Mese: Ottobre 2012

A casa. Dopo l'ennesimo scandalo alla Regione Lombardia a Formigoni non resta che una sola scelta

“Vogliamo sciogliere il consiglio regionale della Lombardia, il problema è che per farlo dobbiamo arrivare a 41” consiglieri dimissionari. Così Marco Minniti, deputato del Pd, intervenendo ad Agorà su Rai3. “Quella presidenza, quel consiglio, ha cessato di svolgere le sue funzioni – spiega Minniti – La vicenda di Zambetti ha segnato un passo decisivo: si è messa in discussione la legittimità democratica del Consiglio regionale della Lombardia. Se la legge per lo scioglimento dei consigli comunali fosse applicabile ai consigli regionali, cosa che mi auguro faccia il legislatore, il consiglio regionale della Lombardia sarebbe stato posto sotto indagine per inquinamento mafioso. Nel momento in cui si dimostra che un’organizzazione criminale ha influito sull’elezione anche di un solo rappresentante – conclude – si e’ inquinato il processo democratico”. “Mi pare che emerga il lascito di una stagione in cui, come testimoniano gli ultimi e sempre più numerosi avvenimenti, la politica e’ stata concepita più come un modo per arricchirsi e occupare il potere che per servire l’interesse generale dell’Italia”. Lo ha detto Nicola Latorre , vicepresidente …

"I partiti personali aumentano la corruzione", di Michele Prospero

Quanto sta accadendo in Lombardia e nel Lazio registra una caduta impressionante del tasso di eticità del ceto amministrativo locale. La scarsa qualità della classe politica e l’infimo senso del pubblico che traspare in molta destra che governa i territori accelerano la delegittimazione della politica. Le manette ai polsi di un altro assessore della giunta guidata da Roberto Formigoni smascherano una inaccettabile compenetrazione di affari, mafia e gestione del governo. Sotto la scure della Procura sta franando una macchina granitica che poggia sul sistema di potere personale di un governatore che si reputa inamovibile e attorno al quale ruotano spezzoni subalterni di classe politica (anche del Carroccio) che malversa con incursioni spericolate nel melmoso continuum politica-denaro. Nel profondo Nord, nelle aree più ricche del Paese, affiora l’intreccio perverso tra amministrazione e voto di scambio, tra carriera politica personale e appoggio della criminalità organizzata nel raccoglimento (ben remunerato, sembra) delle migliaia di preferenze che occorrono per la scalata al seggio. Questi fenomeni degenerativi confermano che nel ventennio post-partitico soprattutto a destra è stata adottata una selezione …

"I partiti personali aumentano la corruzione", di Michele Prospero

Quanto sta accadendo in Lombardia e nel Lazio registra una caduta impressionante del tasso di eticità del ceto amministrativo locale. La scarsa qualità della classe politica e l’infimo senso del pubblico che traspare in molta destra che governa i territori accelerano la delegittimazione della politica. Le manette ai polsi di un altro assessore della giunta guidata da Roberto Formigoni smascherano una inaccettabile compenetrazione di affari, mafia e gestione del governo. Sotto la scure della Procura sta franando una macchina granitica che poggia sul sistema di potere personale di un governatore che si reputa inamovibile e attorno al quale ruotano spezzoni subalterni di classe politica (anche del Carroccio) che malversa con incursioni spericolate nel melmoso continuum politica-denaro. Nel profondo Nord, nelle aree più ricche del Paese, affiora l’intreccio perverso tra amministrazione e voto di scambio, tra carriera politica personale e appoggio della criminalità organizzata nel raccoglimento (ben remunerato, sembra) delle migliaia di preferenze che occorrono per la scalata al seggio. Questi fenomeni degenerativi confermano che nel ventennio post-partitico soprattutto a destra è stata adottata una selezione …

Stop di Bersani alla legge di stabilità “Ci sono diverse cose da aggiustare”, di Alberto D'Argenio

