partito democratico, politica italiana

Legge di stabilità 2013 – Camera dei Deputati – dichiarazione di voto del capogruppo Pd Dario Franceschini

Signor Presidente, noi voteremo a favore della legge di stabilità, una legge che approviamo ad un anno esatto dalla nascita del Governo Monti e a pochi mesi dalla conclusione della legislatura, quindi, è effettivamente il momento di fare un bilancio.
Noi abbiamo affidato a lei, Presidente Monti, la missione di salvare il Paese che – lo ha ricordato il Presidente Casini – nel novembre di un anno fa era sull’orlo del baratro, con lo spread a 575, con i rischi della speculazione internazionale e in quel momento abbiamo responsabilmente scelto di non andare ad elezioni anticipate, ma di dare la priorità agli interessi del Paese rispetto all’interesse del nostro partito. La ringraziamo oggi per la credibilità personale che ha messo a disposizione del Paese, per le competenze, per il lavoro difficile di questo anno.
Sapevamo che era un lavoro difficile trovarci tra avversari politici a sostenere lo stesso Governo, sapendo che siamo avversari e che saremo avversari alle prossime elezioni politiche, venendo dalla durezza di uno scontro passato, con distanze molto forti su molti punti di programma. Sapevamo che era una sfida difficile, ma tutti i partiti che hanno deciso di sostenerla l’hanno accettata. Noi del PD abbiamo scelto la strada del sostegno leale.
Ora, da lontano, dalle cancellerie più lontane, si può immaginare, sbagliando, che l’Italia sia un sistema presidenziale in cui si mette una persona a guidare il Governo che decide. Noi sappiamo, lei sa, che ogni norma, ogni proposta emendativa, ogni virgola di qualsiasi provvedimento è stata proposta dal Governo, nei decreti-legge, e approvata qui e al Senato attraverso una sintesi, attraverso una mediazione tra i gruppi, quasi mai siamo arrivati ad uno scontro sui voti, sempre nella ricerca di un miglioramento, per noi, per il Partito Democratico, sempre cercando di correggere e di migliorare ogni vostra proposta nel senso dell’equità e della giustizia sociale. Lo abbiamo fatto dall’inizio, sul «salva Italia», salvando l’indicizzazione delle pensioni, difendendo l’articolo 18 sul mercato del lavoro, sulla spending review, e così abbiamo fatto su questa legge di stabilità. Abbiamo detto che non andava bene, che andava cambiata e che andava migliorata. Voglio ringraziare davvero i due relatori, la Commissione bilancio e il suo Presidente che l’hanno migliorata nel senso dell’equità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Certo, ci sono cose da cambiare al Senato, cito soltanto la non autosufficienza, i malati di SLA, ma è soprattutto il Patto di stabilità interno che va cambiato. Vogliamo dirlo, noi stiamo, senza esitazione, a fianco dei sindaci italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Abbiamo migliorato il testo in moltissimi punti e, come avevamo detto, senza toccare i saldi di bilancio. Abbiamo evitato l’aumento dell’IVA su i beni di prima necessità, che avrebbe colpito la povera gente. Abbiamo evitato il taglio dell’IRPEF anche sui redditi alti e altissimi. Abbiamo abolito la franchigia di 250 euro sulle spese deducibili, comprese quelle sanitarie, e il tetto di 3 mila euro compresi i mutui. Abbiamo reintrodotto l’esenzione IRPEF sulle pensioni di guerra, c’è da fare adesso quella sulla reversibilità. Abbiamo incrementato le detrazioni per i figli a carico da 150 a 500 euro in più. Abbiamo ridotto l’IRAP attraverso le deduzioni e effettuato molti interventi sociali: rifinanziato il fondo per le politiche sociali di 300 milioni di euro; aumentato il fondo per la non autosufficienza, compresi i malati di SLA; stanziati 50 milioni di euro per le borse di studio; salvaguardati altri 10 mila esodati, e proseguiremo; abrogato l’aumento delle ventiquattr’ore ai docenti della scuola, un’altra botta sbagliata al modo della scuola che avrebbe portato a meno qualità dell’insediamento e a trasformare 50 mila precari in altrettanti disoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Abbiamo rifinanziato la cooperazione internazionale, riaperto il turnover delle Forze armate e delle forze dell’ordine, aumentato il fondo di produttività, evitato l’aumento dell’IVA alle cooperative sociali e il taglio ai patronati sindacali. E poi, all’ultimo momento, abbiamo stanziato i primi – solo i primi – 300 milioni di euro per le calamità naturali, compresa la Toscana. Altro che assalto alla diligenza, io penso che la Camera, tutta la Camera, debba essere orgogliosa del lavoro che è stato fatto sulla legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Il limite di questo anno è quella rappresentazione: tecnici bravi da una parte e politici dall’altra. A parte che, dopo un anno, è finito il periodo di apprendistato, il periodo di prova e siete politici come noi a tutti gli effetti, avendo fatto i Ministri e guidato il Governo, ma soprattutto su questa rappresentazione forzata: Governo virtuoso-Parlamento ozioso, noi qui rivendichiamo il ruolo del Parlamento. Ricordiamo che il Governo nel nostro sistema è espressione delle Camere e vive nel rapporto fiduciario con il Parlamento e soltanto al Parlamento risponde. Per questo abbiamo il dovere di reagire a quella rappresentazione del Parlamento che frena su tutto. È importante non per noi, ma per la Costituzione, perché noi singoli deputati possiamo anche vivere come un dolore la mortificazione individuale, ma è il Parlamento che non può essere mortificato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Un prezzo di questo lavoro di ricostruzione della credibilità delle istruzioni sarà nella prossima legislatura, ma passa anche attraverso questo anno. In un anno abbiamo provato 90 leggi, abbiamo convertito, migliorandoli, 27 decreti-legge. È un lavoro talmente ampio che il Governo – sono dati de Il Sole 24 Ore, di quell’indagine semestrale molto interessante che fa – di fronte a questa mole di norme, a novembre aveva trasformato in provvedimenti applicativi dovuti soltanto il 17,4 per cento delle leggi approvate, e il lavoro dell’Esecutivo non è soltanto produrre norme, ma anche applicarle dopo che il Parlamento le ha approvate. Ma oltre a questo, oltre al ruolo parlamentare di tutti i gruppi di maggioranza, c’è il ruolo e il lavoro dei partiti. Io credo che nelle cancellerie più lontane dal nostro Paese, e molti editorialisti nostrani, si dovranno pur chiedere perché in Grecia e in Spagna, di fronte a misure adottate magari meno difficili e meno dolorose delle nostre, sono scoppiate tensioni e conflitti sociali di ogni tipo, e in Italia no. Ciò perché i partiti che sostengono il Governo e le forze sindacali, responsabilmente si sono fatti carico di spiegare al Paese, pur avendo il problema del consenso, il perché di tante scelte difficili ed inevitabili, e hanno fatto opera di filtro e di mediazione sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E il PD ha fatto prima di tutto questo.
Allora, e concludo, la risposta all’antipolitica non è rinunciare alla politica, la risposta all’antipolitica è la buona politica. Io spero che le primarie del Partito Democratico, domenica prossima, e spero in dicembre quelle del PdL, siano una risposta proprio in questo senso: buona politica, partecipazione e ascolto. E buona politica è anche e soprattutto restituire le scelte ai cittadini. L’articolo 1 della nostra Costituzione dice: «La sovranità appartiene al popolo». Al popolo, non ai mercati e ai grandi interessi finanziari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Alle prossime elezioni la parola tornerà ai cittadini. Finirà la transizione. Ci sarà chi vince e governerà, e chi perde e farà l’opposizione e, comunque vada, chiunque vinca, sarà una bella giornata per la democrazia italiana, un nuovo inizio per la democrazia italiana che noi vogliamo torni ad essere orgogliosa delle proprie istituzioni repubblicane, a cominciare dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
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