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«Gli insegnanti italiani sono eroi», di Alessia Camplone

Oltre a essere uno scrittore affermato, Eraldo Affinati è anche un insegnante. A lui chiediamo di commentare le proposte per la scuola del futuro avanzate dal ministro Profumo nell’intervista al Messaggero, e di fare il punto sulla stagione difficile che sta attraversando il mondo dell’istruzione in Italia.
Il ministro afferma che occorre stipulare un patto per la scuola nel quale dovrà esserci il riconoscimento del grande ruolo dei docenti. Lei cosa ne pensa?
«Detto in questi termini, non si può che essere d’accordo. Oggi abbiamo bisogno di una rifondazione etica: se non si comincia dalla scuola, rischiamo il crollo. I docenti sono la struttura portante dell’istruzione pubblica. In un Paese in cui i miti del successo, della ricchezza e della sanità sembrano catalizzare l’interesse collettivo, gli insegnanti sono rimasti gli unici a richiamare i giovani al rigore, alla concentrazione, all’impegno quotidiano».
Secondo lei come e perché si è arrivati a questa perdita di ruolo degli insegnanti?
«A torto si è pensato che apprendere sia meno importante che possedere. Ma se tu non sai chi sei, non puoi godere di niente. Oggi noi scontiamo una povertà spirituale».
La scuola italiana sembra essere in affanno. Che soluzioni suggerisce?
«Secondo me il ritardo della scuola italiana è legato al mancato rinnovamento tecnologico. Come puoi pensare di intercettare l’attenzione di un adolescente se ti presenti con il gessetto e la lavagna, chiedendo una concentrazione che lui non è in grado di darti?».
Si parla di un aumento delle ore di lavoro da 18 a 24 per i docenti delle superiori. Gli insegnanti italiani lavorano poco?
«Gli insegnanti italiani sono degli eroi contemporanei. Pochi sanno cosa significa fare quattro ore di lezione in una classe di oggi con ragazzi spesso non scolarizzati, numerosi non madrelingua italiana, a volte dislessici non certificati. È una sapienza unica in cui devono entrare in gioco cultura, esperienza, sensibilità, capacità comunicativa, carisma e responsabilità. Un docente può incidere in modo indelebile nella percezione di un ragazzo. Inoltre è colui che consegna il testimone della tradizione alle nuove generazioni. Deve restare sempre lucido, equilibrato. E rischia tantissimo, in molti sensi perché si espone ogni giorno, tutte le ore. Anche il pomeriggio è impegnato a programmare, correggere, riflettere».
Un aumento delle ore lavorative potrebbe andare a scapito della qualità dell’insegnamento?
«Credo proprio di sì. Si fa presto a passare dalla trasmissione del sapere all’intrattenimento».
A confronto con le statistiche degli altri Paesi gli italiani di certo non brillano. Colpa degli insegnanti o di un sistema?
«Intanto bisognerebbe capire meglio se il sistema di valutazione che oggi sembra prevalere, in stile test della patente, sia adeguato oppure no. Secondo me c’è il rischio che ci si prepari per superare le prove Invalsi e non per approfondire davvero gli argomenti. Non è detto che una risposta sbagliata riveli una minore preparazione, o viceversa».

Il Messaggero 15.10.12

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Profumo chiama i sindacati «Stati generali per la scuola», di ALESSIA CAMPLONE

Mano tesa al ministro, ma anche molte critiche. I sindacati rispondono a Francesco Profumo che ha proposto agli insegnanti un «patto per la scuola», per ridare peso al loro ruolo e per rilanciare l’istruzione italiana verso l’Europa. Il ministro ha parlato anche di una conferenza nazionale all’inizio del 2013, «una sorta di stati generali della scuola». Saranno invitati anche i sindacati, che ora dicono: ben venga il dialogo, ma basta proclami e si parli con i fatti.
«Che il ministro faccia una conferenza noi lo chiediamo da tempo» dice Francesco Scrima della Cisl scuola. «Ma il ministro ci sembra uno specialista in annunci. Noi sentiamo i suoi discorsi e poi vediamo interventi come quelli che stiamo vedendo in questi giorni che fanno male alla scuola e al paese».
«Noi siamo aperti alla discussione e al confronto. È da tempo che lo chiediamo gli fa eco Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil ma basta con i messaggi mediatici di Profumo». La Flc Cgil respinge anche quelli che definisce provvedimenti calati dall’alto, «in maniera autoritaria», e il riferimento è all’aumento delle ore di insegnamento, da 18 a 24, annunciato per i docenti delle superiori. «Se si vuole discutere seriamente – aggiunge Pantaleo – dobbiamo ripartire dai contratti che sono fermi. E poi possiamo discutere del resto. Le esternazioni di Profumo, invece, mirano solo ai tagli». A giudizio di Pantaleo «non c’è un’idea di quale scuola si vuole, non c’è un progetto esatto. Noi vediamo solo che gli atti concreti sono tagli. Le scuole cadono a pezzi. Occorre migliorare la didattica e sono necessarie risorse per la formazione degli insegnanti».
Ieri il ministro dell’Istruzione è tornato a parlare del «ruolo degli insegnanti» da «ridisegnare». In un messaggio indirizzato ai docenti di Azione cattolica Profumo ribadisce che «la professione dell’insegnante deve essere adeguatamente valorizzata e sostenuta affinché gli insegnanti possano tornare ad essere maestri di cultura e di vita».
Questo pomeriggio i segretari generali di Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu si riuniranno per proclamare lo sciopero della categoria dopo la rottura della trattativa per gli scatti di anzianità dei docenti. Quanto ai ragazzi, l’Unione degli studenti (Uds) fa sapere che le proteste proseguiranno con tre giorni di mobilitazione nelle scuole di tutto il Paese dal 24 al 26 ottobre. E sempre l’Uds lancia una vera e propria sfida al ministro, che nell’intervista di ieri aveva definito «una minoranza» gli studenti scesi in piazza venerdì scorso in 90 città d’Italia. «La democrazia – dice l’Uds – non è il governo della maggioranza ma il governo di tutti. Se il ministro Profumo crede che noi siamo una minoranza lo sfidiamo pubblicamente ad aprire una consultazione nazionale in cui gli studenti possano liberamente dire ciò che pensano su legge Aprea, diritto allo studio, edilizia scolastica, finanziamenti alle scuole private e risorse edilizia scolastica, finanziamenti alle scuole private e risorse per la scuola pubblica». E la protesta monta anche sul web contro il possibile aumento di ore di lavoro dei prof. Su Facebook il Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica sta raccogliendo firme contro la proposta del ministro di aumentare il numero delle ore di insegnamento. Una proposta che «è perniciosa si legge nel documento on line e che creerà ulteriore scompiglio nelle vite di migliaia e migliaia di famiglie di docenti e studenti». Se dovesse passare il piano del dicastero dell’Istruzione, le condizioni degli insegnanti di ruolo diventerebbero, secondo il Comitato, disumane.
Ieri sera alle 20 il Comitato vantava 17.318 condivisioni. Ma il ministro Profumo va avanti, cercando il dialogo anche on line. Nei giorni scorsi ha aperto un canale in cui studenti, insegnanti, genitori e chiunque altro lo voglia, può scrivergli direttamente. Il titolo: «portaascuolaituoisogni». Una bella immagine, purché non resti un sogno.

Il Messaggero 15.10.12

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