calderoli alle dimissioni. Temiamo non accada. La Stampan 05.01.12 ****** “La Lega: festa di Capodanno a Palazzo Chigi Il premier: cotechino e lenticchie a spese mie”. di Giovanna Casadio Il Pd attacca l´ex ministro: “Si è dimenticato i Bunga Bunga sugli aerei di Stato”. Ne …

"Che non sia un tempo sospeso", di Antonio Valentino

Non possiamo stare ancora per 18 mesi – se questo governa dura fino a fine legislatura – in situazione di apnea. E’ un lusso che non possiamo concederci, anche perché abbiamo alle spalle una stagione che ha ulteriormente allargato la demotivazione del mondo della scuola e quindi il suo stato di disorientamento e abbandono, pur in presenza di qualche elemento ordinamentale di segno innovatore, introdotto recentemente, che però non è riuscito a decollare. Soprattutto per incuria, incompetenza e incultura della cosa pubblica dei precedenti governi. Mi hanno colpito, della lettera del 9 novembre scorso, che i vertici dell’UE hanno indirizzato al governo italiano (ancora “titanicamente” nelle mani di Berlusconi) sulle misure urgenti per la nostra economia, alcuni passaggi in cui si tendeva a mettere il dito sugli impegni mancati e la insipienza gestionale della cosa pubblica, che chiaramente costituivano atti di accusa verso una cultura politica – quella del nostro paese – arruffona e inaffidabile. Questo si evince non tanto dai 39 punti di quella famosa lettera, quanto piuttosto dalla premessa metodologica (General question) nella …