Mese: Gennaio 2012

Bersani: «Sul lavoro serve coesione. Non si torni indietro», di Giuseppe Vittori

Nel Pd si guarda con estrema attenzione alla partita sul mercato del lavoro che si è aperta tra governo e sindacati. Pier Luigi Bersani in questi giorni di pausa dei lavori parlamentari non ha interrotto i contatti con Palazzo Chigi, oltre che con i leader delle altre forze politiche che in Parlamento sostengono Monti. E il messaggio che ha inviato all’esecutivo è di procedere con cautela, perché l’unità sindacale è «un bene comune» che già per troppi anni è venuto a mancare e perché l’Italia può uscire dalla crisi «soltanto se ci sono cambiamento e coesione, insieme, non uno dei due senza l’altro». Il leader del Pd, quando nella tarda mattinata di ieri ha saputo che il governo intende procedere con incontri bilaterali con le parti sociali, ha anche pensato che forse l’idea era di vedere separatamente sindacati e associazioni delle imprese, non le singole sigle sindacali. Col passare delle ore, tra le proteste della Cgil per il niet dell’esecutivo a un tavolo comune sul lavoro, il quadro si è fatto più chiaro. E dal …

«Vietato difendere l'Unità». Diktat di Grillo contro i «traditori», di Adriana Comaschi

Bianco e nero, o con noi o contro di noi. Non si dissente nel Movimento 5 stelle. Beppe Grillo lo ha ribadito solo pochi giorni fa. Puntando il dito on line contro un consigliere del suo movimento in Emilia-Romagna, “colpevole” di avere presentato una risoluzione in difesa dei lavoratori dell’Unità, di cui conosce le attuali difficoltà legate anche alla riduzione dei fondi per l’editoria. Il tema infatti è tabù, chi riceve contributi pubblici per Grillo è «un cane da guardia dei partiti» tout court. E a «chi la pensa diversamente» l’ex comico detta: «Il Pd meno elle lo accoglierà a braccia aperte». Così il diretto interessato, Andrea Defranceschi, incassa: la risoluzione viene riformulata citando anche altre situazioni nel panorama editoriale. Ma insieme accusa: «Valuterò nei prossimi giorni, a mente fredda, se mi trovo ancora a mio agio in questo Movimento. Sono stato esposto al pubblico ludibrio, e non penso di meritarmelo». Il 27 dicembre Defranceschi presenta un testo perchè la giunta regionale «si impegni per l’Unità», che evidentemente non giudica così “nemica”. Il 28 qualcuno …

"Tagli alle spese militari: iniziamo con gli F-35 da 15 miliardi di euro", di Umberto De Giovannangeli

I contratti d’acquisto dei 131 cacciabombardieri di ultima generazione vanno rivisti Non si tratta solo di risparmiare denaro pubblico. Va ripensato il modello di difesa, eliminando inefficienze e storture. La sola prospettiva seria è l’integrazione europea. Non è solo questione di risparmiare in una situazione di crisi. La sfida è un’altra e ben più ambiziosa: tagliare per rendere più efficiente, funzionale, produttivo il nostro sistema di Difesa. Ridurre le spese militari non significa sottrarsi ad impegni assunti dall’Italia in organismi sovranazionali, dall’Onu alla Nato, ma orientare gli investimenti, razionalizzandoli, operando di «forbice» e non di «mannaia». A partire dalla vicenda al centro da giorni di un acceso dibattito politico: l’acquisto da parte del nostro Paese di 131 caccia bombardieri F35. L’Italia dovrebbe iniziare ad acquistare i primi quattro aerei quest’anno. Gli altri, entro il 2023. La spesa totale aggiornata è di almeno 15 miliardi di euro considerando che per i progetti aeronautici, i costi maggiori si hanno proprio per il mantenimento e la gestione dei mezzi aerei. I velivoli dovranno essere consegnati due anni dopo …

"Donne e maternità, dimissioni in bianco «stop agli abusi»", di Alessandra Arachi

