Giorno: 22 Novembre 2013

“Riforme, stavolta Carrozza sentirà le categorie interessate”, di A.G. da La Tecnica della Scuola

Le rassicurazioni giungono dal sottosegretario all’istruzione, Gianluca Gallettì: ferma restando la necessità di un intervento legislativo, è intenzione del Ministro coinvolgerle. Largo, quindi, ad un’ampia consultazione prima di presentare un disegno di legge di riforma. “Il Governo non ha alcuna intenzione di ledere le prerogative del Parlamento” in tema di istruzione, università e ricerca ma intende proporre un ddl che riguarderà soltanto la materia universitaria per l’elaborazione di un testo unico. A sostenerlo, il 21 novembre, è stato il sottosegretario all’istruzione, Gianluca Gallettì, rispondendo alla Camera ad un’interpellanza in tema di riordino normativo del settore e di delega legislativa. Galletti ha ricordato che un primo testo, al quale fa riferimento l’interpellanza, è stato “oggetto di confronto nelle sedi tecniche, ma non è stato discusso dal Consiglio dei ministri. Uno schema di disegno di legge sarà invece esaminato in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri. Esso riguarderà soltanto la materia universitaria e prevederà una delega legislativa solo per l’elaborazione di un testo unico in materia. Non si tratterà di un disegno di legge collegato …

“Difendere il paesaggio da nuove catastrofi”, di Eugenio Scalfari

Nei giorni della catastrofe che si è abbattuta sulla Sardegna con l’uragano in cielo mare e terra che ha devastato Olbia e il territorio circostante e le terre del Nuorese, un gruppo di intellettuali sardi rappresentati da Marcello Fois si è fatto sentire con parole commosse e vibranti. L’articolo di Fois su 24 Ore è intitolato “Non ci perdoneranno”. Ne cito un passo particolarmente significativo. «Quei morti non ci perdoneranno mai perché noi dovevamo sapere e lo dovevamo dire. Dovevamo sapere che lasciar costruire centrali nucleari in riva al mare poteva essere un modo per rendere micidiale per secoli un evento micidiale ma passeggero come uno “tsunami”». Dovevamo sapere — prosegue Fois — che cementare gli stagni per fare parcheggi o costruire villette a schiera sui letti secchi dei fiumi significa sfidare gli eventi eccezionali perché diventino carneficine. Ma le centrali nucleari in riva al mare sono state fatte, gli stagni prosciugati, i letti dei fiumi edificati. E oggi, al capezzale della civiltà dei sardi, a noi intellettuali ci chiedono parole di sostegno. Ma un …

“Vent’anni di nausea”, di Valeria Viganò

E arrivarono le motivazioni della sentenza Ruby. Ne avevamo bisogno per fare chiarezza su una vicenda sordida, sporca di sesso e potere? No, tutto era molto limpido già dalla notte della telefonata di Berlusconi. Quella fatta per liberare e affidare la «nipote di Mubarak» alla cura educativa della igienista personale del Cavaliere. Ci sono voluti tre interminabili gradi di giudizio. Leggere nuovamente del vecchio satrapo e delle sue ancelle non cancella il disgusto di fronte a una marcescenza della carne e al vizio corrotto nella mente retriva di un settantenne che si crede immortale e vuole merce fresca. Ma non sorprende più, conosciamo ormai tutto, anzi stanca, annoia, è come una barzelletta ripetuta allo sfinimento, che a metà, siccome la si sa a menadito, ti fa alzare gli occhi al cielo e sbuffare. Vedere la foto dell’ex premier e della ragazza allora minorenne tra le prime notizie relative a questo Paese, provoca la nausea. Sentire il coro greco che accompagna una sentenza più che corretta, e usa parole totalmente incongrue rispetto alla verità di fatti …

“Undici bocciature in un giorno. L’Italia campione di indisciplina”, di Marco Zatterin

