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Sisma, Ghizzoni “Senza aiuti Ue ricadute su economia europea”

Alcuni Paesi Ue contrari al via libera al Fondo di solidarietà verso le aree terremotate. Il passaggio in Aula, al Parlamento Europeo, sembrava solo una formalità, invece sembrerebbe che alcuni Paesi dell’Unione siano contrari al via libera al Fondo di solidarietà da 670 milioni di euro da destinarsi alle aree colpite dal sisma del 20 e 29 maggio scorsi. “Mi auguro – dice la deputata modenese Pd Manuela Ghizzoni – che la situazione si sblocchi e che si giunga ad una decisione positiva, per il bene di tutta l’Europa”.
“Se le regioni colpite dal sisma dello scorso maggio non verranno messe in condizioni di rimettersi in piedi il danno non sarà solo per le famiglie e la popolazione locale, ma per tutta l’economia italiana ed europea. – lo dichiara la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera, alla notizia del possibile blocco da parte di Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia agli aiuti per le regioni terremotate. Dopo il via libera al Fondo di solidarietà Ue da 670 milioni di euro per il terremoto che a maggio ha colpito l’Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto della commissione bilancio del Parlamento Europeo e la posizione unanime a favore del Consiglio Ue affari economici il passaggio all’Aula sembrava solo pura formalità. Il terremoto si è abbattuto su un’area altamente produttiva che, come aveva già sostenuto il commissario europeo alla politica regionale Johannes Hahn, deve essere messa in condizioni di continuare a contribuire all’economia nazionale. Le sei province colpite producono quasi il 2% del Pil, più del 4 per cento delle esportazioni nazionali e rappresentano un pezzo fondamentale del motore produttivo del Paese. Prima potranno riprendere le attività e meglio sarà per il Paese perché la produzione di questi territori garantisce allo Stato quasi 7 miliardi di euro di gettito fiscale e 400 milioni di euro di IVA annui. “Mi auguro – conclude Ghizzoni – che vengano scongiurate le ipotesi di opposizione di alcuni Paesi e che si giunga ad una decisione positiva, per il bene di tutta l’Europa.”