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“Primarie, boom di iscrizioni. Bersani: bene il ballottaggio”, di Mario Lavia

Code agli uffici in tutta Italia. Il leader in testa nei sondaggi. L’ultima rovente polemica è sul Tg1: i renziani ottengono un’intervista appaiata a quella del segretario. Dato da tutti i sondaggi in testa, ieri Pier Luigi Bersani ha mostrato grande understatement: i sondaggi spesso sbagliano e in parole povere se la faccenda delle primarie non si chiude domani sera non è un problema, anzi. «Io penso che sia più facile andare al secondo turno, così ci faremo un’altra settimana di questa magnifica cosa. È più probabile un secondo turno: abbiamo 5 candidati ed è per questo che abbiamo scelto questa formula. Il clima è molto buono, la partecipazione anche, sono molto contento», ha detto il leader del Pd che ovviamente in cuor suo preferirebbe essere incoronato vincitore già domani sera.
Se si tratta di puro fair play o del classico mettere le mani avanti lo capiremo fra poche ore. Il fatto è che sono in molti a sostenere che ormai la partita non sta nel chi arriva primo ma se si andrà al ballottaggio. Quando la partita, inevitabilmente, almeno in parte si riapre.
Al di là della propaganda, sembra proprio questo l’obiettivo di Matteo Renzi: trascinare il segretario del Pd al secondo turno, domenica 2 dicembre. Confidando in un clamoroso rush e come minimo tenere la scena da coprotagonista ancora per 7 giorni. Tuttavia la partita appare abbastanza segnata. Swg e Ipsos danno entrambe Bersani in testa, vicino alla fatidica soglia del 50 per cento, e in ogni caso piazzato una decina di punti sopra il sindaco di Firenze. A seguire Vendola (intorno al 20 per cento), Laura Puppato (che potrebbe ottenere un consenso relativamente significativo), con Bruno Tabacci a chiudere.
Come ogni finale di partita, la campagna è diventata più ruvida. Ci si è messo il Tg1 a dividere i duellanti: la notizia di una intervista a Bersani nell’edizione di ieri sera ha suscitato l’ira degli uomini di Renzi, che sono riusciti ad “imporre” una par condicio piuttosto singolare mediante un’altra intervista al rottamatore (e a quel punto si sono dovuti accontentare anche gli altri tre).
Il sindaco, nel frattempo, è tornato ad attaccare Rosy Bindi («Se vinco non le daremo la deroga»), ormai bersaglio del “vecchio” gruppo dirigente. Punture che non turbano Bersani più di tanto. Consapevole di essere saldamente in vantaggio e fiero della sua campagna elettorale («mi dò un 7 più»), il segretario del Pd non ha veramente motivo di cambiare di una virgola lo stile di una campagna che gli sta dando ragione.
E il clima nel cosiddetto popolo del centrosinistra sta salendo. A ieri – anche se non c’erano cifre ufficiali – i cittadini preregistrati erano circa un milione e 200mila: impossibile fare “proiezioni” ma tutto lascia supporre che asticella di 3 milioni (le ultime primarie, quelle fra Bersani e Franceschini, che pure erano solo del Pd) verrà superata. Dal “centro” si sono diramate precise indicazioni a tutti i presidenti del 9000 seggi per agevolare al massimo le operazioni di voto, tenendo conto che ai gazebo ci saranno due file, una per registrarsi e l’altra per votare.
Si cerca di far sì, insomma, che si tratti davvero di una “festa”. Anche se è ovvio che i problemi politici, qualunque sia l’esito, sono dietro l’angolo.
da Europa Quotidiano 24.11.12