Giorno: 28 Novembre 2013

«Grazie ai nuovi interventi aiutiamo 400mila poveri», di Bianca Di Giovanni

C’è chi avverte che non si può parlare di reddito minimo, chi sottolinea che si tratta della vecchia social card targata Tremonti-Sacconi (in realtà già superata dal governo Monti con una misura completamente ristrutturata di inclusione sociale). Come stanno davvero le cose sul welfare nell’ultima versione della legge di Stabilità? Lo chiediamo a Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al lavoro con delega alle politiche sociali. Sacconi attacca dicendo che non si tratta di reddito minimo, quindi nessuna novità. «Qui ci stiamo perdendo sulle definizioni, dimenticando la sostanza. Posso dire che con l’emendamento Pd inserito in Senato le risorse per la lotta alla povertà nel 2014 sfiorano i 500 milioni. Grazie a questo possiamo essere sicuri che entro la fine dell’ anno prossimo avremo a disposizione una misura di contrasto alla povertà su tutto il territorio nazionale. Un passo avanti rispetto alle sperimentazioni avviate finora, relative alle 12 città con oltre 250mila abitanti e alle 8 Regioni del Sud. Il prossimo obiettivo sarà estendere la misura anche agli anni successivi». A chi si rivolge l’intervento? «Con la …

“Povera scienza”, di Giulio Azzolini

«I problemi che affliggono la ricerca scientifica in Italia sono complessi. Faccia caso a quanto è marginale il dibattito scientifico nel nostro discorso pubblico, pensi alla sua subordinazione nei confronti della cultura umanistica e, soprattutto, tenga conto della cronica mancanza di fondi». Vincenzo Balzani, professore emerito all’Università di Bologna e chimico apprezzato in tutto il mondo per le ricerche sul fotochimico inorganico, guarda in prospettiva alle polemiche che negli ultimi giorni hanno acceso la comunità scientifica italiana. A scatenarle il Consiglio dei ministri di giovedì scorso con l’approvazione in via preliminare di una legge contraria alla sperimentazione animale. Ieri, su queste pagine, la neosenatrice a vita Elena Cattaneo si rivolgeva direttamente a Napolitano e a Letta, paventando il rischio capitale che quella norma rappresenterebbe per lo sviluppo della ricerca biomedica. Professore, cosa pensa della legge 96? «Non è il mio campo, ma mi sembrerebbe ragionevole tornare alla posizione stabilita nella normativa europea, che è meno restrittiva della legge approvata dal Parlamento italiano». Ritiene che questo caso sia emblematico per giudicare grave la condizione della ricerca …

“Il duce semidio e l’amnesia italiana”, di Franco Cordero

Giovedì 10 aprile 1930, nella Casa del Fascio sulla milanese piazza Belgioioso, l’arcivescovo cardinale Ildefonso Schuster benedice l’ivi fondata Scuola di mistica fascista. L’insegna antirazionalistica è esplicita nell’aggettivo: i discenti s’immergono nel «pensiero del Duce»; al quale debbono una «fede intransigente», ribadita nel triplice imperativo «credere, ubbidire, combattere». Ormai ha uno status metaumano l’ex socialista anarcoide: dirigeva l’Avanti; improvvisamente bellicoso contro i reazionari Imperi centrali, s’era guadagnata l’espulsione dal partito antimilitarista. Post vittoria mutilata (così la deplora D’Annunzio) scompare al primo vaglio elettorale: nemmeno un seggio, ma riapparso come mano armata delle classi padronali nel velleitario biennio rosso, non ancora quarantenne, dal 31 ottobre 1922 guida un lunghissimo governo (20 anni,8 mesi, 25 giorni) nella girandola dei ministri, finché i carabinieri l’arrestano a Villa Savoia, domenica 25 luglio. Sapeva gestire l’anima collettiva e se avesse l’astuzia cautelosa dell’allievo dittatore spagnolo, Francisco Franco y Bahamonde, invecchierebbe tra Villa Torlonia e Sala del Mappamondo, magari entrando in guerra dalla parte vincente contro lo psicotico caporale austriaco. Ha tre doti utili nell’Italia ancora controriformista: parla e scrive in …

“Staminali, ascoltate i nostri ricercatori”, di Carlo Flamigni

I malati e i parenti dei malati che protestano davanti ai palazzi del potere perché esigono (non chiedono, esigono) di poter utilizzare cure sperimentali sono, in ultima analisi, le stesse persone che esigevano di aver accesso alle cure anti-tumorali di un medico di Modena. Quel medico che proponeva loro e che oggi sappiamo essere del tutto prive di effetti terapeutici. Queste persone chiedono che sia lo Stato a farsi carico di queste terapie, il che significa che esiste, a questo proposito, un coinvolgimento collettivo: se non fosse così, credo che non interverrei sul merito del problema. Queste persone sono certe di essere nel giusto e di chiedere cose che hanno il diritto di ottenere. Sono in buona fede e hanno tutti i motivi del mondo per battersi per le proprie ragioni. Credo che sia giusto discutere con loro i motivi che inducono molti di noi a ritenere che siano invece nel torto, con la premessa che il verbo discutere implica il dovere di entrambe le parti di ascoltare (non fingere di ascoltare ) l’altra, disponibili …

“Quegli insulti a Piano e Rubbia”, di Curzio Maltese

«Vergogna!». L’urlo dei senatori di Forza Italia contro Renzo Piano, Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo riassume da solo il senso di vent’anni all’insegna del rovesciamento d’ogni valore. È la frase storica di una giornata che non ne ha prodotta nessuna. Proviamo a guardarla, la scena, con occhi stranieri. Come la vedono nel resto del mondo civile, non assuefatti come i nostri da decenni di talk show dove tutto è uguale a tutto. Da una parte stanno un genio dell’architettura, il “Brunelleschi del ventesimo secolo” (New York Times), un premio Nobel per la fisica degno erede della tradizione di Enrico Fermi e una ricercatrice stimata nei circoli scientifici internazionali. Dall’altra un pugno di cortigiani miracolati senza un mestiere, ben rappresentati da Bondi e Gasparri, felici di riverire un padrone già piduista, datore di lavoro di boss mafiosi, ora condannato in via definitiva per frode fiscale, in primo grado per prostituzione minorile, sotto processo per corruzione di giudici e po-litici, considerato un «clown» da mezza stampa mondiale. E questi dicono a quelli «vergognatevi!». «Sublime» l’ha definito Piano, …

“L’eccezione è finita”, di Ezio Mauro

Tutto è consumato, dunque. Quasi quattro mesi dopo la condanna definitiva per frode fiscale Silvio Berlusconi deve lasciare il Parlamento perché il Senato lo dichiara decaduto, e non potrà candidarsi per i prossimi sei anni. Tutto questo in forza del reato commesso, della sentenza pronunciata dalla Cassazione e di una legge che le Camere hanno approvato un anno fa a tutela della loro onorabilità istituzionale, come risposta alla corruzione montante e agli scandali crescenti della malapolitica. Persino in Italia, quindi, anche per un leader politico, addirittura per uno degli uomini pi ù potenti del ventennio, valgono infine le regole democratiche dello Stato di diritto, e la legge si conferma uguale per tutti. Un processo è riuscito ad andare fino in fondo, l’imputato ha potuto difendersi con tutti i mezzi leciti e anche con quelli impropri, finché tutto si compie e le sentenze si eseguono, con tutte le conseguenze di legge. È certo una giornata particolare quella in cui si decide l’espulsione dal Senato di un uomo di Stato che ha guidato per tre volte il …