Giorno: 24 Novembre 2013

Renzi: “Adesso tocca a noi”, da www.partitodemocratico.it

Ho sentito l’entusiasmo delle persone e di tutti i delegati che sono arrivati e mi sono domandato cosa oggi ci ha reso così uniti. Da tempo è facile attaccare il PD mediaticamente, addirittura come lo zimbello della politica italiana. In realtà si ignora che nell’Italia del 2013 a mantenere e a restituire dignità alla parola democrazia siamo rimasti soltanto noi. E lo facciamo per la comunità e per noi stessi. Le associazioni rendono l’uomo più forte ne mettono in risalto le loro doti migliori. Tutto questo in un periodo dove il cittadino è considerato un utente e il sentimento dominante è la solitudine, noi non ci rassegniamo ad essere numerini o codici fiscali. Noi non ci rassegniamo. È da qui che noi partiamo. E se a questo giro è capitato di stare in me in testa, significa che il PD è davvero un partito davvero libero e democratico. Un leader non crea seguaci ma altri leader. Liberiamoci dalla visione correntizia. Noi siamo al centro della politica mediatica: Grillo fa il Vaffa Day la settimana precedente …

Convenzione Pd, sfida Cuperlo-Renzi Messaggio al governo: “Ora si cambia”

Matteo Renzi ha chiuso una Convenzione Pd in cui non sono mancati slanci e polemiche tra i candidati e messaggi netti al governo del “collega” di partito Enrico Letta. Il sindaco fiornetino ha chiuso il suo discorso, ultimo dei quattro sfidanti che hanno parlato in ordine di “piazzamento”, evocando il ‘sogno’ come cifra della sua scommessa per la segreteria. «Prima i sogni erano XXL, ora ci si sono ristretti i sogni, le ambizioni», ha spiegato chiudendo il suo intervento alla convenzione. «Noi ci candidiamo per poter dire una volta per tutte che adesso tocca a noi, non faremo quelli che aspettano e che hanno paura, che torneremo grandi a condizione di sognare tutti insieme», ha assicurato. RENZI: NON SIAMO VOLTO PEGGIORE DELLA SINISTRA «Ha ragione Gianni Cuperlo a dire che non siamo il volto buono della destra, ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non ha fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi. Lo ha detto Matteo Renzi alla convenzione del Pd. Renzi ha poi …

“Dal rosa al rosso. Domani la giornata internazionale dell’Onu contro la violenza e gli abusi di genere”, di Mariagrazia Gerina

Anche le tinte sono cambiate nella lotta delle donne per i loro diritti: troppo sangue In Italia è stata organizzata una maratona contro gli stupri e il femminicidio. Ma sarà anche l’occasione per ritrovarsi, scioperare, raccontare attraverso la cultura l’universo femminile. «Caro amore mio, ti scrivo perchè non riusciamo più a parlare e non facciamo che arrabbiarci. I lividi, i dolori con il tempo vanno via. La paura ormai me la porterò dietro per tutta la vita. Ma non è colpa mia, non sono nata con la paura di essere picchiata dalla persona che amo.Vedi quando sei tranquillo e sereno io e nostro figlio ci sentiamo al settimo cielo, e ci fidiamo di te. Ma quando diventi quel brutto mostro cattivo non ci fidiamo più. Quindi per l’ultima volta ti chiedo: quanto sei disposto a cambiare anche per noi?». Lettera di una donna maltrattata al suo uomo violento, uno dei tanti che ricoprono le loro compagne di lividi e paure, uno dei pochi che ha deciso di voltare pagina, rivolgendosi a un centro d’ascolto per …

“Caro diario, mio marito vuole uccidermi” storia di Monica che si è salvata scrivendo, di Maria Novella De Luca

È un giorno speciale. Si festeggia il compleanno di Sabrina, tre anni. Scrive Monica, il 26 novembre del 2011, sul suo taccuino Moleskine, riempito di grafia minuta e precisa: «Guido entra in cucina con la sua “38”, io sono di spalle, davanti alla macchina del gas, e mi punta la pistola alla nuca, sento il gelo, mi giro, che fai, dico, tanto è scarica, risponde lui. Me la faccio dare e vedo invece che ha tutti proiettili in canna…». Questa è la storia di Monica, del suo orrore quotidiano e di un diario che le salva la vita. Uno dei tanti diari che le donne vittime di stalking e di persecuzioni domestiche conservano per paura di essere uccise, perché i figli sappiano, per avere una prova da portare in tribunale. Quasi mai infatti le violenze in casa, gli stupri, le botte, le sevizie psicologiche hanno testimoni. Così le donne scrivono. Perché la scrittura è anche conforto, voce intima che diventa parola, grido. Racconta Teresa Manente, avvocato penalista che dirige il pool legale dell’associazione “Differenza Donna”: …

“I vecchi dissesti ci mettono tra i cattivi Ue”, di Marco Deaglio

L’Italia ha vissuto una settimana molto difficile, caratterizzata da quattro dissesti intrecciati. Il dissesto geologico in Sardegna le cui cause vanno al di là della geologia e tirano in ballo l’incapacità crescente di governo del territorio non solo in quell’isola ma in tutto il Paese; il dissesto politico che sta facendo «esplodere» i partiti della maggioranza, alterandone profondamente natura e struttura; il dissesto sociale messo in luce dalla manifestazione di Roma e dagli scioperi spontanei di Genova; il dissesto del sistema produttivo che rende difficile una ripartenza della crescita i cui primi segnali si rafforzano meno rapidamente delle attese di qualche mese fa. Per scuoterci di dosso un pessimismo eccessivo, forse dovremmo ricordarci il vecchio detto «mal comune, mezzo gaudio»: in quasi tutti i Paesi ricchi (e in buona parte di quelli emergenti) ritroviamo fenomeni simili a quelli italiani. Per limitarci all’Europa, possiamo cominciare dalla Spagna. Centinaia di migliaia di persone sono sfilate ieri «in difesa del settore pubblico» (una rivendicazione non troppo distante da quella dei tramvieri di Genova), «in difesa delle persone» e …

“Il vecchio con gli stivali”, di Francesco Merlo

Finalmente Berlusconi lo ha detto: non teme la prigione ma «i cessi». E vuole dire che è terrorizzato dalla fine dei miserabili e degli immiseriti. I gabinetti sono infatti l’ossessione dei potenti italiani, degli arricchiti, come benissimo racconta la letteratura industriale, da Volponi a Ottieri sino a Parise (“Il padrone”). Insomma i cummenda sono tali anche perché dispongono di molti gabinetti, nelle case e negli uffici. E però al tempo stesso li temono come destino finale. Lucio Colletti mi raccontava, stupito e divertito, che Berlusconi aveva in casa più bagni che camere. Ebbene, per lui è quello il servizio sociale. «Pulire i cessi» è in metafora l’espiazione, è l’umiliazione, è la rieducazione. Tanti anni fa quando riceveva in casa l’amico Craxi che, soffrendo di prostata, andava spesso in gabinetto e qualche volta sporcava, era lo stesso Berlusconi che andava poi a pulire «per evitare — raccontò — che i camerieri si accorgessero che Bettino aveva sporcato». Ecco, di quel che un giorno fece vanto adesso Berlusconi fa esorcismo. I servizi sociali, in questo senso, sarebbero …