Giorno: 31 Gennaio 2012

"Contratti a tempo determinato nel 70% delle assunzioni e aumentano i licenziamenti", di Valentina Conte

Crolla l´occupazione nella grande industria italiana. In sei anni, quelli che preparano e seguono la Grande Crisi (2005-2010), le imprese perdono l´8 per cento dei loro addetti. E intanto il lavoro si trasforma: 7 dipendenti su 10 entrano da precari, altrettanti escono quando scadono i contratti, se incentivati o licenziati. E quest´ultima voce mette il turbo, a conferma che l´articolo18 dello Statuto dei lavoratori forse è solo un falso problema. I licenziamenti fanno un balzo in avanti di oltre un terzo, raggiungendo nel 2010 il 7,5 per cento del totale delle uscite dal 5,5 del 2005. In sei anni sono cresciuti del 36,4 per cento. E dopo un 2011 di stagnazione, è già recessione. Si entra da precari e dunque si esce presto. Quando scade il contratto, quando l´azienda incentiva l´uscita o quando arriva il licenziamento. In sei anni, dal 2005 al 2010, nelle grandi aziende italiane con più di 500 addetti l´occupazione è calata del 2,9%: crollata nell´industria (-8%), a galla nei servizi (+0,2%). A farne le spese soprattutto gli operai, peggio nell´industria e …

"Organici, riforma al rallentatore", di Alessandra Ricciardi

Il consiglio dei ministri frena sul contingente funzionale e l’autonomia, il Mef vuole vederci chiaro. Nel dl Semplificazioni, via la norma, spuntano le linee guida. Si è così alla terza versione, saltando le intermedie. La prima indicava i numeri del nuovo contingente di docenti e personale ausiliario, tecnico e amministrativo frutto della riforma dell’organico funzionale. Si è passati alla seconda: via tutti i numeri sul nuovo organico, restava però il riferimento al meccanismo che avrebbe consentito già dal prossimo anno di stabilizzare i lavoratori sui posti ordinariamente scoperti. É questa la versione, anticipata da ItaliaOggi martedì scorso, con cui è entrato al consiglio dei ministri il decreto legge Semplificazione. Ma neanche questa sembra fosse quella buona: il provvedimento nel corso della riunione del consiglio dei ministri, durata oltre 6 ore, è stato oggetto di nuove modifiche, come ha confermato il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi nel corsod ella cofnerenza stampa. Oggi dovrebbe essere pronto il testo definitivo. Versione dalla quale, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, risulta essere sparita la norma cogente su organico …

"Atenei, un test di valutazione per tutte le matricole", di Lorenzo Salvia

Non serviranno a mettere in moto la macchina implacabile del numero chiuso, lasciando fuori chi non è abbastanza bravo. Ma a dare allo studente qualche utile consiglio sul suo futuro, a dirgli se per quella facoltà è tagliato oppure no. È ancora presto per sapere se bisognerà prepararsi pure sulla grattachecca della sora Maria, come capitò l’anno scorso agli aspiranti infermieri della Sapienza. Ma presto tutti gli studenti che si vogliono iscrivere all’università dovranno sottoporsi ad un test, una serie di domande a risposta multipla. Non serviranno a mettere in moto la macchina implacabile del numero chiuso, lasciando fuori chi non è abbastanza bravo. Ma a dare allo studente qualche utile consiglio sul suo futuro, a dirgli se per quella facoltà è tagliato oppure no. Lasciandogli comunque la possibilità di iscriversi, anche se il risultato dovesse essere da ultimo della classe. Li chiamano test di autovalutazione, qualche università già li offre sul proprio sito internet. Ma nei piani del ministero dell’Istruzione dovrebbero diventare obbligatori per tutte le matricole se non dal prossimo anno accademico almeno …

