Giorno: 18 Ottobre 2012

"Giungla tasse, l’università non è un diritto per tutti", di Luciana Cimino

L’Italia non sarà più un paese con una università di massa. Non è più in grado di garantire il suo dettato costituzionale per il quale, all’articolo 34, «i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». C’è una fuga dall’università italiana. Secondo Alma Laurea quest’anno c’è stato l’8% di immatricolazioni in meno. Totalmente in controtendenza con il resto d’Europa, dove siamo ultimi per studenti laureati, dopo la Turchia. E quell’8 per cento in meno sono figli di operai che hanno rinunciato a fare i dottori. Per il futuro prossimo non ci si aspetta una inversione di tendenza. Quest’anno il decreto legislativo 68/2012 sul diritto allo studio e la spending review che interviene sulle tasse universitarie costituiranno un’ulteriore gradino per le famiglie meno abbienti. Un’indagine Adiconsum ha rilevato come ogni ateneo ha applicato gli aumenti in una «giungla di distinzioni e differenziazioni che hanno reso il costo dell’Università una stangata per le famiglie». «Il sistema della tassazione universitaria rivela Adiconsum non garantisce pari opportunità di studio …

"Milano e il crepuscolo di un potere dal forzaleghismo ai travagli di Cl", di Gad Lerner

Ignaro del fatto che i due segretari ne avevano già programmato la liquidazione in data aprile 2013 per effetto di un proficuo comodato di scambio, sulla cui digeribilità ci permettiamo di nutrire ancora molti dubbi: a te Maroni la presidenza della Lombardia; la Lega in simultanea tornerà alleata del Pdl per le elezioni nazionali. Oplà. Non a caso da allora il Formigoni silurato ha tentato invano di anticipare a dicembre la data del voto lombardo e di favorire la candidatura di Gabriele Albertini, dichiaratosi indisponibile a ulteriori patti elettorali con la Lega. Ma Berlusconi e Alfano da questo orecchio non ci sentono: loro sono disposti a concedere ai leghisti finanche la Lombardia, dopo il Veneto e il Piemonte, pur di colmare il distacco che li separa dal centrosinistra. Difatti il patto di vertice viene già salutato con favore dalle gazzette berlusconiane; il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani, boccia le elezioni sotto Natale; i fedelissimi di Berlusconi in consiglio regionale ritirano le dimissioni annunciate; e La Russa propone di riunirsi alla Lega e poi contarsi …

"Milano e il crepuscolo di un potere dal forzaleghismo ai travagli di Cl", di Gad Lerner

Ignaro del fatto che i due segretari ne avevano già programmato la liquidazione in data aprile 2013 per effetto di un proficuo comodato di scambio, sulla cui digeribilità ci permettiamo di nutrire ancora molti dubbi: a te Maroni la presidenza della Lombardia; la Lega in simultanea tornerà alleata del Pdl per le elezioni nazionali. Oplà. Non a caso da allora il Formigoni silurato ha tentato invano di anticipare a dicembre la data del voto lombardo e di favorire la candidatura di Gabriele Albertini, dichiaratosi indisponibile a ulteriori patti elettorali con la Lega. Ma Berlusconi e Alfano da questo orecchio non ci sentono: loro sono disposti a concedere ai leghisti finanche la Lombardia, dopo il Veneto e il Piemonte, pur di colmare il distacco che li separa dal centrosinistra. Difatti il patto di vertice viene già salutato con favore dalle gazzette berlusconiane; il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani, boccia le elezioni sotto Natale; i fedelissimi di Berlusconi in consiglio regionale ritirano le dimissioni annunciate; e La Russa propone di riunirsi alla Lega e poi contarsi …

