Mese: Luglio 2014

Scuola, nella bassa modenese un organico aggiuntivo di 60 docenti

L’annuncio nel corso della visita odierna del sottosegretario Reggi alle scuole terremotate «E’ in territori come questi, così duramente colpiti ma in grado di rispondere con altrettanta forza per rialzarsi, che la scuola si dimostra, ancora una volta, il fulcro della comunità e del suo sviluppo.» Lo ha ribadito questa mattina a Mirandola il sottosegretario all’istruzione Roberto Reggi in visita alle scuole dell’area colpita dal terremoto del maggio 2012. Un’occasione, da parte del dirigente regionale, Stefano Versari per annunciare l’arrivo nella bassa modenese per le esigenze delle scuole terremotate di un organico aggiuntivo di 60 docenti e 86 unità di personale Ata. «Una buona notizia per gli istituti che stanno riorganizzando la loro attività dopo il sisma, cui presto farà seguito, dall’assegnazione dell’organico di fatto, quella per le scuole della provincia modenese in generale, che a più riprese hanno ribadito l’esigenza di incrementare il tempo scuola.» Questo il commento della parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, vicepresidente della commissione cultura della Camera, che ha accompagnato il sottosegretario Reggi nella bassa modenese. Mattinata modenese quest’oggi per …

"L’Unità e l’editoria. Lo specchio del Paese in crisi", di Carlo Buttaroni

In tutte le economie di mercato le imprese sono soggette alle leggi della domanda e dell’offerta. Chiudono e aprono, prosperano o falliscono, in base ai gusti dei consumatori, alla competitività del rodotto, alla concorrenza.Aquesti criteri, ineludibili, non si sottraggono le imprese editoriali come l’Unità stessa, perché i «mercati » non rispondono ai sentimenti, nemmeno quelli più nobili. E non conta quanta storia ci sia alle spalle, se le vendite calano e non c’è equilibrio fra entrate e uscite. Piaccia o no, questa è la ruvida legge dei mercati. Talmente ruvida che, in tutte le economie occidentali, un complesso sistema di norme ne disciplina il funzionamento. Le norme anti-trust, per esempio, tutelano la concorrenza, impedendo che le imprese pregiudichino la regolare competizione economica con abusi di posizione dominante e condizioni di monopolio. Ma c’è di più: le politiche pubbliche dei Paesi a economia di mercato si sono assunte il compito di contenerne gli eccessi, prevenirne gli squilibri e orientarne lo sviluppo, operando direttamente come attori economici e occupandosi di far crescere quei settori strategici sui quali …

"Solo contro tutti e quindi popolare", di Ilvo Diamanti

IL DIBATTITO sulle riforme istituzionali, che si sta svolgendo in Parlamento, rammenta, sempre di più, una contesa personale. Quasi un corpo a corpo. Renzi contro tutti. Da solo. INTORNO a lui, un manipolo di fedeli. La ministra Boschi per prima. Dall’altra parte, tutto il mondo (politico) contro. Renzi: vuole riformare la legge elettorale ma, prima ancora, il nostro bicameralismo perfetto, unico in Europa. Ostacolo a ogni percorso decisionale rapido ed efficace. Così ha ingaggiato la sua lotta — senza confini e senza tregua — contro i freni e i vincoli che si frappongono e oppongono alla costruzione di una democrazia efficiente e “riformata”. La realtà, ovviamente, è più complessa. E le ragioni di chi si oppone e frappone al progetto del governo non sono tutte e del tutto irragionevoli. Tuttavia, questa è la “rappresentazione” che emerge dalle confuse vicende parlamentari degli ultimi giorni. Renzi contro tutti. Perché lui si è esposto in prima persona. Bersaglio di tutte le critiche e di tutti gli oppositori. Esterni, come Grillo e il M5s. E poi, la Lega e …

