Mese: Ottobre 2012

"La tentazione di Bersani", di Giovanna Casadio

«Il ricambio è indispensabile ». Quella di Pierluigi Bersani non è solo una parola d’ordine. È una tentazione. Di allargare lo spettro del rinnovamento. E ha iniziato a far scattare una sorta di “moral suasion” nei confronti di molti dei “big”. Sull’onda dell’addio al Parlamento di Veltroni, il segretario del Pd pensa a una strategia per convincere gli amici e compagni di lungo corso a seguire l’esempio di Walter. UN “beau geste” che lui stesso ha indicato come «coraggioso ». «La ruota gira e girerà». Poche parole, un motto dei suoi, ma Bersani sa che il momento è cruciale. Difficilmente sceglierà la strada dello scontro frontale con i decani, della cui esperienza ha sempre detto di non volere fare a meno. Ma non per forza in Parlamento. Perché la strada da imboccare è «il rinnovamento ». Lo chiedono gli elettori. Anche se ieri, con un tempismo che alcuni giudicano sospetto, arriva tutt’altra reazione pugnace di D’Alema: il lìder Massimo rimette nelle mani del partito la questione dei vecchi e dei giovani, con tanto di raccolta …

"In Sicilia anche l'arte è a Statuto speciale", di Salvatore Settis

Lo sferzante articolo di Francesco Merlo comparso in queste pagine (“Togliamo alla Sicilia lo Statuto speciale”) colpisce al cuore il tabù delle Regioni a statuto speciale, scoperchiando la pentola della fallimentare super-autonomia siciliana. Alla sua serrata argomentazione si può aggiungere una pennellata sul versante della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Quando la Costituente discuteva il testo di quello che fu poi l’articolo 9, dalla Sicilia venne il meglio e il peggio. Il meglio venne nella persona di Concetto Marchesi, latinista catanese, rettore a Padova e deputato comunista, che col democristiano Aldo Moro tenacemente propose e difese l’idea, tutt’altro che scontata, che la tutela trovasse posto fra i principi fondamentali dello Stato. La prima bozza del testo si ispirava a una più generica formulazione nella Costituzione della Repubblica di Weimar (1919), ma cambiò molto prima di raggiungere la forma attuale: l’Italia fu così prima al mondo a porre questo tra i principi fondamentali dello Stato, come poi molti Stati han fatto. Ma dalla Sicilia venne anche il peggio: perché nel suo primo Statuto regionale …

"In Sicilia anche l'arte è a Statuto speciale", di Salvatore Settis

Lo sferzante articolo di Francesco Merlo comparso in queste pagine (“Togliamo alla Sicilia lo Statuto speciale”) colpisce al cuore il tabù delle Regioni a statuto speciale, scoperchiando la pentola della fallimentare super-autonomia siciliana. Alla sua serrata argomentazione si può aggiungere una pennellata sul versante della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Quando la Costituente discuteva il testo di quello che fu poi l’articolo 9, dalla Sicilia venne il meglio e il peggio. Il meglio venne nella persona di Concetto Marchesi, latinista catanese, rettore a Padova e deputato comunista, che col democristiano Aldo Moro tenacemente propose e difese l’idea, tutt’altro che scontata, che la tutela trovasse posto fra i principi fondamentali dello Stato. La prima bozza del testo si ispirava a una più generica formulazione nella Costituzione della Repubblica di Weimar (1919), ma cambiò molto prima di raggiungere la forma attuale: l’Italia fu così prima al mondo a porre questo tra i principi fondamentali dello Stato, come poi molti Stati han fatto. Ma dalla Sicilia venne anche il peggio: perché nel suo primo Statuto regionale …

