Giorno: 9 Luglio 2014

"Perchè siamo il paese dell'incultura scientifica", di Carlo Rovelli

L’amara riflessione di un fisico teorico sulla scuola e sui saperi in Italia. Sui gravi deficit accumulati. E sul fatto che le discipline umanistiche prevalgano sulle altre PENSO che la scuola italiana sia fra le migliori del mondo. Paradossalmente, penso lo sia soprattutto per chi vuole dedicarsi alla scienza, come ho fatto io. Non per caso giovani italiani brillano in tutti i migliori centri di ricerca del mondo. Hanno qualcosa che altri paesi fanno fatica a offrire: non solo fantasia e creatività, ma soprattutto un’ampia, solida e profonda cultura. Sono convinto che studiare Alceo, Kant e Michelangelo offra a uno scienziato strumenti di pensiero più acuminati che non passare ore a calcolare integrali, come fanno i ragazzi delle scuole d’élite di Parigi. Sapere, conoscenza, intelligenza, formano un vasto complesso dove ogni parte si nutre di ogni altra. La nostra intelligenza del mondo si basa su tutto ciò insieme. Questo insieme è la cultura. Non voglio dire che per fare buona scienza sia strettamente necessario avere tradotto versi di Omero dal greco, o leggere Shakespeare, però …

Art bonus, on. Ghizzoni “Il Paese può ora vivere anche di cultura”

“Finalmente, dopo anni di disinteresse se non di vero e proprio spregio, cultura e turismo tornano ad essere strategici per lo sviluppo, anche economico-occupazionale, del Paese”: la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, vice-presidente della Commissione Cultura della Camera, accoglie con soddisfazione l’approvazione del cosiddetto Art bonus. “Ora il privato che voglia contribuire alla ristrutturazione della Torre civica di Novi o del castello di San Felice, solo per citare due monumenti dell’area del cratere sismico – conclude l’on. Ghizzoni – non avrà più alcun alibi”. Dalla politica del “con la cultura non si mangia” a un Paese che finalmente può vivere anche di cultura. La conversione in legge del cosiddetto Art bonus è un importante risultato per la tutela del nostro patrimonio storico-artistico, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo nel nostro Paese. Nei suoi 16 articoli contiene provvedimenti di notevole impatto come il consistente credito d’imposta previsto per quei privati che vogliono investire in cultura o come la possibilità finalmente data ai Comuni e agli Enti pubblici in generale di assumere lavoratori …

"Una svolta dopo l’era Olli Rehn", di Paolo Soldini

Un socialista al posto che fu di Olli Reh,I il cerbero della disciplina di bilancio in formato austerity Quella che fino all’altra sera poteva parere un’ipotesi da fantascienza, è diventata una prospettiva concreta ieri, dopo che Jean-Claude Juncker l’ha evocata davanti all’assemblea degli eurodeputati del gruppo Socialisti&Democratici suscitando legittima (e piacevole) sorpresa ma anche parecchie domande. Se il candidato alla presidenza della Commissione ha ritenuto di potersi sbilanciare affermando chiaro e tondo che il commissario agli Affari Economici e Monetari «sarà un socialista» (del quale circola già il nome: quello del francese Pierre Moscovici), significa due cose: la prima è che ha parlato sulla base di un qualche accordo predefinito. Non ha detto, infatti, «io proporrò un socialista». Non ha espresso un proposito: ha dato una notizia. La seconda cosa è che non teme defezioni di rilievo tra le file dei popolari quando,tra sei giorni, dovrà sottoporsi al voto (segreto) del Parlamento. Non che la fronda della destra del gruppo possa essere determinante, visto che per lui voteranno comunque i socialisti, i Verdi e i …

"Non mi pento di nulla, rifarei tutto", di Giovanni Egidio

«Dove ho sbagliato? Non lo so, non chiedetemelo oggi. So però che c’è una sentenza di condanna in appello, e so che le sentenze si rispettano, anche politicamente. Quindi, me ne vado. Con enorme amarezza, penso possiate capirlo, ma me ne vado». Alle 14 e 40 i giudici escono dalla camera di consiglio e leggono il dispositivo che infligge un anno di pena a Vasco Errani per “falso ideologico”. Nemmeno un’ora dopo, alle 15 e 30 esce il comunicato della regione a firma del governatore: “Mi dimetto ma rivendico la mia onestà”. Lui è a Ravenna e da lì non si muoverà per tutto il giorno. Ma non è una decisione che nasce nel salotto di casa, nulla viene dettato di getto. «Chi mi conosce lo sapeva, e penso che ormai mi conoscano in tanti. Se c’era la condanna ero pronto a lasciare, questo era chiaro e deciso da tempo». Dimissioni irrevocabili, ovviamente, e pronte nel cassetto. «Non farò come Formigoni » aveva detto agli amici già nei mesi scorsi. Per questo non tornerà indietro, …

"Grandi Opere con la crisi calano investimenti e proteste", di Valentina Conte

Si protesta meno perché si investe meno. Per la prima volta da nove anni, da quando cioè il fenomeno viene monitorato, gli impianti contestati sono diminuiti. Una buona notizia? Non proprio, a sentire gli esperti del Nimby forum. Anzi. Ad invertire la tendenza non sono né un improvviso cambio culturale, né un rinato confronto territoriale. Tantomeno lo snellimento burocratico. Piuttosto il calo degli investimenti, dovuto alla recessione, ma anche alla crisi “di affidabilità e reputazione dell’Italia”. Un paese in cui è difficile aprire una fabbrica, fare una strada, scavare un tunnel, mettere una pala eolica senza incappare nella burocrazia asfissiante, nei veti della politica, nel gorgo dei permessi, nelle sospensive dei Tar, nelle liti tra enti locali e Roma. E certo anche nelle proteste dei cittadini, spesso però lasciati soli. I dati che oggi il Nimby forum – un progetto di ricerca attivo dal 2004, promosso dall’associazione no profit Aris – presenterà a Roma, nel suo IX osservatorio, raccontano dunque un’Italia meno litigiosa. Certo, lo sviluppo di infrastrutture energetiche, viarie e per il trattamento dei …