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La classe non è acqua

Gli studenti scendono in piazza in tutta Italia, ma questa volta insieme ai professori. Cento cortei per protestare contro le misure del governo che taglia posti di lavoro e penalizza i precari. “Il governo ascolti le ragioni della protesta e dia risposte concrete ad insegnanti e studenti”. E’ il monito di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del PD. “Il Partito democratico vuole bene alla scuola pubblica e la difende – ha aggiunto – non voterà mai i nuovi tagli all’istruzione contenuti nella legge di stabilità. Il contributo di generosità venga chiesto stavolta a chi non ha mai pagato la crisi. Lo scambio tra ferie e giorni di lavoro in più è una truffa per licenziare altri insegnanti”.

Sul concorso pubblico indetto dal ministro della Scuola, Puglisi ha dichiarato: “Avevamo chiesto che il concorso fosse bandito esclusivamente sulle classi di concorso esaurite o in via di esaurimento così, invece, si trasforma in una lotta fra precari e non in una apertura di credito verso i giovani. Ora serve un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti”.

Riguardo la proposta di Legge Aprea (953), che prende il nome dall’omonima deputata forzista Valentina Aprea, la responsabile Scuola ha le idee chiare: “La 953 non è ancora legge. Siamo consapevoli dei nodi ancora da sciogliere, per questo chiederemo di aprire nuove consultazioni con l’associazionismo scolastico per le necessarie modifiche, ma basta con le bugie: è grazie alla battaglia dei parlamentari PD se la chiamata diretta è stata stralciata e le scuole non possono più essere trasformate in fondazioni”.

Nell’intervento su L’Unità di ieri: “Ancora bastonate agli insegnanti”, Puglisi aveva denunciato che “si profila un nuovo taglio di circa 6500 posti di lavoro e di 183.000 di euro, ottenuti facendo lavorare più ore gli insegnanti di sostegno delle scuole secondarie e facendo utilizzare durante l’anno scolastico le ore estive a disposizione degli insegnanti, a contratto invariato”.

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“Ho la sensazione che al ministro Profumo occorra una pausa di riflessione per tenere sulla scuola una linea sobria, che non lo porti improvvisamente ad avere una rivolta di tutti contro tutto”. Beppe Fioroni ha messo così in guardia il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo sui rischi delle misure annunciate sulla scuola.

“Dopo avere sollevato – ha sostenuto Fioroni – un caso sull’ora di religione,Profumo passa a confondere le scuole paritarie cattoliche con i diplomifici e ipotizza di legare l’iscrizione alla residenzialità e non alla scelta formativa. Questo è un vulnus costituzionale”.

Duro poi l’esponente del PD sulla riforma dell’orario dei docenti: “Invece che pagare gli scatti di anzianità bloccati da tre anni da pastoie burocratiche e risolvere i tagli con poche ore di supplenza ipotizza di aumentare di un terzo le ore di servizio a parità di remunerazione”.

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“Se dovessero permanere i provvedimenti previsti dalla legge di stabilità non sarà solo il cielo ad essere oscurato, ma anche il
futuro della scuola”, dichiarato Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati.

“Negli ultimi 15 anni alla scuola è già stato chiesto tanto: tantissimo in termini finanziari, con la sensibile riduzione di risorse per il funzionamento e per gli organici, tantissimo ai lavoratori, il cui contratto non è rinnovato e gli scatti stipendiali sono congelati. È stato chiesto troppo per pensare di non comprometterne il funzionamento, a scapito della qualità offerta agli studenti. Neppure in una fase recessiva – ha proseguito Ghizzoni – si può pensare di venir meno ad un diritto costituzionalmente sancito come il diritto allo studio: proprio in un momento di crisi il dovere della politica è garantire un futuro luminoso almeno ai giovani. È dunque auspicabile – ha concluso la presidente Ghizzoni – un ripensamento del governo, in caso contrario sarà il Parlamento, che può e deve svolgere il suo ruolo in autonomia dagli altri poteri dello Stato, a sanare una situazione divenuta insostenibile per gli insegnanti, per gli studenti e per la scuola tutta.”

da www.partitodemocratico.it

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“24 ore settimanali e 15 giorni in più di ferie. Ecco le norme che fanno discutere”, da Tuttoscuola.it

La legge di stabilità, secondo una bozza diffusa dai sindacati in attesa di definitiva convalida, prevede che “ dal 10 settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali. Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su posto comune è utilizzato per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità e per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo nonché per posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione. Le 24 ore di servizio del personale docente di sostegno sono dedicate interamente ad attività di sostegno ”.

