Mese: Gennaio 2012

"Una strada in salita", di Paolo Baroni

Facile dire lavoro. Che quella occupazionale sia una vera emergenza ce lo dicono le cronache di tutti i giorni (quelle che raccontano delle proteste) e le statistiche, ufficiali e non. Se nel calcolo della disoccupazione si tiene conto degli operai in cassa integrazione a zero ore l’indice schizza dall’8,5 ufficiale al 13 per cento. La crisi non solo è drammatica ma ormai è conclamata. Le ricette per affrontarla, però, sono tutt’altro che chiare. Anzi, l’impressione è che le due agende, quella del governo e quella dei sindacati, proprio non coincidano. L’esecutivo, quando parla di lavoro, pensa essenzialmente alle regole, alla riforma dei contratti, «senza escludere nulla» e «senza pregiudizi», come hanno ripetuto negli ultimi giorni sia il presidente del Consiglio sia il ministro del Lavoro. La questione articolo 18, o se vogliamo, nella sua traduzione più comune, il tema della libertà di licenziare, dopo le polemiche di fine anno, non è formalmente sul tavolo. Ma il punto, per l’esecutivo, è – e resta – sempre quello: creare le migliori condizioni per le imprese, semplificare le …

"La recessione, i tagli e la lezione di Keynes", di Paul Krugman

“Il momento giusto per l´austerità al Tesoro è l´espansione, non la recessione”: così dichiarò nel 1937 John Maynard Keynes, proprio quando da lì a poco Franklin Delano Roosevelt avrebbe dimostrato la correttezza di questo suo dogma cercando di rimettere in sesto il budget troppo presto e spingendo in una profonda recessione l´economia che fino a quel momento si stava riprendendo con continuità. Tagliare la spesa pubblica in un´economia depressa deprime ancor più l´economia. Per l´austerità si dovrebbe attendere che sia già ben in corso una forte ripresa. Purtroppo, alla fine del 2010 e all´inizio del 2011, le autorità e i politici di buona parte del mondo occidentale hanno creduto di sapere il fatto loro, di doversi concentrare sui deficit e non sull´occupazione, quantunque le loro economie avessero a stento iniziato a riprendersi dalla depressione che aveva fatto seguito alla crisi finanziaria. E seguendo questo principio anti-keynesiano ancora una volta hanno dimostrato che Keynes aveva ragione. Dichiarando confermato il dogma economico keynesiano, vado naturalmente contro l´opinione dei più. A Washington, in particolare, il fallimento del pacchetto …

"Risarcimento Eternit. Dal "sì" al "no" ora Casale ci pensa", di Mauro Facciolo

L’ amianto è un’emergenza nazionale che come tale va affrontata. E’ stato deciso di avviare un percorso, in tempi brevi, per permettere al Comune di Casale di esercitare un ruolo importante nella strategia nazionale di contrasto alle malattie correlate all’amianto e alle azioni di bonifica». Lo ha annunciato ieri ad Alessandria il ministro della Salute, Renato Balduzzi, dopo aver incontrato in prefettura una delegazione del Comune di Casale guidata dal sindaco Giorgio Demezzi. Un confronto a porte chiuse, durato quasi un’ora e un quarto, al termine del quale ministro e sindaco si sono detti «soddisfatti». Già a metà gennaio a Roma ci sarà un vertice allargato ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e alla Regione Piemonte durante il quale si affronteranno il tema dei finanziamenti e quello del sostegno alla ricerca scientifica contro la malattia killer, il mesotelioma pleurico, che nell’anno appena terminato solo a Casale ha fatto altre 58 vittime. Gran parte di queste erano cittadini qualunque, che non avevano mai lavorato all’Eternit. Si aggiungono ai circa 1700 morti registrati in città in …

"La strategia Monti, le idee della sinistra contro la giungla dei lavori flessibili", di Roberto Mania

