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"Il blocco d’aria rallenta le stagioni", di Luca Mercalli

È stata la depressione «Günther» sulla Polonia a convogliare aria umida contro le Alpi del nord dove sono caduti fino a 250 mm di pioggia, come in Tirolo, attivando la grande piena del Danubio.
L’ennesimo evento di tempo inclemente di questa primavera che sull’Europa centro-occidentale è risultata, secondo le zone, la più fredda dal 1991.

Oppure dal 1987, o anche dal 1962 sulla Gran Bretagna, e pure grigia e piovosa, come tra Basilea e l’Alsazia, dove si sono registrate 292 ore di sole invece delle 495 normali. Per contro Mosca ha avuto un eccezionale anticipo d’estate con termometro a 30 gradi, insieme alla Lapponia da settimane oltre i 25 gradi con rischio di incendi boschivi.

Variabilità climatica naturale e riscaldamento globale si combinano in un complesso sistema di retroazioni che proviamo a inquadrare. La ragione della persistenza di condizioni opposte nello spazio di qualche migliaio di chilometri risiede nella situazione di blocco creata da ondulazioni su grande scala della circolazione atmosferica. L’Oceano Artico vive recenti drastiche trasformazioni, con il minimo storico della superficie di ghiacci di banchisa registrato nello scorso settembre e temperature sopra la media.

Diminuisce così la differenza termica tra il polo e l’equatore, fenomeno chiamato «amplificazione artica», al punto da rallentare la corrente a getto che si localizza sul fronte polare, al contatto tra aria tiepida subtropicale e aria fredda boreale. Come un fiume d’aria che quando è rapido corre quasi rettilineo da ovest a est, e quando rallenta genera invece ampi meandri, le correnti principali tendono a formare profonde ondulazioni orientate sui meridiani. Così lungo il ramo ascendente l’aria calda tropicale può spingersi ben oltre il circolo polare, come successo in Russia e Scandinavia, mentre sul ramo discendente l’aria fredda cola verso sud, ed è ciò che è capitato su Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia centrale in questi mesi. Queste ondulazioni sono lente a evolvere e quindi si bloccano per molte settimane sulle stesse regioni portando o caldo e siccità o pioggia e freddo. La danza barometrica dell’oscillazione Nord-Atlantica (Nao) che alterna sull’Europa stagioni più fresche e piovose ad altre più calde e secche viene così forzata dal riscaldamento globale a produrre sorprese climatiche. Ma anche per questa prima settimana d’estate tutto rimane fermo, avremo ancora aria fresca e temporali sul centro-nord Italia in attesa che il blocco ceda.

La Stampa 03.06.13