Giorno: 14 Novembre 2013

“Cinque miliardi dai capitali in Svizzera”, di Federico Fubini

Sanzioni più basse che in Austria o in Gran Bretagna, intorno al 12% delle somme rimpatriate, in cambio dei nomi dei consulenti che hanno aiutato i clienti a nascondere patrimoni in Svizzera. Un gettito supplementare per lo Stato che nel 2014 può arrivare intorno ai cinque miliardi di euro, con flussi di entrate fiscali di circa trecento milioni l’anno in seguito. E la depenalizzazione dei casi di evasione su cifre elevate, pur di invogliare i proprietari di grandi fortune ad alzare il velo sui loro fondi all’estero. L’AGENZIA delle Entrate e il governo sono nella fase finale di preparazione delle misure per il rientro dei capitali, ma non sarà uno scudo fiscale: non è prevista tutela dell’anonimato degli italiani che fino ad ora hanno nascosto i loro soldi in Svizzera. Formalmente non sarà neppure un condono, ma una sanzione (ridotta) dopo una «dichiarazione volontaria» di chi fino ad oggi ha tenuto dei fondi in un paese che tutela il segreto bancario. Di certo però, come le varie misure di scudo, anche questa è destinata a …

“L’egoismo del colosso tedesco”, di Andrea Bonanni

Il primo della classe finisce dietro la lavagna per eccesso di egoismo. In Europa può succedere anche questo. La Germania è stata messa sotto «inchiesta approfondita» da parte della Commissione europea per aver accumulato in modo continuativo un eccesso di surplus nella bilancia commerciale senza aver adeguatamente sviluppato la domanda interna. In altre parole: esporta troppo e soprattutto importa troppo poco dagli altri partner dell’Unione europea. CHE subiscono la sua concorrenza sui mercati esteri senza beneficiare per le proprie esportazioni di una corrispondente crescita del mercato tedesco. «Non possiamo essere messi sotto accusa per aver avuto successo», si lamenta il governo di Berlino che si sente oltraggiato. Ma in realtà non è la straordinaria performance dell’economia tedesca a finire sotto esame, quanto piuttosto l’egoismo della Germania che, comprimendo i consumi, non si presta, come potrebbe e dovrebbe, a fare da motore per le altre economie europee meno efficienti e meno competitive. Il terzo rapporto della Commissione di Bruxelles sugli squilibri macroeconomici ha compiuto così un salto di qualità sottile ma importante. Se fino ad ora …

“La colpevole assenza dei padri diventati incapaci di educare”, di Matteo Lancini

Docente Facoltà di Psicologia Milano-Bicocca I comportamenti delle adolescenti di Roma testimoniano in maniera evidente la «grande assenza» paterna. I dialoghi tra madre e figlia spingono a chiedersi dove fosse il padre, che funzione genitoriale svolgesse e perché non intervenisse. La crisi dell’autorità paterna, ormai sancita da decenni, apre importanti questioni. La ricontrattazione familiare ha avuto come esito una ridefinizione della figura materna, divenuta «acrobata» proprio per la straordinaria capacità di integrare funzioni tradizionali con più moderne competenze educative e professionali. Se possibile, per il padre la questione è più complessa. Da quando la crescita del bambino non avviene sotto la regia del modello educativo della colpa e della punizione somministrata per limitare il figlio nell’espressione di sé, il padre è alla ricerca di una nuova identità di ruolo. I papà talvolta si commuovono nell’incontro precoce con il figlio, prima davanti all’ecografia e dopo in sala parto. Si inginocchiano ad altezza di bambino per adorarlo e per giocare, lo adagiano nella carrozzina o nel seggiolino della bicicletta per una passeggiata metropolitana che dona felicità al …