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Pd, battaglia sul manifesto “Avanti senza il Professore”, di Giovanna Casadio

Il manifesto dell’alleanza Pd-Sel-Psi diventa un caso. Dal testo spariscono i ringraziamenti all’attuale premier ed è subito polemica. Casini attacca Bersani: «È un grave errore». L’orizzonte fissato è “oltre Monti” e fa perno su dieci parole chiave e qualche paletto, soprattutto per quanto riguarda le future intese. Per Giuseppe Fioroni «il patto con Vendola è ad alto rischio, nella carta d’intenti dei riformisti è sancito l’impegno ad allearsi con i centristi». Il “manifesto” del centrosinistra di governo dà l’addio a Monti. Pd, Sel e Psi firmano un «patto vincolante» che prevede decisioni a maggioranza e una clausola anti-crisi, cioè lealtà al premier scelto con le primarie per i cinque anni di legislatura. La “carta d’intenti” è in dieci punti, da cui è scomparso ogni riferimento al premier Monti e alla sua agenda. Cancellato quel ringraziamento che c’era nel testo del Pd («Il nostro posto è in Europa, lì dove Mario Monti ha avuto l’autorevolezza di portarci»), per lasciare posto a una frase secca: «Noi collocheremo l’Italia nel cuore di un’Europa da ripensare su basi democratiche». Con tempismo voluto, ieri il “manifesto” per andare “oltre Monti” e oggi da Bettola, suo paese natale, Pierluigi Bersani comincia tour-primarie. Suo fratello Mauro racconta l’attesa: «Abbiamo fatto le danze contro la pioggia…». Ma il segretario del Pd è certo di avere dalla sua i migliori auspici.
La “carta d’intenti” però allarga il solco con Casini. Il leader dell’Udc twitta mentre è in corso la convention Pd-Sel-Psi: «L’ipoteca di Vendola è superiore a quella di Renzi. Che errore eliminare ogni riferimento al governo Monti dal manifesto del centrosinistra. Mi preoccupa come italiano e come politico». Replica Bersani: «Casini non si preoccupi, questa è una bella giornata per noi e per l’Italia. Noi qui ci stiamo prendendo un rischio e una responsabilità».
Più dura la risposta di Nichi Vendola a Casini: «Non mi preoccuperei del fatto che Casini è preoccupato: quando Casini è tranquillo è l’Italia che si deve preoccupare. Casini si rassegni, l’Italia che vogliamo non è il paese dei gattopardi». C’è un solo passaggio nel manifesto a proposito dell’alleanza con i centristi. È al paragrafo “Europa”, dove viene evocato «un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale per un patto di legislatura». Casini ormai perso al centrosinistra? «Penso che non l’abbiamo mai trovato. La carta d’intenti è alternativa ai pensieri conservatori di Casini» afferma Vendola. Invece per Matteo Renzi il documento è «fin troppo generico, ciascuno lo riempirà di contenuti propri».
L’unico che cita Monti alla convention del centrosinistra è Riccardo
Nencini, leader del Psi: «Di Monti non dobbiamo buttare via la sobrietà e il rigore, però basta catenaccio, vorrei un’Italia alla Bearzot, che va all’attacco». Troppo poco per una parte del partito. Gentiloni su Twitter rilancia: «Difficile nascondere agli elettori che noi l’abbiamo sostenuto e Vendola no».
E la sfida-2013 del centrosinistra prevede responsabilità rispetto
degli impegni europei, ma anche centralità del lavoro e dei diritti. Nel programma è scritto che «una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico». Non i matrimoni gay, ma un punto di equilibrio. Sui temi controversi la coalizione deciderà a maggioranza nei gruppi parlamentari.
Restano le tensioni sulle regole delle primarie. Renzi parla di «regole sbagliate», e si dice deluso da norme giudicate restrittive, in particolare quelle che confermano la registrazione in un luogo diverso dal seggio e che permettono di votare al ballottaggio — salvo deroghe a discrezione dei garanti — solo ai partecipanti al primo turno. Roberto Reggi, capo staff del sindaco di Firenze, parla di «ostruzionismo». «Ma il nostro entusiasmo sarà più forte delle loro regole» taglia corto il candidato.

La Repubblica 14.10.12