Dall´affitto agli incarichi a chiamata, il mercato degli impieghi è prigioniero oggi di decine di status diversi Un contratto unico per uscire dal dualismo del mercato del lavoro, dove c´è chi è garantito e chi non ha praticamente protezioni: a questo pensa il governo mentre prepara il difficile confronto con i sindacati Regole uniche per le pensioni, regole uniche anche nel mercato del lavoro. È l´obiettivo che si è dato il governo Monti. Dopo quindici anni di flessibilità spinta che ha portato a oltre quaranta tipologie contrattuali (dal lavoro in affitto fino al job on call, una vera giungla contrattuale) e che ci lascia, però, un tasso di occupazione giovanile tra i più bassi d´Europa (circa il 47 per cento contro una media Ue che viaggia intorno al 60 per cento), si è deciso di voltare pagina. Non un ritorno al passato, ormai improponibile nella competizione globale, ma il tentativo di chiudere la lunga stagione del dualismo nel mercato del lavoro: da una parte i protetti dalle leggi e dai contratti, dall´altra i precari quasi …

Le classi ci sono ancora ma la politica non sa più rappresentarle", di Carlo Buttaroni

Il conflitto sociale non scompare né si attenua: al contrario pone nuove istanze e nuove sfide davanti all’incalzare della crisi economica
La crescita dell’astensionismo determina problemi soprattutto alla sinistra. Esistono ancora le classi sociali? A rilanciare il tema, seppur in termini non così diretti come suggerisce la domanda, è stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo appassionato discorso di fine anno. Il Capo dello Stato ha più volte fatto riferimento ai lavoratori e alle forze produttive del Paese, ricordando le sue radici politiche, la sua vicinanza al mondo del lavoro, nonché il ruolo e lo slancio positivo del movimento operaio nei momenti più difficili della nostra Repubblica. Qualche giorno prima, Susanna Camusso, in una bella e intensa intervista a l’Unità, anticipava gli stessi temi, denunciando quanto il peso della crisi economica fosse a carico dei lavoratori e dei pensionati. Il presidente della Repubblica e la leader della Cgil, nelle loro riflessioni, hanno fatto spesso riferimento a classi di lavoratori e pensionati, pur declinandone il ruolo in un contesto nuovo e dalle inedite insidie com’è …

"Carditello, il saccheggio senza fine di un capolavoro del Settecento" di Francesco Erbani

Il proprietario della reggia è un consorzio di bonifica che affoga nei debiti e che vorrebbe vendarla all’asta. Attorno una “danza macabra” di enti pubblici: tribunale, soprintendenza, ministero, Regione Campania. E intanto le infiltrazioni d’acqua cancellano gli affreschi e i ladri passano ogni notte a spogliare l’edificio di marmi, stucchi, pilastri e pavimenti La reggia di Carditello cade a pezzi. E intorno a questo gioiello dell’architettura settecentesca, a pochi chilometri da Caserta, si allestisce una specie di danza macabra. Non bastano i ladri e i vandali che quasi ogni notte scavalcano il recinto e strappano la corona dello stemma, si avventano sulle aquile alla base dell’obelisco oppure danno fuoco a uno dei grandi platani che svettano davanti alla facciata dell’edificio, nell’arena dove i re Borbone allenavano i cavalli – i migliori nell’Europa del Settecento. Al grottesco e lugubre balletto dei saccheggiatori si aggiungono le istituzioni che dovrebbero occuparsi di questa residenza reale, costruita nel cuore di quella che un tempo era la Campania felix. E che invece scaricano le responsabilità l’una sull’altra. Lasciando che la …

«Manca ancora una strategia sulla lotta all’evasione fiscale», intervista a Vincenzo Visco di Bianca Di Giovanni

Si poteva fare di più (sulla lotta all’evasione) e meglio (sull’Irpef). Ma soprattutto si doveva fare prima: esattamente 10 anni fa. Purtroppo non è andata così: questa è la pesante responsabilità dei governi Berlusconi. A questo punto, dopo un decennio di malagestione dei conti e di racconti «fiabeschi» sulla realtà, agli italiani va detta la verità: «la manovra Monti è ineludibile. Necessaria, ma insufficiente». La vede così Vincenzo Visco, che descrive questo momento come «la crisi globale che si va dipanando. All’inizio se ne sono limitati gli effetti grazie al coordinamento internazionale delle azioni. Oggi invece ciascuno fa per sé, e la crisi peggiora». Difatti all’Italia non basterà aggiustare i conti: bisognerà anche modificare la politica economica europea. «il punto sta lì: si continua a chiedere di aggiustaee disavanzi, che sono l’effetto della crisi, non la causa. nel frattempo la Germania rischia di suicidarsi, evitando politiche espansive. Perché una cosa è chiara: il surplus tedesco può finire in due modi. O con la recessione, o con le politiche espansive. Scelgano loro». La «Merkel Politik» rischia …