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«Ora approvare subito il falso in bilancio», di Claudia Fusani

Orlando, come definirebbe la legge anticorruzione?
«Un piccolo passo avanti lungo la strada che deve portare alla costruzione degli strumenti per prevenire e colpire la corruzione. Un passo che ci avvicina ai paesi più evoluti, ci rende più competitivi e risponde ad alcune indicazioni delle convenzioni internazionali».
In sostanza una piccola legge?
«Piccola è un concetto sbagliato. Direi che è utile anche se incompleta».
E cosa le dà la certezza che questo sia “il primo pezzo”?
«L’impegno del ministro Paola Severino a mettere in agenda la reintroduzione del reato di falso in bilancio. Il Guardasigilli si è impegnata in questo senso, un testo – presentato dall’Idv e sottoscritto dal Pd – è già incardinato in Commissione Giustizia alla Camera e abbiamo il tempo per farlo in questa legisla- tura. L’obiettivo del Pd è anche quello del ministro: lavorare da subito per portarlo in aula».
Ottimista?
«Il ministro ha dato la sua parola. E finora non abbiamo avuto motivo di dubitarne»
Non si poteva spingere fin da subito per questo reato? Come si fa a combattere la corruzione se non si combatte la provvista, il nero, per pagare tangenti e altre utilità?
«A noi è molto chiara l’importanza di un reato come il falso in bilancio.Infatti abbiamo presentato emendamenti in tal senso. Ma serve e realismo. E il realismo impone di ricordare che questo è il Parlamento dove Pdl e Lega se vogliono hanno ancora la maggioranza e possono bloccare tutto. Come hanno fatto con questa legge il cui cammino è iniziato nel 2010».
L’ex ministro alla Giustizia Angelino Alfano rivendica a sè la legge contro la corruzione.
«Il testo di cui parla Alfano non prevedeva nulla circa la repressione dei reati. Era solo una simpatica novena di buoni comportamenti per i pubblici funzionari. Posso dirlo?»
Prego
«Era una favola inutile, velleitario. Non c’erano le pene, le punizioni. Mancava un pezzo importante. Che è stato introdotto non appena il ministro Severino, anche su nostra indicazione, ha messo mano al testo».
Introdurre reati nuovi, come ha fatto Se- verino, senza mettere mano alla disciplina delle prescrizioni non è altrettanto velleitario?
«Sarebbe stata la prima cosa da fare. Ma non era possibile. Non ci possiamo scordare che questo Parlamento è quello che ha sancito, con tanto di voto in aula, che Ruby era la nipote di Muba- rak. E con gli stessi rapporti di forze che nel 2005 approvarono la Cirielli che ha dimezzato i tempi della prescrizione».

Girano voci di possibili modifiche alla Camera quando il testo arriverà per l’approvazione definitiva.
«Impossibile. L’anticorruzione deve essere approvato subito. È urgente che il governo eserciti la delega per la non candidabilità dei corrotti condannati in via definitiva. È fondamentale che sia pronta per le prossime urne, siano essere le regionali in Lazio e Lombardia o l’election day in aprile».

Anche l’incandidabilità rischia di essere un miraggio: saranno esclusi dalle liste solo i condannati dai 2 anni in su. Ma quasi il 90% dei processi per i reati contro la pubblica amministrazione hanno condanne sotto i due anni.

«Ancora una volta diciamo: intanto cominciamo da qui. L’ottimo è nemico del bene. Finora non esistono divieti. Il parametro, l’unità di misura per valutare questa legge, deve essere quanti passi in avanti consente di fare. E i passi avanti sono tanti».

A sentire le dichiarazioni di voto al Senato mercoledì veniva da sorridere. Tutti i gruppi hanno dichiarato che il testo è insufficiente.

«Oggi molti sono saliti sul palco per elencare i pezzi mancanti. Li divido in due gruppi. Quelli che lo hanno fatto in buona fede e che però mi sembrano marziani perchè dimenticano che questo Parlamento può ancora avere la stessa maggioranza Lega-Pdl che ha votato le leggi ad personam».
E il secondo gruppo?
«Sono quelli in cattiva fede che nelle ultime settimane hanno tentato, e ancora lo faranno, il gioco “aggiungiamo un pezzo” con l’unico intento di far saltare tutto».
Ad esempio chi ha cercato all’ultimo di introdurre il Commissario Anti-corruzio- ne?
«Non faccio nomi. I conigli dal cilindro sono stati molti, ad esempio per evitare il divieto per i giudici di seguire gli arbitrati».
Gli agguati contro la norma sulle toghe fuori ruolo non sono stati un bello spettacolo.
«Ancora una volta, e lo dico all’amico Giachetti, abbiamo fatto un passo verso la normalità. Prima di questo c’era il nulla».

L’Unità 19.10.12