Giorno: 16 Novembre 2013

“L’evoluzione del delfino”, di Michele Prospero

Alla minaccia di Berlusconi, il ribelle Alfano, direbbe Machiavelli, rompe ogni indugio per svelare se «elli è vero amico e vero inimico; cioè se, sanza alcun respetto, si scuopre in favore di alcuno contro ad un altro». Finalmente sembra calare il sipario sul duello tra falchi e colombe. Una sfida infinita in cui tutti minacciavano di far scorrere sangue nei palazzi ma nessuno si decideva a premere il grilletto. Senza scelte definitive, la contesa si trascinava come una sceneggiata monotona. Alfano decide di ritirarla dai palcoscenici della piccola politica odierna. Berlusconi intendeva sfruttare le colombe per tirare avanti ancora un poco in quella strada che con un certo eufemismo si chiama stabilità. Il suo piccolo calcolo di potere prevedeva di logorare un Pd su cui ricade l’onere della governabilità, di impedire che alcune scelte innovative vengano adottate, di godere del plusvalore che come leader antipolitico ricava proprio dal pantano della non decisione cui si contorce la cosiddetta grande coalizione. In questo suo piano il Cavaliere pensava di distruggere il nemico, in evidente affanno nel reggere …

Fitoussi: «Crescita, dovete fare molto di più», di Umberto De Giovannangeli

«Oggi è ancora possibile progettare il futuro. Ma solo se questo futuro è declinato in chiave europea. E il futuro da realizzare è quello che punta decisa- mente sugli investimenti per la crescita. Condivido in proposito quanto affermato dal premier italiano. L’unico consiglio che mi sento di dare a Enrico Letta è quello di andare fino in fondo nel mettere in pratica le sue convinzioni in materia di crescita, facendo seguire alla parole i fatti». A sostenerlo è Jean-Paul Fitoussi, Professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma. È attualmente direttore di ricerca all’Observatoire Francais del Conjonctures Economiques, istituto di ricerca economica e previsione. «L’Europa – rimarca ancora Fitoussi – ha un futuro se si libera dall’ossessione del deficit pubblico». Professor Fitoussi, la Germania va per la sua strada. No agli Eurobond e al fondo di riscatto. Anche il futuro governo di grande coalizione tedesco, Cdu-Spd, non prevederebbe, secondo indiscrezioni, per il futuro dell’eurozona alcuna condivisione del debito. «Fa bene ad usare il condizionale e di sottolineare che si tratta di …

“Il peccato originale che pesa su Silvio”, di Claudio Tito

In meno di vent’anni Silvio Berlusconi ha provocato o subito ben quattro scissioni. Il centrodestra è stato il terreno di egemonia della politica italiana ma anche il campo delle divisioni più cruente. Il berlusconismo non ha mai consentito il dissenso. La sua essenza lo ha impedito. Perché le ragioni della sua nascita erano eccentriche rispetto alla vita delle Istituzioni. I suoi interessi primari sono sempre stati personali o aziendali. Nel ’94 ha rotto con la Lega per poi ricucire sei anni dopo. Nel 2006 ha sospinto l’Udc di Casini fuori dal perimetro della coalizione. E infine nel 2010 ha sfidato Gianfranco Fini fino a determinare la fuoriuscita dell’ampio gruppone degli ex An. Un passaggio questo che ha poi sancito la fine del suo ultimo governo aprendo la strada all’esecutivo dei tecnici guidato da Mario Monti. La dimostrazione che nonostante un sistema elettorale sostanzialmente maggioritario, la forza del Cavaliere si dimostra incompatibile con la dialettica tipica di un partito. Qualche anno fa Marco Follini, in quel momento suo alleato, aveva parlato di «monarchia» per definire l’assetto …

“Occupazione, e se la sfida ripartisse dalla maternità?” di Valeria Fedeli

L’insicurezza economica ha un forte e negativo impatto sulla scelta di avere figli. Lo racconta l’esperienza di tante giovani lavoratrici e di tanti giovani lavoratori, ma lo dicono anche dati e ricerche. Come lo studio pubblicato nei mesi scorsi nella collana Temi di discussione della Banca d’Italia «Insicurezza economica e scelte di fecondità: il caso italiano», purtroppo passato sotto silenzio, che evidenzia come l’Italia abbia uno dei più bassi tassi in Europa sia di fecondità che di occupazione femminile. Non solo le donne che hanno condizioni di lavoro instabili fanno meno figli, ma anche le lavoratrici atipiche, con alto livello di istruzione e reddito medio-alto, quindi con buone prospettive di carriera, tendono a postici- pare la maternità. I motivi sono sempre più legati alle carenze nelle politiche di sostegno alle famiglie con figli, alla debolezza delle politiche di conciliazione e condivisione tra tempi privati e di lavoro, alla precarietà che comporta una incertezza non solo economica, ma esistenziale. Oggi in Italia, secondo i dati Istat, lavora il 47,1% delle donne, rispetto ad una media Ue …

“Capitale della cultura, sei in finale. Delusione per Venezia e il Nord”, di Paolo Conti

Siena, Cagliari, Lecce, Ravenna, Perugia-Assisi e Matera sono le candidate italiane a Capitale europea della cultura per il 2019. Lo ha deciso ieri la giuria europea di selezione che ha proposto al ministero per i Beni culturali la «short list», ovvero la lista abbreviata, che entro un mese il dicastero guidato da Massimo Bray potrà ratificare. Nessuna città del Nord, dunque: tutte candidature concentrate soprattutto tra il Centro e il Sud. E addio ai sogni di gloria delle altre candidature: Venezia-Triveneto, Vallo di Diano e Cilento, Taranto, Mantova, Caserta, Palermo, Aosta, Erice, Reggio Calabria, Urbino, l’Aquila, Bergamo, Grosseto, Siracusa e Pisa. La giuria, presieduta dal britannico Steve Green (sette membri internazionali, sei italiani) ora si riunirà nell’ultimo trimestre del 2014, ovvero tra un anno, per scegliere la città vincitrice. Entusiasmo nelle città «finaliste». Il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali: «Grande soddisfazione, abbiamo fatto un lavoro serio e intelligente». Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna: «Da lunedì cominceremo a lavorare pancia a terra, tutti insieme». A Siena il sindaco Bruno Valentini dichiara: «La nostra città è in …