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“Tempo pieno (2): le ore della verità”, di Pippo Frisone

Quel che è successo al tempo pieno si riassume nelle poche tabelle sugli organici, relative al 2012/13. Il tempo pieno in Italia è passato dal 24,15% del 2007/08 al 30,6% del 2012/13 portando le classi da 33.224 a 39.735 (+5,45%). Il totale delle classi nello stesso periodo cala progressivamente da 137.598 a 132.198 (-4,08%). Gli organici di diritto nel triennio dei tagli 2009/10-2010/11-2011/12 passano da 225.450 a 198.339 (-27.111) pari al 13,66% in meno.
Questi dati nazionali dimostrano che in presenza di una diminuzione costante delle classi dovuta al calo della natalità e contemporaneamente di un costante aumento delle classi a tempo pieno, i tagli che hanno colpito soprattutto i moduli ( due su tre ) non potevano non colpire anche il tempo pieno.
E cosi è stato. Con l’abolizione per regolamento delle compresenze nel tempo pieno, le 4h mantenute in organico d’istituto, sono state utilizzate dalle scuole in larga parte per mantenere un tempo lungo a 30h anche laddove si riceveva una dotazione a 27h.
Infatti i due modelli che si sono maggiormente rafforzati negli ultimi anni sono due: quello a tempo pieno e quello a 30h.
Questa situazione risalta con forte evidenza soprattutto in alcune regione del nord, Lombardia in testa, dove non solo aumenta la richiesta di tempo pieno ma di pari passa aumenta anche il numero degli alunni e quindi delle classi.
Qui per far fronte alle richieste delle famiglie concentrate prevalentemente sui due modelli a 40h e a 30h. si è agito direttamente tagliando nell’assegnazione dell’organico alle scuole le ore di compresenza.
A Milano, tanto per fare l’esempio più emblematico di tagli alle compresenze, le classi a tempo pieno nello stesso periodo sono passate da 6.885 a 7.034 per un totale di 309.496 ore (310.757 secondo le tabelle iniziali dell’USR Lombardia).
I criteri adottati dal A.T. di Milano sono stati per l’as. 12/13 quelli di attribuire al tempo pieno nelle classi 1° (1.356) e 2° (1.441) 40h mentre nelle 3°(1.332) – 4°(1.462) e 5°(1.429) solo 41h delle 44h spettanti.
Il risultato finale al termine di questa operazione dà su Milano 285.023 ore, cioè 24.473 in meno di quelle spettanti che ricondotte a 22h danno ben 1.112 posti in meno!
Certo il dato è teorico perchè è quello complessivo sulla provincia. L’A.T. di Milano ha in molti casi operato alcuni correttivi sulle ore residue, prevedendo arrotondamenti per difetto e per eccesso a seconda dei casi.
Rimane comunque un taglio consistente di oltre un migliaio di posti, a scapito delle 4 ore di compresenza per classe , azzerate in prima e seconda e ridotte a una sola ora nelle restanti classi.
Ma perché si è verificato tutto questo? Eppure i decreti e le circolari del Miur assegnano in organico il raddoppio pieno con le ore 44h su ogni classe a tempo pieno.
Ovviamente tutto nasce dalle decisione prese a monte dal Miur ( art.64 L.133/08) che avevano previsto un taglio nel triennio 09/12 di oltre 27mila posti nella scuola primaria .
Di conseguenza, a prescindere dall’aumento delle richieste di tempo pieno da parte delle famiglie e dall’aumento degli alunni , quei tagli sono stati rispalmati tra tutte le regioni, con correttivi e varianti d’ordine socio-ambientale che oggettivamente hanno penalizzato le regioni del nord in forte crescita di alunni e classi a tempo pieno come la Lombardia.
Infatti la popolazione scolastica della primaria è aumentata in regione Lombardia negli ultimi dieci anni del 15% mentre le classi del tempo pieno del 10%.
Eppure i posti, sono diminuiti anche in Lombardia per effetto dei tagli a prescindere della Gelmini, più di quanto la sola abolizione dei vecchi moduli avrebbe consentito.
La situazione di Milano, come si è visto, è quella di maggior sofferenza .
Qui i posti rispetto a quelli spettanti sulla base della tipologia del tempo scuola prescelto dalle famiglie sono sottostimati di un migliaio di unità.
A farne le spese è soprattutto il modello didattico-pedagogico del tempo pieno che è stato rovesciato come un calzino, perdendo tutte le caratteristiche originarie e diventando di fatto un tempo lungo di 40h.
Riuscirà il costituendo organico funzionale dell’autonomia a riequilibrare quanto oggi è squilibrato?
Riuscirà il tempo pieno a recuperare tutte le ore (44h) spettante ad ogni classe ?
Riuscirà il tempo pieno a rinnovarsi e a salvare il meglio della sua quarantennale esperienza?
A queste domande difficilmente riuscirà a rispondere il governo dei tecnici.
Ci auguriamo che almeno quello che uscirà dalle urne ci riesca.
O perlomeno ci tenti.
Tempo pieno 1
da Scuola Oggi 23.11.12