Giorno: 15 Ottobre 2012

Ascoli, dopo denuncia de l'Unità sarà rimosso il quadro del Duce

Il ritratto «idealizzato» di Benito Mussolini (a cavallo, con una tunica bianca e con tanto di capelli) verrà rimosso oggi dall’aula magna dell’Itcg Umberto primo di Ascoli Piceno. Lo rende noto sul suo sito l’Anpi di Ascoli Piceno suo, al quale è stato comunicato dal preside Arturo Verna. Dopo la denuncia di ieri de l’Unità, il dipinto, del 1937 realizzato da Aldo Castelli e restaurato da poco, verrà restituito agli originari proprietari. L’esposizione aveva suscitato un mare di polemiche e secondo l’Anpi, la decisione è stata presa per evitare di «esacerbare ulteriormente gli animi e provocare incidenti. Il preside, desistendo dalle precedenti considerazioni espresse sull’infausta iniziativa – sottolinea l’associazione partigiana – ha accolto l’invito dell’Anpi ad un sereno confronto, da sviluppare nella scuola, sui temi della Resistenza e dell’antifascismo». «Pensiamo che tale saggia decisione rappresenti la vittoria del buon senso e della ragione e quindi una vittoria di tutti – conclude il post dell’Anci -, anche per i familiari dell’autore dell’opera, che avevano manifestato il loro disagio per l’iniziativa». Eppure fino a qualche giorno fa …

"Scuola senza soldi le famiglie pagano 100 euro a figlio", di Salvo Intravaia

A carico dei genitori il 30% delle spese per la gestione Quasi 100 euro a studente per far “funzionare” le scuole. Mentre il ministero dell’Istruzione pensa a Tablet e Lim per rilanciare gli istituti, sulle spalle delle famiglie pesano i registri di classe per gli insegnanti come la carta igienica e tutte quelle attività per rendere la scuola al passo coi tempi. Un terzo delle spese che servono alla gestione quotidiana degli istituti sono a carico dei genitori. Il paradosso emerge dagli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Istruzione sui bilanci degli istituti: se si escludono le risorse per pagare lo stipendio agli insegnanti (quasi 38 miliardi di euro) e quelle per la pulizia affidata a imprese esterne (360 milioni), si scoprono le dimensioni corpose del contributo. E se mamme e papà decidessero all’improvviso di chiudere i cordoni della borsa alla scuola italiana non resterebbe che offrire solo il minimo indispensabile: niente patente per ciclomotore, gite d’istruzione, mensa, assicurazione per gli alunni o certificati linguistici, per citare soltanto alcune attività. Del resto, quella di chiedere un …

"Scuola senza soldi le famiglie pagano 100 euro a figlio", di Salvo Intravaia

A carico dei genitori il 30% delle spese per la gestione Quasi 100 euro a studente per far “funzionare” le scuole. Mentre il ministero dell’Istruzione pensa a Tablet e Lim per rilanciare gli istituti, sulle spalle delle famiglie pesano i registri di classe per gli insegnanti come la carta igienica e tutte quelle attività per rendere la scuola al passo coi tempi. Un terzo delle spese che servono alla gestione quotidiana degli istituti sono a carico dei genitori. Il paradosso emerge dagli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Istruzione sui bilanci degli istituti: se si escludono le risorse per pagare lo stipendio agli insegnanti (quasi 38 miliardi di euro) e quelle per la pulizia affidata a imprese esterne (360 milioni), si scoprono le dimensioni corpose del contributo. E se mamme e papà decidessero all’improvviso di chiudere i cordoni della borsa alla scuola italiana non resterebbe che offrire solo il minimo indispensabile: niente patente per ciclomotore, gite d’istruzione, mensa, assicurazione per gli alunni o certificati linguistici, per citare soltanto alcune attività. Del resto, quella di chiedere un …

"Malala ha vinto, con lei le giovani del Pakistan", di Cristiana Cella

Milioni di persone spiano con il fiato sospeso ogni minimo segno di miglioramento, il movimento di un dito, di una mano, ogni segno di ripresa. Malala Yusufzai, la giovanissima attivista per i diritti delle donne in Pakistan, gravemente ferita dai talebani, combatte per la sua vita in un ospedale di Rawalpindi, intubata e in terapia intensiva. Forse sarà trasportata all’estero da un aeroambulanza degli Emirati Arabi Uniti, atterrata oggi a Islamabad. Intorno a lei, nel suo paese e nel mondo, cresce un’onda di protesta anti talebana e di solidarietà. Milioni di studenti in Pakistan pregano per lei, insieme agli insegnanti, fiaccolate di ragazzine della sua età gridano per le strade la loro rabbia per l’attacco alla «figlia della nazione». I social media sono sommersi da accorati appelli, da migliaia di denunce. Sabato, nelle scuole afghane, le lezioni sono iniziate con una preghiera per lei. Ma non solo. Venerdì fedeli e perfino mullah, nelle moschee pachistane, prendevano posizione apertamente, durante la preghiera, dichiarando come anti-islamico il feroce gesto di violenza. Leader politici del suo paese, da …