"Naufragio e riscatto, metafora della storia d’Italia", di Marco Ferrari

Le grandi tragedie navali italiane hanno segnato un mutamento d’epoca. Siamo un popolo di naviganti e in epoca di comunicazioni rapide forse siamo rimasti tali. Le tragedie d’acqua segnano il nostro destino, marcano il nostro immaginario, alimentano la volontà di ripresa, elevano il senso di riscatto. È’ sempre stato così. E il dramma della “Concordia” sta a testimoniarlo. Non c’è un solo italiano che non si sia affranto e rammaricato per l’incidente del Giglio, quasi che quella nave simboleggiasse la nostra grandezza, il nostro prestigio, la nostra consapevolezza comune. Non a caso il premier Matteo Renzi, ieri a Genova, ha fatto scattare un senso d’orgoglio per l’impresa di portare il colosso del mare sulla banchine genovesi con una soluzione tecnica inedita e per le prospettive che si aprono per i porti italiani, per le costruzioni e le demolizioni navali. Come in un romanzo di Joseph Conrad il mare è la metafora della nostra misura di società e chi compie il viaggio all’inferno e ne ritorna vivo ha una considerazione nuova della solidarietà. È questo concetto …

"I terreni del demanio ceduti a 50 mila giovani agricoltori", di Luisa Grion

Coinvolto nell’operazione anche il corpo forestale dello Stato. Lo Stato-contadino venderà o affitterà i suoi campi ai giovani. Si tratta di terreni pubblici adatti alla coltivazione, spesso frazionati in piccole parti, ancor più spesso incolti. L’idea di riportarli a nuova vita trasformandoli in una occasione di lavoro per le nuove generazioni era venuta al governo Letta un paio di anni fa, ma per concretizzare quella legge del 2012 ci è voluto un decreto applicativo firmato qualche giorno fa da Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole. Sul piatto ci sono 5.550 ettari di terreni agricoli pubblici — il corrispondente più o meno di 7 mila campi da calcio — che da settembre saranno concessi in affitto o ancor meglio ceduti: possibilmente a giovani che già hanno un’impresa agricola (secondo le stime della Coldiretti poco più di 50 mila) o che intendono metterla in piedi e che s’impegnano — per i prossimi 20 anni — a destinare quelle terre alla coltivazione. In entrambe i casi infatti (vendita o affitto) gli under 40 potranno godere di un diritto …

"La crescita non verrà da sola", di Massimo D'Antoni

Benché l’attenzione mediatica sia tutta per le riforme istituzionali, è sull’economia che si profilano i maggiori rischi, per il governo e per il Paese. È vero, nessun crack imminente è all’orizzonte in questo agosto 2014. Ma far suonare il campanello d’allarme è la continua conferma dei dati deludenti sull’andamento dell’economia italiana. La recessione è finita da mesi, eppure non si vedono segni significativi di ripresa; il dato è particolarmente preoccupante proprio alla luce della caduta precedente, cui avrebbe dovuto seguire un rimbalzo ben più deciso. La mancata ripresa è un rebus che gli economisti faticano a decifrare. La spiegazione sta probabilmente in una molteplicità di fattori concorrenti, internazionali (il rallentamento delle economie europee più forti e dei Paesi emergenti) e nazionali di natura sia congiunturale (anni di politiche di austerità hanno lasciato il segno) che strutturale (la moneta unica, l’inadeguatezza della nostra specializzazione produttiva). Il nuovo governo aveva puntato le sue carte su un rilancio dei consumi (gli 80euro) rinviando alla seconda parte dell’anno la definizione delle coperture e il conseguente contraccolpo negativo sulla domanda. …

"Non vendiamoci anche il futuro", di Carlo Ossola

Cominciamo a tener viva quella cultura critica della fine che in fondo ha salvato la nostra civiltà Da Ausonio a Gregorio Magno, a Tacito, fino a Tolstoj Questo «Domenicale» ha ospitato più volte, e anche di recente, articoli sulla crisi della scuola italiana, sulle ragioni del merito, sul come premiare gli insegnanti meritevoli, sul come frenare l’emorragia dei “cervelli”, sul come valutare i test che valutano (prove Invalsi, eccetera). Mi limiterò, inquesto mio intervento, a qualche ragione sul come «ben meditare della fine». Vorrei dunque subito sgombrare il campo da ogni ragione economica e sociologica e venire a quelle nervature che tali rimangono, tanto che lo stipendio degli insegnanti sia fissato a 1.500 euro al mese (quando va bene), o a 4.000 (come accade in molti paesi europei, ma non in Italia). Vorrei anche chiarire che, almeno per una ragione, il Governo dovrebbe salvaguardare la scuola: e cioè che essa, preparando il futuro della società italiana, è l’unico asset, (risorsa, nel mio italiano) che non abbiamo ancora venduto (ma anche questo accadrà, quando dall’estero si …