attualità, cultura, memoria

“Quel treno che unisce le generazioni”, di Pino Stoppan

Il convoglio si sta componendo un vagone dopo l’altro. A mano a mano che arrivano le prenotazioni si aggiunge una carrozza. La partenza è prevista per il 18 novembre dalla stazione di Roma Ostiense. Il treno farà tappa in diverse stazioni d’Italia fino a raggiungere Cracovia in Polonia, da dove si prosegue per la visita ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Questo primo «Treno della memoria» è stato voluto dallo Spi Cgil per aprire uno spazio di riflessione e condivisione in cui giovani e anziani possano camminare insieme. L’iniziativa si svolgerà dal 18 al 23 novembre e vi parteciperanno circa 600 militanti e dirigenti dello Spi e oltre 150 giovani dell’Unione universitari (Udu) e della Rete studenti medi.
Coltivare la memoria della deportazione e dello sterminio nazista ha lo scopo di tenere «vivo il pensiero» di questa ferita insanabile aperta nella coscienza umana. Per non dimenticare mai quell’orrore bisogna fare come ci ha insegnato Primo Levi che amava ripetere: «Se comprendere è importante, conoscere è necessario». È per questo che lo Spi ha deciso di andare lì di persona a portare il fiore del ricordo.
Una carrozza del treno ospiterà una mostra fotografica e documentaria, una sorta di «biblioteca viaggiante», con libri e testimonianze del periodo storico, un impianto di filodiffusione per ascoltare narrazioni, canti e musiche di artisti. Per prepararsi bene a questo viaggio lo Spi ha già compiuto inoltre un percorso della memoria puntellato da una serie di iniziative.
La prima tappa di questo è stata il 28 febbraio 2012 a Sant’Anna di Stazzema, dove è stato ricordato il tremendo eccidio del 12 agosto del 1944 quando la furia omicida dei nazisti, con la complicità dei fascisti locali, fece strage di una comunità senza colpe. A maggio, invece, la Festa annuale di LiberEtà si è tenuta a Casa Cervi a Gattatico mentre ad ottobre si sono tenuti incontri con le comunità ebraiche, i rappresentanti degli studenti, dell’Anpi, delle forze politiche democratiche in luoghi dove si è consumato il dolore di intere comunità: Borgo San DalmazzoBoves, Ferramonti di Tarsia, Fossoli, e poi Roma.
Il «Treno della memoria» è una sorta di «maratona del ricordo» per trasformare la tragedia della Shoah in memoria comune, in nome dei diritti e della dignità degli uomini. Con questa testimonianza lo Spi intende rafforzare uno dei punti più alti della propria strategia sindacale, il rapporto permanente fra giovani e anziani. L’obiettivo di questo progetto è un percorso comune che si ritrova sulle pietre miliari che segnano la storia. La visita ai campi di sterminio sarà il momento più alto del viaggio. Non sarà un punto di arrivo ma la tappa di partenza per la costruzione di un percorso ancora più impegnativo.
Sarà un treno 2.0. I giovani sono molto sensibili alla tecnologia ma anche gli anziani e i pensionati dello Spi non sono da meno. Ed è per questo che tutto il viaggio sarà raccontato e commentato in diretta on-line. Sarà infatti possibile seguire quanto avviene sul treno tappa dopo tappa collegandosi al sito www.untrenopernondimenticare. it, dove ogni giorno saranno inseriti resoconti scritti, audio, video e foto.
l’Unità 15.11.12
******
“Coltivare la memoria per combattere le discriminazioni”, di Carla Cantone
LO SPI NAZIONALE, CHE CON IL TRENO DELLA MEMORIA E CON LA PAROLA D’ORDINE «PER NON DIMENTICARE» IN UN COMUNE viaggio con i giovani studenti dell’Udu e della Rete porteranno la loro testimonianza verso i campi di annientamento di Auschwitz e Birkenau, per tenere viva la memoria, rafforzando anche con questa scelta democratica quel patto generazionale con i giovani, che rappresenta un punto alto nella azione strategica sindacale e sociale dello Spi-Cgil. È un obiettivo che porta in sé lo scopo di coltivare la memoria, ricordando quella immane tragedia di uomini, donne, bambini che sono stati barbaramente trucidati. Con questa iniziativa, che ha avuto l’adesione del presidente della Repubblica ripercorriamo la stessa strada di tutti quegli innocenti che hanno viaggiato sui «treni della morte». Un viaggio, un percorso di storia e memoria.