"Malala ha vinto, con lei le giovani del Pakistan", di Cristiana Cella

Milioni di persone spiano con il fiato sospeso ogni minimo segno di miglioramento, il movimento di un dito, di una mano, ogni segno di ripresa. Malala Yusufzai, la giovanissima attivista per i diritti delle donne in Pakistan, gravemente ferita dai talebani, combatte per la sua vita in un ospedale di Rawalpindi, intubata e in terapia intensiva. Forse sarà trasportata all’estero da un aeroambulanza degli Emirati Arabi Uniti, atterrata oggi a Islamabad. Intorno a lei, nel suo paese e nel mondo, cresce un’onda di protesta anti talebana e di solidarietà. Milioni di studenti in Pakistan pregano per lei, insieme agli insegnanti, fiaccolate di ragazzine della sua età gridano per le strade la loro rabbia per l’attacco alla «figlia della nazione». I social media sono sommersi da accorati appelli, da migliaia di denunce. Sabato, nelle scuole afghane, le lezioni sono iniziate con una preghiera per lei. Ma non solo. Venerdì fedeli e perfino mullah, nelle moschee pachistane, prendevano posizione apertamente, durante la preghiera, dichiarando come anti-islamico il feroce gesto di violenza. Leader politici del suo paese, da …

«Gli insegnanti italiani sono eroi», di Alessia Camplone

Oltre a essere uno scrittore affermato, Eraldo Affinati è anche un insegnante. A lui chiediamo di commentare le proposte per la scuola del futuro avanzate dal ministro Profumo nell’intervista al Messaggero, e di fare il punto sulla stagione difficile che sta attraversando il mondo dell’istruzione in Italia. Il ministro afferma che occorre stipulare un patto per la scuola nel quale dovrà esserci il riconoscimento del grande ruolo dei docenti. Lei cosa ne pensa? «Detto in questi termini, non si può che essere d’accordo. Oggi abbiamo bisogno di una rifondazione etica: se non si comincia dalla scuola, rischiamo il crollo. I docenti sono la struttura portante dell’istruzione pubblica. In un Paese in cui i miti del successo, della ricchezza e della sanità sembrano catalizzare l’interesse collettivo, gli insegnanti sono rimasti gli unici a richiamare i giovani al rigore, alla concentrazione, all’impegno quotidiano». Secondo lei come e perché si è arrivati a questa perdita di ruolo degli insegnanti? «A torto si è pensato che apprendere sia meno importante che possedere. Ma se tu non sai chi sei, …

"Il Pd doppia il Pdl. Un partito Monti varrebbe il 20%" di Carlo Buttaroni

La Seconda Repubblica sta finendo come è finita la prima. Sono passati vent’anni. E l’opinione pubblica è nuovamente di fronte a vicende giudiziarie che riguardano la politica. O, meglio, una parte della politica. La caduta della Prima Repubblica fu una tragedia per la statura dei leader coinvolti, questa sembra una farsa per la variopinta galleria di personaggi, talmente improbabili da sembrare caricature di loro stessi. Colpisce l’analogia tra le due epoche: nella primavera del 1992 la leva per scardinare il sistema politico, messo alla sbarra dalla magistratura e dall’opinione pubblica, fu individuata nella riforma elettorale. La convinzione era che il passaggio dal sistema proporzionale a quello maggioritario, insieme all’abolizione delle preferenze, avrebbe fatto pulizia. Com’è andata a finire, dopo due decenni, è sotto gli occhi di tutti. Oggi, la speranza è di nuovo affidata a una riforma elettorale, che, paradossalmente, potrebbe segnare il ritorno al vecchio sistema proporzionale e alle preferenze. Cioè, a quelle norme abrogate anni fa. Il punto è che non c’è norma che tenga fronte alla spudoratezza. D’altronde Franco Fiorito che nell’immaginario …