"La battaglia delle ventiquattr’ore", di Maria Grazia Gerina

«Se diciotto ore di lezione in classe vi sembrano poche…». Il loro no gli insegnanti, precari e non, lo hanno già detto forte e chiaro. E lo stesso ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha già annunciato una possibile marcia indietro. Ma nel testo definitivo consegnato al parlamento la legge di stabilità fa ancora conto di poter fare cassa su di loro, aumentando a parità di stipendio l’orario di lavoro fino a 24 ore a settimana. Lavoro in classe. Perché poi c’è tutto il resto, i compiti da correggere, le lezioni da preparare, i consigli di classe, il collegio docenti, i consigli d’istituto. All’articolo 3, comma 42, il testo della legge di stabilità, così come licenziato dal governo, spiega che «a decorrere dal primo settembre 2013 l’orario di impegno per l’insegnamento del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali». Più precisamente: «Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno… è utilizzato prioritariamente per la copertura di spezzoni di orario …

"La battaglia delle ventiquattr’ore", di Maria Grazia Gerina

«Se diciotto ore di lezione in classe vi sembrano poche…». Il loro no gli insegnanti, precari e non, lo hanno già detto forte e chiaro. E lo stesso ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha già annunciato una possibile marcia indietro. Ma nel testo definitivo consegnato al parlamento la legge di stabilità fa ancora conto di poter fare cassa su di loro, aumentando a parità di stipendio l’orario di lavoro fino a 24 ore a settimana. Lavoro in classe. Perché poi c’è tutto il resto, i compiti da correggere, le lezioni da preparare, i consigli di classe, il collegio docenti, i consigli d’istituto. All’articolo 3, comma 42, il testo della legge di stabilità, così come licenziato dal governo, spiega che «a decorrere dal primo settembre 2013 l’orario di impegno per l’insegnamento del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali». Più precisamente: «Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno… è utilizzato prioritariamente per la copertura di spezzoni di orario …

"Rossi Doria: orario dei prof governo pronto a ripensarci", di Pietro Piovani

Il governo è pronto a ripensarci: la norma che aumenta l’orario di lavoro per i professori può essere tolta dalla legge di stabilità. A una condizione però, e cioè che si individui qualche misura alternativa in grado di garantire i risparmi previsti per i prossimi anni dalla spending review (183 milioni nel 2013, 237 milioni dal 2015 in poi). Marco Rossi Doria, sottosegretario all’Istruzione, è stato il primo a comunicare la notizia martedì sera con un messaggio su Twitter. La conferma ufficiale del ministro Profumo è arrivata ieri mattina alla Camera. «La disponibilità del governo c’è», dice Rossi Doria, che prima di essere un sottosegretario nella vita ha sempre fatto il maestro elementare. Ma quali possono essere queste soluzioni alternative? «Come ha detto il ministro, le cercheremo in Parlamento, attraverso un confronto con tutte le forze politiche». Però risparmiare nella scuola significa quasi sempre risparmiare sul personale. «Ci sono altre possibilità. Ma ora è prematuro parlarne». Con l’aumento dell’orario, e il conseguente taglio dei posti di lavoro per i precari, i risparmi sarebbero ben 721 …

"Rossi Doria: orario dei prof governo pronto a ripensarci", di Pietro Piovani

Il governo è pronto a ripensarci: la norma che aumenta l’orario di lavoro per i professori può essere tolta dalla legge di stabilità. A una condizione però, e cioè che si individui qualche misura alternativa in grado di garantire i risparmi previsti per i prossimi anni dalla spending review (183 milioni nel 2013, 237 milioni dal 2015 in poi). Marco Rossi Doria, sottosegretario all’Istruzione, è stato il primo a comunicare la notizia martedì sera con un messaggio su Twitter. La conferma ufficiale del ministro Profumo è arrivata ieri mattina alla Camera. «La disponibilità del governo c’è», dice Rossi Doria, che prima di essere un sottosegretario nella vita ha sempre fatto il maestro elementare. Ma quali possono essere queste soluzioni alternative? «Come ha detto il ministro, le cercheremo in Parlamento, attraverso un confronto con tutte le forze politiche». Però risparmiare nella scuola significa quasi sempre risparmiare sul personale. «Ci sono altre possibilità. Ma ora è prematuro parlarne». Con l’aumento dell’orario, e il conseguente taglio dei posti di lavoro per i precari, i risparmi sarebbero ben 721 …