La Legge di Stabilità del governo Monti spacca i partiti. Il Pd è critico, ma Bersani annuncia che i democratici continueranno a fianco del Professore. E se Casini esprime «soddisfazione» per il taglio dell’Irpef, il Pdl parla di manovra che sa di «marketing politico ». Anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, esterna la «fortissima preoccupazione» per i tagli che «compromettono la possibilità di erogare servizi». Tesi smentita dal ministro della Sanità Balduzzi: «Non li intaccheranno». Spaccati anche i sindacati. Se Bonanni (Cisl) promuove il governo, la Camusso (Cgil) parla di «manovra depressiva». Intanto Giorgio Napolitano firma il decreto sui tagli ai costi della politica approvato dal governo la scorsa settimana. Il dato di rilievo è il no di Bersani alla richiesta di Vendola di togliere il sostegno al governo perché «vincere le elezioni contro il sentimento del Paese è complicato ». Al leader di Sel il segretario democratico risponde: «Restiamo leali a Monti fino alle elezioni, ma su alcune misure diremo la nostra ». Per il Pd cosa non funzioni nella Legge …

"Il silenzio di fronte agli scandali", di Francesco Manacorda

Ma che fine ha fatto a Milano e dintorni la tanto decantata «società civile»? Perché di fronte all’ondata di malcostume e di malaffare che si solleva dai palazzi della politica locale tacciono anche le voci di quella che un tempo era una borghesia imprenditoriale e delle professioni che guardava idealmente a Nord dei propri confini e alla quale buona parte d’Italia guardava a sua volta con non poche speranza? L’ultimo arresto di ieri per un’accusa – più Calabria che Baviera – di voto di scambio, con tanto di tariffario delle preferenze veicolate dalla ’ndrangheta, si aggiunge a scandali seri e grotteschi (vedi alla voce Nicole Minetti) e certifica l’ennesimo colpo al potere di Roberto Formigoni. Cinque assessori delle sue giunte arrestati in otto anni, rendono sempre più debole la linea difensiva del presidente della Lombardia, che derubrica d’abitudine ogni inciampo della sua squadra a responsabilità personali. La condanna a dieci anni di reclusione appena inflitta al sodale Pierangelo Daccò per la spoliazione del San Raffaele potrebbe traslare sul piano politico responsabilità penali. Il bel record …

"Il silenzio di fronte agli scandali", di Francesco Manacorda

Ma che fine ha fatto a Milano e dintorni la tanto decantata «società civile»? Perché di fronte all’ondata di malcostume e di malaffare che si solleva dai palazzi della politica locale tacciono anche le voci di quella che un tempo era una borghesia imprenditoriale e delle professioni che guardava idealmente a Nord dei propri confini e alla quale buona parte d’Italia guardava a sua volta con non poche speranza? L’ultimo arresto di ieri per un’accusa – più Calabria che Baviera – di voto di scambio, con tanto di tariffario delle preferenze veicolate dalla ’ndrangheta, si aggiunge a scandali seri e grotteschi (vedi alla voce Nicole Minetti) e certifica l’ennesimo colpo al potere di Roberto Formigoni. Cinque assessori delle sue giunte arrestati in otto anni, rendono sempre più debole la linea difensiva del presidente della Lombardia, che derubrica d’abitudine ogni inciampo della sua squadra a responsabilità personali. La condanna a dieci anni di reclusione appena inflitta al sodale Pierangelo Daccò per la spoliazione del San Raffaele potrebbe traslare sul piano politico responsabilità penali. Il bel record …

"La crisi dei sistemi formativi. Fine del discorso educativo?", di Antonio Valentino

Da qualche decennio si parla della crisi dei sistemi formativi, scatenata soprattutto dalle grandi scoperte scientiche del secolo scorso che hanno rivoluzionato la mappa dei saperi così come si era andata sviluppando e consolidando nei secoli precedenti. La rivoluzione telematica degli ultimi decenni, con web e internet, e la globalizzazione del pianeta, ha addirittura sconvolto il senso, il valore e la natura del sapere e quindi dell’istruzione e della formazione. E conseguentemente dei sistemi formativi del mondo occidentale e asiatico e ha messo in crisi lo stesso discorso educativo. La crisi economico-finanziaria degli ultimi anni, a livello planetario, ha fatto addirittura parlare di una possibile fine dei sistemi formativi. Gli studi e le ricerche a livello internazionale ci parlano di disinvestimenti un po’ in tutti i paesi (ovviamente, non mancano le eccezioni, ma il trend è abbastanza generizzato) nel settore dell’istruzione e della formazione e della tendenza a privilegiare apprendimenti funzionali essenzialmente allo sviluppo economico degli stati. Per quanto riguarda il nostro paese, sono sotto gli occhi (e non solo) di tutti, i tagli, scriteriati …