Ne abbiamo mancate 11, questa volta, noi della Repubblica Italiana. Per esempio, non trattiamo i precari della scuola pubblica come gli assunti a tempo pieno, ma siamo anche in ritardo nell’adeguarci alle norme contro la tratta degli esseri umani. I nostri medicinali sono privi della tutela dal rischio falsificazione e i passeggeri che viaggiano in treno non possono contare su un’autorità che tuteli i loro diritti, cosa che – invece – l’Italia ha promesso a Bruxelles. Per questo la Commissione ci richiama, ci minaccia e – in un caso – ci manda alla Corte di Giustizia. È successo 11 volte, ieri, in un giorno solo. Roba da primato anche nella storia infinita di un Paese da sempre maglia nera nel recepire il diritto Ue. I numeri sono contro di noi. L’ultimo rapporto sull’applicazione del diritto comunitarie pone l’Italia in testa alla classifica delle infrazioni, erano 99 alla fine del 2012, comprese 17 procedure da ritardato recepimento. Per fare il confronto, la Francia ha 63 contenziosi aperti, la Germania 61, l’Olanda 41. La differenza è palese, …

“La riforma che serve”, di Benedetto Vertecchi

Quanto il marchese Casati propose al Parlamento piemontese la sua riforma della scuola, alla vigilia dell’Unità nazionale, cercò di prevedere tutti gli aspetti, anche quelli più minuti, del suo funzionamento. Il quadro normativo che il nuovo Stato italiano ereditò nel 1861 era dunque costituito da una legge monumentale (oltre 450 articoli), che, in effetti, dava forma al sistema scolastico. Nessuno dubitava del fatto che le norme contenute nella legge fossero adempiute, per la semplice ragione che il piccolo sistema che Gabrio Casati aveva in mente era caratterizzato dalla stabilità di riferimenti. La legge supponeva che l’educazione dei figli non fosse sostanzialmente diversa da quella dei padri. Di conseguenza, l’intento degli ordinamenti era quello di assicurare, con la continuità fra le generazioni, l’omogeneità delle proposte culturali. L’impostazione e i criteri seguiti dal marchese Casati nell’elaborazione della riforma non erano sostanzialmente diversi da quelli che si andavano affermando altrove, e in particolare in Francia: si trattava di una scuola di impianto centralistico, volta ad ottenere profili culturali omogenei, caratterizzata da una elevata condivisione del ruolo che l’educazione …

“Uomini la questione maschile”, di Adriano Sofri

Pressochè ciascuno, se guarda abbastanza in profondità dentro se stesso (non troppo in profondità: si annega), se è capace di ricordare la propria formazione di maschio, paura e spavalderia, ignoranza e presunzione, riconosce con raccapriccio il capo di un filo che porta dei suoi simili, ammesso che non abbia portato lui stesso, a molestare, violentare o uccidere una donna. Ho appena incontrato Mary Pereira Mendes, signora indiana che lavora per l’Unicef in Kurdistan e fra i profughi siriani, e guida un programma contro le mutilazioni genitali femminili. Mary spiega la difficoltà incontrata nelle donne, levatrici e madri, attaccate all’orrenda tradizione, attente tutt’al più a una modalità d’intervento più “pulito”, e disposte a barattare l’infelicità sessuale con la gratificazione domestica. La tradizione è patriarcale, dice, ma sono le donne a trasmetterla, e non di rado gli uomini la ignorano. Penso che proprio questo riveli l’ottusità della sessualità maschile: se gli uomini non si accorgono e comunque non danno peso alla negazione del piacere sessuale delle “proprie” donne, è perché il loro stesso piacere sessuale è mutilato. …

“Uomini che non odiano le donne come combattere il femminicidio”, di Concita De Gregorio

Nel 2013 in Italia sono state uccise 128 donne. Da mariti, fidanzati, amanti o semplici conoscenti. Per non dimenticare e cercare di fermare la strage il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza. In principio è il linguaggio. Le parole per dirlo. Il posto che la lingua dà alle cose diventa il posto giusto delle cose. Per capirci, ecco un test semplice. Quante volte avete detto o sentito dire: mio marito/mio figlio in casa è un disastro, se fosse per lui vivrebbe nel caos. O apparentemente al contrario: mi aiuta moltissimo, cucina e fa i piatti, si prende cura dei bambini. Quante volte avete sentito un uomo dire: oggi mia moglie non c’è, faccio da babysitter. Questo è il problema. Questa è la norma, dunque la norma è il problema. Dalla subordinazione alla sopraffazione alla violenza lo scarto non è di qualità del gesto, è di quantità. Dalla normale “delegittimazione del lavoro domestico maschile” — dalla divisione di ruoli e di compiti tutto attorno a noi per cui non c’è niente di strano …