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"E i soldi?", di Mario Piemontese

Il 30 ottobre la VII Commissione Cultura della Camera ha approvato alcune proposte di emendamento all’articolo 3 del disegno di legge di stabilità. La Commissione ha richiesto la soppressione dei commi 42,43, 45, 46 e 76 dell’articolo 3 del disegno di legge e contestualmente ha indicato come reperire le risorse necessarie a compensare i mancati risparmi. Il tutto dovrà essere valutato dalla V Commissione Bilancio della Camera che da oggi comincerà a esaminare l’intero disegno di legge.
Obiettivi di risparmio per il MIUR
La spending review ha fissato per il MIUR i seguenti obiettivi di risparmio: 182,9 milioni nel 2013, 172,7 milioni nel 2014 e 236,7 milioni nel 2015. Il disegno di legge di stabilità per raggiungere tali obiettivi ha previsto una serie di interventi sulla scuola che produrrebbero, una volta realizzati, risparmi per 240,4 milioni nel 2013, 721,3 milioni nel 2014 e 721,3 milioni nel 2015. Gli obiettivi della spending review sarebbero così abbondantemente raggiunti.
La VII Commissione con i suoi emendamenti propone di raggiungere gli obiettivi di risparmio senza intervenire sulla scuola, ma recuperando altrove le risorse necessarie.
Fondo per il pagamento dei canoni di locazione degli immobili conferiti dallo Stato ad uno o più fondi immobiliari.
Per contribuire a ridurre il debito pubblico il Governo intende contenere le spese di manutenzione degli immobili di proprietà dello Stato. Per questo vuole conferire a fondi immobiliari una certa quantità di immobili: le spese di manutenzione a quel punto sarebbero a carico dei fondi e non più dello Stato. Per continuare a utilizzare tali immobili lo Stato dovrà versare un canone di locazione a tali fondi. Per questo motivo il disegno di legge di stabilità prevede all’articolo 7, comma 2 la costituzione di un fondo con una dotazione di 500 milioni per il 2013, 900 per gli anni 2014 e 2015 e 950 a regime, per il pagamento di tali canoni di locazione.
Il 23 ottobre la Corte dei conti sul tale progetto si è espressa in questi termini:
“Il comma 2 istituisce un fondo, con una dotazione di 500 milioni per il 2013, 900 per
gli anni 2014 e 2015 e 950 a regime, per il pagamento dei canoni di locazione degli
immobili conferiti dallo Stato ad uno o più fondi immobiliari. La norma si inserisce nel
piano di dismissione e di valorizzazione da ultimo confermato dall’art. 33 del d.l. n. 98
del 2011, con il quale è stata disposta la costituzione di una società di gestione del
risparmio per l’istituzione di uno o più fondi d’investimento (disciplina modificata ed
integrata ad opera di interventi normativi successivi alla conversione del decreto legge).
La SGR non è ancora operativa e non si conoscono i beni immobili che verranno
conferiti ed in particolare quelli che le amministrazioni centrali dello Stato
continueranno a detenere in qualità di conduttori e per i quali sarà necessario pagare i
relativi canoni, né la tipologia degli obblighi contrattuali che verranno assunti . Allo
stato pertanto non è possibile esprime alcuna valutazione circa la congruità delle risorse allo scopo destinate e che dovrebbero costituire la rendita per i canoni di locazione
posseduti dal fondo medesimo.
L’incremento delle spese di parte corrente per locazioni, cui dovrebbe corrispondere la
riduzione della voce di spesa per interventi di manutenzione straordinaria, trova la sua
ragione nel ricorso a processi di dismissione del patrimonio immobiliare i quali, nelle
previsioni del governo, dovrebbero portare ad una riduzione del debito nel 2013 per 20
miliardi (pari a un punto di PIL). Come già osservato dalla Corte nell’audizione del 2
ottobre scorso, particolare attenzione dovrà essere posta ai processi di dismissione per
evitare che questi si traducano in svendite del patrimonio pubblico.”
La VII Commissione per compensare i mancati risparmi, dovuti ai suoi emendamenti, propone di ridurre la dotazione di tale fondo: – 274,9 milioni nel 2013, – 254,7 milioni nel 2014, – 318,7 milioni nel 2015. La riduzione del fondo è sufficiente a garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla spending review, ma non i risparmi previsti dal disegno di legge stesso.
La V Commissione dovrà quindi esprimersi sulla proposta di reperimento delle risorse anche rispetto alle quantità.
La relazione della VII Commissione
Nella relazione al disegno di legge approvata dalla VII Commissione si legge quanto segue:
“il raggiungimento degli obiettivi di riduzione della spesa del Ministero dell’istruzione, università e ricerca disposti dall’articolo 7, commi 12-15, del citato decreto-legge n. 95 del 2012 – che risultano fissati per i tre dipartimenti in capo Ministero in parola in 182,9 milioni per il 2013, 172,7 milioni per il 2014 e 236,7 milioni per il 2015 – richiamati dal comma 29 dell’articolo 3 potrebbe essere conseguito con la riduzione delle dotazioni finanziarie rimodulabili a valere sul programma 6.1 Fondi da assegnare, a partire dal capitolo 1296”.
La VII Commissione propone quindi in alternativa a quanto previsto dal disegno di legge, nel caso non siano accolte le sue indicazioni per il reperimento delle risorse, di raggiungere gli obiettivi previsti dalla spending review riducendo i finanziamenti al “Fondo da ripartire per la valorizzazione dell’istruzione scolastica, universitaria e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica”.