"Tanti annunci ma zero risorse", di Mario D'Adamo

Obiettivi imponenti, azioni a tutto campo, la scuola come ascensore sociale, edilizia scolastica rinnovata, efficienza energetica ma risorse al palo. Il ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, illustra alla commissione istruzione e cultura del Senato la propria strategia e il 25 gennaio consegna un impegnativo documento che la riassume. Il ministro intitola il documento «Linee d’azione», quasi a voler sottolineare l’immediata fattibilità del suo programma di governo. Ma gli interventi sono solo enunciati, non sono descritti analiticamente, e, soprattutto per la scuola, non sono individuate risorse aggiuntive, soldi freschi. La scuola deve essere «uno dei motori di sviluppo del nostro paese», recuperando quel ruolo di rimozione delle disuguaglianze e di promozione sociale che oggi non riesce più a svolgere. Certificare così il fallimento dell’istruzione pubblica non basta a risollevarla. Gli elevati tassi di abbandoni, i numeri eccessivi di giovani tra i 18 e i 24 anni, in possesso del solo diploma di scuola media, che non studiano più né lavorano ancora, le grandi differenze di risultati tra le varie aree geografiche del paese e tra le varie …

"Non basta un successo parziale", di Franco Bruni

Il vertice di Bruxelles di ieri sera ha cercato di raggiungere tre obiettivi: il rafforzamento della disciplina comunitaria dei bilanci pubblici, con un nuovo «patto fiscale» fra i Paesi dell’area dell’euro; il rilancio di politiche comunitarie di crescita, che si affianchino alla disciplina di bilancio e ne contengano gli effetti depressivi di breve periodo; l’istituzione di un fondo salva-Stati permanente, in grado di finanziare a medio termine i Paesi in difficoltà, dando loro tempo di riequilibrare i bilanci con buone riforme strutturali, in modi sostenibili, senza precipitazione controproducente. Sui tre fronti c’è stato un successo parziale. Il patto fiscale è il testo di un Trattato che sarà sottoscritto anche dai Paesi che non hanno l’euro, salvo la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca. Si sovrappone in modi non del tutto chiari alla legislazione sugli squilibri macroeconomici che l’Ue ha appena varato con un lavoro lungo e complesso; rischia di essere una complicazione che, nella sostanza, non aggiunge quasi nulla salvo imporre ai Paesi di introdurre alcune norme della disciplina fiscale nella propria legislazione, possibilmente a …

«Assunzioni e contratti ai giovani ricercatori per rilanciare l’università», di Mariagrazia Gerina

C’è chi va avanti con contratti Co. co.co., chi continua a mettere insieme borse di studio. Precari della conoscenza. Lavoratori in via d’estinzione. Decine di migliaia di ricercatori precari, almeno cinquantamila solo nelle università, che non hanno davanti a sé nulla. Neppure la prospettiva di un contratto a tempo determinato, che arrivi in un tempo ragionevole. E negli enti di ricerca non va meglio. Su 18mila ricercatori, 12mila sono precari. Ei vincoli per procedere alle assunzioni sono talmente tanti che impediscono di tradurre in contratti anche i pochi soldi che ci sarebbero in cassa. È da qui, secondo la Flc Cgil, che il governo Monti dovrebbe ripartire. Altro che abolizione del valore legale del titolo di studio. «Contratti per i giovani ricercatori precari», scandisce il segretario nazionale, Domenico Pantaleo. Trentamila ricercatori da assumere nei prossimi cinque anni, con contratto a tempo determinato,ma con risorse già accantonate per la stabilizzazione. Altri 20mila posti per nuovi professori associati. In tutto cinquantamila contratti da qui ai prossimi cinque anni. Questi sono – secondo la Flc Cgil – i …

"Se il sindacato intonasse la Marsigliese", di Eugenio Scalfari

Mi aspettavo una risposta di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, al mio articolo di domenica che si apriva con una lunga citazione da un´intervista che Luciano Lama ci dette nel gennaio del 1978. Me l´aspettavo e la ringrazio vivamente di avercela inviata. Avevo anche deciso che non l´avrei commentata poiché speravo che – pure ribadendo i punti di vista del sindacato da far valere al tavolo del negoziato con il governo – avrebbe dimostrato d´aver capito quale sia la situazione attuale nella quale si trova l´economia dell´Italia, dell´Europa e di tutto l´Occidente. L´intervista con Lama da me citata poteva essere di grande insegnamento: un dirigente sindacale metteva l´interesse generale al di sopra del pur legittimo “particulare” e faceva diventare il sindacato un protagonista attraverso una politica di sacrifici che andavano dalla licenziabilità alla moderazione sindacale, alla riduzione della cassa integrazione, con la principale finalità di far diminuire la disoccupazione e aprire l´occupazione alle nuove leve giovanili. Purtroppo non ho trovato, nella risposta della Camusso, l´intelligenza politica che in altre recenti circostanze aveva dimostrato. È …