Per quanto riguarda le ferie la bozza stabilisce anche che “ il periodo di ferie retribuito del personale docente di tutti i gradi di istruzione è incrementato di 15 giorni su base annua. Il personale docente fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative. Durante la rimanente parte dell’anno la fruizione delle ferie è consentita per un periodo non superiore a sei giornate lavorative subordinatamente alla possibilità di sostituire il personale che se ne avvale senza che vengano a determinarsi oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche” .
Contro queste norme, se saranno confermate, il Codacons e l’Anief hanno già preannunciato il ricorso alla Corte costituzionale.

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“Monti inciampa sulla scuola”, di Anna Maria Bellesia da La Tecnica della scuola

Basta leggere le ultime news per capire che con l’attuale legge di stabilità nel settore scuola il governo Monti ha superato il segno. È un fuoco incrociato da tutti i fronti. La parola più ricorrente è “follia”, quella più leggera “gravissimo” o “irresponsabile”. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e provocato un sollevamento generale è l’“atto di generosità”, per dirla con le parole del ministro Profumo, chiesto/imposto ai docenti della secondaria, ovvero l’aumento per legge di 6 ore dell’orario di lavoro a parità di stipendio, anzi con la prospettiva realistica di una decurtazione per chi volesse continuare l’orario vigente. Una gran bella pensata che ci avvicina alla Grecia e che dimostra quanto sia tenuto in conto il settore istruzione e chi ci lavora.
Ad aprire il fuoco ha cominciato la Cgil, già protagonista dello sciopero del 12 ottobre, che accusa il Governo di difendere solo gli interessi delle banche e della speculazione finanziaria, affossando i diritti dei lavoratori e lo stato sociale. Nella scuola – dice la Cgil – non sono bastati gli otto miliardi della legge 133/2008, i continui interventi legislativi, il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, la cancellazione della indennità di vacanza contrattuale, adesso “ siamo all’accanimento e alla barbarie ”.
D’altra parte, è di ieri il comunicato con cui il “moderato” Marco Nigi, segretario generale dello Snals-Confsal, ha esordito dicendo “ Basta alla follia di questo governo e al suo disprezzo per scuola e insegnanti ”. La Cisl non è da meno: “ Il Governo e il Ministro dell’Istruzione stanno dando in queste ore una prova di irresponsabilità che lascia allibiti ”. “ È fuori da ogni immaginazione la superficialità con cui si mette mano all’orario di servizio dei docenti ”. In effetti neppure Brunetta, con le sue norme imperative, si era intromesso nella materia specificamente contrattuale della definizione dell’orario di lavoro. “ La Cisl – continua il comunicato – è un sindacato serio e responsabile, esige che lo siano anche i suoi interlocutori, a partire dal Ministro ”.
Da parte della Uil, ci si augura che sull’orario di lavoro dei docenti non ci sia un “ impazzimento ”. Mentre la Gilda degli insegnanti parla di un “ vero e proprio abuso ”.
Insomma parole quanto mai dure. Se seguiranno i fatti, con un fronte sindacale compatto, il Governo avrebbe da temere, non tanto per l’affossamento delle norme di stabilità proposte, quanto per la stabilità stessa di chi governa il Ministero.
La Scuola è sempre stata un settore insidioso per i Governi. Non a caso l’ex ministro Fioroni a Profumo gliel’ha già detto: occorre una pausa di riflessione, oppure sarà rivolta di tutti contro tutti.
Intanto in sede parlamentare si moltiplicano gli altolà da parte del Pd. Da Francesca Puglisi, responsabile scuola del partito, alla senatrice Mariangela Bastico, per finire con Rosi Bindi, presidente del Pd e vicepresidente della Camera, si annuncia l’indisponibilità a votare “ tagli mascherati e misure che disattendono i legittimi diritti degli insegnanti ”. In effetti, risulta difficile oggi per il Pd avvallare quanto prospettato con l’ultima manovra finanziaria (bis, ter o quater?) soprannominata “legge di stabilità”, come quella di prima si chiamava “spending review”, giusto per far dimenticare agli italiani le rassicurazioni ripetute più volte da Monti che “ non ci saranno altre manovre ”.
Su una cosa tuttavia il ministro Profumo ha ragione: “ in Italia ci vuole più bastone che carota ”, ma è ora che il bastone vada a colpire dove serve davvero.

La Tecnica della Scuola 13.10.12