La nota è arrivata ieri, chiara e inequivocabile: «Il governo interverrà presto sulla pratica delle cosiddette “dimissioni in bianco”». L’ha firmata Elsa Fornero, ministro del Lavoro con delega alle Pari opportunità. E adesso si aspetta soltanto che il governo dalle parole passi davvero ai fatti. Ovvero che, finalmente, venga ripristinato nelle aziende quel sistema di protezione nei confronti di una pratica tanto illegale quanto barbara. Sono stati in tanti a sollecitare il ministro Fornero sul problema delle dimissioni in bianco. Praticamente un coro, da quando si era insediata al ministero. Lettere di donne di varie estrazioni. Dichiarazioni di politici. L’appello del segretario della Cgil Susanna Camusso. E gli articoli dei giornalisti Dario Di Vico sul Corriere e Ritanna Armeni sul Foglio. Le proteste per le dimissioni in bianco erano cominciate ben prima. C’era stata una vera e propria sollevazione quando, tre anni e mezzo fa, il governo Berlusconi aveva voluto abrogare con un decreto d’urgenza la legge che tutelava le lavoratrici dalle dimissioni in bianco. L’aveva varata nel 2007 il governo di Romano Prodi quella …

"Come sconfiggere le corporazioni che frenano l´Italia", di Alessandro De Nicola

«È perchè ogni città è divisa in arte o in tribù, debbe tenere conto di quelle università, raunarsi con loro qualche volta, dare di sé esempli di umanità e di munificenzia». Così insegnava Machiavelli al XXI capitolo del Principe: chi governa deve rapportarsi con le lobby, dando esempi di umanità e munificenza. Da allora le cose non sono cambiate troppo e la questione dell´influenza dei gruppi di interesse sulla politica è ormai centrale per tutte le società occidentali. Che vi siano associazioni portatrici di interessi è ovviamente legittimo e sotto certi profili auspicabile. Tuttavia senza esagerare: il connubio tra Wall Street, i regolatori, i parlamentari e le diverse amministrazioni americane ha portato a distorsioni e salvataggi che vengono denunciati con uguale intensità dai contestatori di Occupy Wall Street e dai liberisti dei Tea Party. In Italia stiamo sperimentando in questi giorni la forza di corporazioni come tassisti, farmacisti, trasportatori, professionisti che bloccano, rallentano, ostacolano riforme benefiche per l´insieme della società. E non è certo detto che siano le lobby più chiassose ad essere quelle più …

"Equitalia, il cane lupo e i cittadini", di Massimo Gramellini

La guerra di sguardi lividi e carte bollate che gli italiani hanno ingaggiato da anni con Equitalia non ha nulla a che spartire con i gesti criminali di chi in questi giorni, nonostante le smentite della Storia, vuole farci credere che le ingiustizie si guariscano evocandone la madre: la violenza. La guerra di cui ci occupiamo qui è una guerra fra poveri, anzi, fra impoveriti (le finanze individuali contro quelle pubbliche) ed è il sintomo di un’emergenza nazionale che precede e spiega tutte le altre: il rapporto fra i cittadini e lo Stato. Secondo il manuale di educazione civica che prende polvere da decenni nelle nostre librerie, i cittadini sono lo Stato. E le tasse, di conseguenza, lo strumento per finanziare se stessi. Non pagarle rappresenta un atto di masochismo. Ma in Italia non è così. Per un italiano lo Stato è altro da sé, è un vampiro arrogante da buggerare più che si può. Di solito viene identificato con la casta costosa, pletorica e inefficiente dei politici, con il treno sporco e perennemente in …

"Assistenti e forfait: ora è chiaro dove intervenire", di Luca Landò

Ora è tutto chiaro. La politica ha nelle mani da ieri uno strumento efficace per rendere più efficienti le risorse pubbliche. Basta volerlo, ovviamente. Il dossier sugli stipendi dei politici redatto dalla commissione Giovannini, che ha messo a confronto i compensi di cariche elettive e organi istituzionali di sette Paesi europei, compreso il nostro, non è affatto incompleto e insufficiente come scritto nella relazione. Certo, se lo scopo era individuare una media europea – oggettiva e indiscutibile – a cui riferirsi, l’obiettivo è ancora lontano: le differenze tra un Paese e l’altro sono tali e tante da rendere impossibile anche a un esperto come Giovannini, presidente dell’Istat, di trovare un criterio scientifico di comparazione. Che la commissione abbia chiesto altri tre mesi di tempo è dunque meritorio e comprensibile ma del tutto ininfluente. Anche nella sua incompletezza, il dossier costituisce una base solida per intervenire. È però indispensabile leggere le tabelle con attenzione ed evitare conclusioni affrettate. Dire che l’indennità lorda di un parlamentare italiano sia la più alta d’Europa è corretto dal punto di …