Ascoli, dopo denuncia de l'Unità sarà rimosso il quadro del Duce

Il ritratto «idealizzato» di Benito Mussolini (a cavallo, con una tunica bianca e con tanto di capelli) verrà rimosso oggi dall’aula magna dell’Itcg Umberto primo di Ascoli Piceno. Lo rende noto sul suo sito l’Anpi di Ascoli Piceno suo, al quale è stato comunicato dal preside Arturo Verna. Dopo la denuncia di ieri de l’Unità, il dipinto, del 1937 realizzato da Aldo Castelli e restaurato da poco, verrà restituito agli originari proprietari. L’esposizione aveva suscitato un mare di polemiche e secondo l’Anpi, la decisione è stata presa per evitare di «esacerbare ulteriormente gli animi e provocare incidenti. Il preside, desistendo dalle precedenti considerazioni espresse sull’infausta iniziativa – sottolinea l’associazione partigiana – ha accolto l’invito dell’Anpi ad un sereno confronto, da sviluppare nella scuola, sui temi della Resistenza e dell’antifascismo». «Pensiamo che tale saggia decisione rappresenti la vittoria del buon senso e della ragione e quindi una vittoria di tutti – conclude il post dell’Anci -, anche per i familiari dell’autore dell’opera, che avevano manifestato il loro disagio per l’iniziativa». Eppure fino a qualche giorno fa …

"Scuola senza soldi le famiglie pagano 100 euro a figlio", di Salvo Intravaia

A carico dei genitori il 30% delle spese per la gestione Quasi 100 euro a studente per far “funzionare” le scuole. Mentre il ministero dell’Istruzione pensa a Tablet e Lim per rilanciare gli istituti, sulle spalle delle famiglie pesano i registri di classe per gli insegnanti come la carta igienica e tutte quelle attività per rendere la scuola al passo coi tempi. Un terzo delle spese che servono alla gestione quotidiana degli istituti sono a carico dei genitori. Il paradosso emerge dagli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Istruzione sui bilanci degli istituti: se si escludono le risorse per pagare lo stipendio agli insegnanti (quasi 38 miliardi di euro) e quelle per la pulizia affidata a imprese esterne (360 milioni), si scoprono le dimensioni corpose del contributo. E se mamme e papà decidessero all’improvviso di chiudere i cordoni della borsa alla scuola italiana non resterebbe che offrire solo il minimo indispensabile: niente patente per ciclomotore, gite d’istruzione, mensa, assicurazione per gli alunni o certificati linguistici, per citare soltanto alcune attività. Del resto, quella di chiedere un …

"Scuola senza soldi le famiglie pagano 100 euro a figlio", di Salvo Intravaia

A carico dei genitori il 30% delle spese per la gestione Quasi 100 euro a studente per far “funzionare” le scuole. Mentre il ministero dell’Istruzione pensa a Tablet e Lim per rilanciare gli istituti, sulle spalle delle famiglie pesano i registri di classe per gli insegnanti come la carta igienica e tutte quelle attività per rendere la scuola al passo coi tempi. Un terzo delle spese che servono alla gestione quotidiana degli istituti sono a carico dei genitori. Il paradosso emerge dagli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Istruzione sui bilanci degli istituti: se si escludono le risorse per pagare lo stipendio agli insegnanti (quasi 38 miliardi di euro) e quelle per la pulizia affidata a imprese esterne (360 milioni), si scoprono le dimensioni corpose del contributo. E se mamme e papà decidessero all’improvviso di chiudere i cordoni della borsa alla scuola italiana non resterebbe che offrire solo il minimo indispensabile: niente patente per ciclomotore, gite d’istruzione, mensa, assicurazione per gli alunni o certificati linguistici, per citare soltanto alcune attività. Del resto, quella di chiedere un …

"Malala ha vinto, con lei le giovani del Pakistan", di Cristiana Cella

Milioni di persone spiano con il fiato sospeso ogni minimo segno di miglioramento, il movimento di un dito, di una mano, ogni segno di ripresa. Malala Yusufzai, la giovanissima attivista per i diritti delle donne in Pakistan, gravemente ferita dai talebani, combatte per la sua vita in un ospedale di Rawalpindi, intubata e in terapia intensiva. Forse sarà trasportata all’estero da un aeroambulanza degli Emirati Arabi Uniti, atterrata oggi a Islamabad. Intorno a lei, nel suo paese e nel mondo, cresce un’onda di protesta anti talebana e di solidarietà. Milioni di studenti in Pakistan pregano per lei, insieme agli insegnanti, fiaccolate di ragazzine della sua età gridano per le strade la loro rabbia per l’attacco alla «figlia della nazione». I social media sono sommersi da accorati appelli, da migliaia di denunce. Sabato, nelle scuole afghane, le lezioni sono iniziate con una preghiera per lei. Ma non solo. Venerdì fedeli e perfino mullah, nelle moschee pachistane, prendevano posizione apertamente, durante la preghiera, dichiarando come anti-islamico il feroce gesto di violenza. Leader politici del suo paese, da …