Il bilancio del MIUR 2013 prevede al capitolo 1296 una dotazione finanziaria per tale fondo pari a: 167 milioni per il 2013, 124,8 milioni per il 2014 e 123 milioni per il 2015. Azzerare tale fondo non sarebbe quindi sufficiente a raggiungere gli obiettivi di risparmio fissati dalla spending review.
Sempre nella stessa relazione si legge:
“Delibera di riferire favorevolmente, con le seguenti condizioni:
[….]
5) venga assicurato il pagamento degli scatti stipendiali del personale della scuola per gli anni 2011 e il 2012, a valere sulle risorse del capitolo 1298”.
Per il pagamento degli scatti stipendiali del personale della scuola sono necessari 640 milioni per il 2011 e 960 milioni per il 2012.
La VII Commissione propone quindi di pagare gli scatti utilizzando la “Somma destinata a incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione e allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola; nonché all’incremento delle risorse destinate al settore scolastico”. Si tratta del 30% dei risparmi ottenuti per effetto dei tagli previsti dall’art. 64 della legge n. 133/2008. Sulla certificazione di tali risparmi c’è molta confusione e poca chiarezza, infatti quelli messi a bilancio sono decisamente inferiori a quelli previsti. In ogni caso sono assolutamente insufficienti a pagare gli scatti. Il bilancio del MIUR 2013 prevede infatti per il capitolo 1298 una dotazione finanziaria pari a: 229,8 milioni per il 2013, 229,8 milioni per il 2014 e 229,8 milioni per il 2015.
A tale proposito il 23 ottobre il Presidente della VII Commissione, in sede di presentazione del disegno di legge di stabilità, ha dichiarato quanto segue:
“Anticipando i contenuti della relazione sul Bilancio dello Stato, informo che al capitolo 1298, che incamera il Fondo in parola, nello stato di previsione per il 2012 erano assegnati solo 578.000 milioni invece dei 960 previsti in attuazione dell’articolo 64 della legge n. 133 del 2008. Nell’assestamento 2012 essi sono stati portati a 379.800.000 con una riduzione di 198.200.000 e con il conseguente mancato pagamento anche degli scatti maturati nel 2012. È rimasta in bilancio in pratica solo la quota che avrebbe potuto garantire la prosecuzione del pagamento degli scatti già retribuiti per il 2010; nel progetto di legge n. 5535 al capitolo 1298 sono assegnati solo 229.000.0000 di euro con una ulteriore riduzione di 150.000.000 euro. Lo stanziamento di questo capitolo avrebbe dovuto avere un carattere strutturale cioè i 320 milioni garantiti permanentemente. Questa situazione potrebbe negare non solo il pagamento degli scatti per il 2011 e il 2012, ma pare pregiudicare anche quelli del 2010. Rileva che su tale questione occorre un chiarimento.”
La dichiarazione è preoccupante, ma assolutamente fondata, visto che i finanziamenti messi a bilancio sono quelli citati.
A questo punto seguire con attenzione il dibattito politico dei prossimi giorni è fondamentale perché la V Commissione Bilancio dovrà decidere se accogliere o meno e in che termini, le proposte della VII Commissione Cultura.
da Retescuole 06.11.12
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“Governo a caccia di 172 mln”,di Alessandra Ricciardi
Il ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, ieri diceva che va trovata «una copertura ai saldi complessivi per avviare un processo di rinnovamento senza penalizzazioni». In questi giorni decisivi per l’approvazione del disegno di legge di stabilità alla camera, dopo che la commissione istruzione ha approvato gli emendamenti soppressivi dei commi dell’articolo 3 che innalzano l’orario di cattedra dei docenti a 24 ore, gli occhi sono puntati sul lavoro che in commissione bilancio stanno facendo relatori e governo. La soluzione migliore sarebbe la soppressione dell’articolo sulle 24 ore in quanto materia ordinamentale e dunque estranea a un provvedimento finanziario. In questo caso, resterebbe da scovare la copertura per soli 172 milioni di euro, quelli che la Spending review imponeva di realizare. Certo, sparirebbe così anche il tesoretto che Profumo aveva messo da parte proprio grazie all’aumento a 24 ore, da destinare a ediliza scolastica e innovazione. Dopo i primi sondaggi, è parso del tutto irrealistico pensare di addossare i maggiori tagli al ministero della Difesa, che sta provando a sventare i propri, e così la caccia è tutta interna a viale Trastevere. La quadra va trovata in commissione bilancio, possibilmente entro oggi. La Cultura ha cancellato i commi 42, 43 e 45 dell’articolo 3 della stabilità, ovvero l’aumento dell’orario settimanale di insegnamento di 6 ore e la monetizzazione delle ferie per i supplenti temporanei. Sul fronte degli inidonei, la VII commissione ha detto sì alla reintroduzione della facoltà per gli interessati di chiedere la dispensa per motivi di salute e a un piano di ricollocamento, sempre nella scuola, in base non solo alle condizioni di lavovo ma anche alle competenze professionali maturate. Il che dovrebbe consentire a chi negli anni è stato assegnato proficuamente agli uffici amministrativi o alle biblioteche di continuare a fare lo stesso lavoro. Ora si attendono le decisioni dei relatori.
da ItaliaOggi 06.11.12