Quest’anno nel ricordo ancora vivo, che non smette di sanguinare, non ci sarà Shlomo Venezia, uno degli ultimi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz e Birkenau, una persona straordinaria, un uomo buono e giusto, che si è spento, dopo aver portato la sua testimonianza vissuta nell’internamento del campo per farla vivere alle nuove generazioni, nella stessa giornata in cui la Procura di Stoccarda con una decisione disumana ha archiviato, manipolando la verità della storia, la responsabilità dei gerarchi delle Ss che assieme ai fascisti annientarono il 12 agosto 1944 la comunità di Sant’Anna di Stazzema, dove vennero uccise 560 persone senza colpa, uomini, donne e dolorosamente 107 bambini, il più piccolo di loro aveva venti giorni.
Sono tanti gli episodi criminali dell’orrore nazi-fascista e la vergogna di quel tragico periodo. È con questo sentimento di profondo riconoscimento a quelle persone libere che sacrificarono la loro vita, e di grande affetto e solidarietà verso i familiari di questi innocenti, che lo Spi nazionale ha deciso questo viaggio, nella consapevolezza che con il trascorrere del tempo, si può correre il rischio di dimenticare le grandi tragedie della vita, e l’orrore di un’azione di morte che non ha precedenti nell’umanità. Noi tutti abbiamo lavorato per preparare un treno che ci porterà a vedere con i nostri occhi quanto è accaduto e a camminare nella stessa terra dove hanno finito le loro vite oltre un milione di esseri umani, e bisogna andare in questi luoghi soprattutto per imparare a prendere coscienza dei pericoli che si devono evitare nel mondo a difesa della libertà, della giustizia sociale, della dignità delle persone, con un profondo sentimento democratico, valori alti che dovranno accompagnare il cammino delle nuove generazioni.
La storia passata insegna ad aprire gli occhi, a non far finta di nulla davanti ad alcuna discriminazione ad alcuna forma di violenza verbale o fisica che sia, ed essere attenti su molti inquietanti episodi che stanno portando avanti movimenti fascisti vecchi e nuovi in alcune scuole del nostro Paese, con insistenza nella città di Roma.
Ecco perché non dimenticare quello che è stato vuol dire creare gli anticorpi perché non avvenga più, perché a «perdere la democrazie e la libertà si fa in fretta, riaverla è dura». Abbiamo bisogno della «memoria della memoria», per questo portando il, nostro cuore ad Auschwitz e a Birkenau, lo Spi Cgil vuole trasmettere ai giovani i valori indimenticabili di quella generazione di uomini e donne che hanno dato la loro vita con la lotta della Resistenza, della liberazione per la conquista della Repubblica e della nostra Carta costitutiva, ricordando loro che tutti abbiamo il compito di far camminare la memoria, e percorrere assieme un cammino, portando sulle spalle un sentimento di passione civile e democratica, protagonisti ieri come oggi di un anelito di speranza, di libertà, di pace, di giustizia sociale, di legalità, e far camminare la forza delle idee con quel passaparola da generazione in generazione.
Anche per questo è indispensabile una nuova stagione politica che ricostruisca, utilizzando i valori di riscatto e libertà che hanno caratterizzato la memoria del nostro tempo passato, un Paese giusto, democratico , caratterizzato da un forte impegno civile che serva per l’oggi e per il domani.
*Segretario generale Spi-Cgil
L’Unità 15.11.12