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Più forti in Europa, più forti contro la crisi

Franceschini conclude il viaggio di Un treno per l”Europa e invita Berlusconi a promettere di “non cambiare mai più la Costituzione a colpi di maggioranza”

“Bisogna ricordare l’importanza di questo voto, l’importanza del Parlamento Europeo”. Dario Franceschini si rivolge ai 400 ragazzi del Treno per l’Europa, e alle centinaia di persone riunite nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia, con un invito: ricordare a tutti che grazie all’Europa, a un’Europa più forte, è possibile uscire dalla crisi.

UE. “Spesso, si teme di caratterizzare il nostro partito in senso troppo ‘europeista’ – dice Franceschini alla platea, in cui è presenta anche il sindaco di Venezia Massimo Cacciari – Invece io penso che dobbiamo avere il coraggio di impugnare il tema dell’Europa.” Cioè basta con l’idea che l’Unione Europea costituisca un limite o un ingombro. Si tratta, piuttosto, di “un’opportunità”. Il segretario del PD ne è convinto e ricorda come l’euro, nonostante le aspre critiche che gli sono state rivolte, abbia permesso all’Italia di evitare una situazione peggiore di quella che sta vivendo ora. Una crisi pesante e indecifrabile, ma anche una crisi che per l’Europa può rappresentare il momento giusto per conquistare quel ruolo centrale che finora non è riuscita mai a ricoprire. In un mondo globalizzato è questa l’unica via da perseguire. Non si può permettere che “nel luogo per noi più importante, si faccia affidamento alla legge più primitiva”. Non si può, cioè, demandare al capitalismo l’organizzazione della società, non si può dimenticare la centralità del diritto nella costruzione delle nuove istituzioni che dovranno governare le sfide del futuro. “Problemi globali – dice Franceschini – hanno bisogno di soluzioni globali”. E queste soluzioni possono essere trovate solo in seno all’Europa.

Candidature. Il premier, oltre a mettere in lista se stesso, “metterà i ministri, ci metterà i parlamentari, facendosi dare la lettera di opzione o di dimissioni e saranno eletti al settimo, ottavo posto della lista senza avere preso preferenze”. Franceschini, dopo aver sottolineato l’importanza dell’istituzione europea, ricorda ancora la truffa elettorale architettata dalla maggioranza e rivolge un appello ai media presenti all’appuntamento in Laguna: “Si metta la stessa attenzione ai criteri con cui sono composte le liste del Pdl. Si guardino i certificati penali si denunci che stanno facendo liste bloccate, perché Berlusconi non metterà solo in lista se stesso”.
Poi, tornando a rivolgersi ai giornalisti, Franceschini ha proseguito: “Solo questo chiediamo, guardate con la massima attenzione critica quello che facciamo noi, ma guardate con lo stesso metro quello che fa il Pdl, non abbiate paura. Lo dico ai giornalisti italiani – ha concluso Franceschini – non abbiate paura, si può ancora fare”.

25 aprile. Nel corso del suo intervento, Franceschini torna anche a parlare della festa di Liberazione appena trascorsa e a cui, Silvio Berlusconi ha deciso di partecipare pubblicamente per la prima volta.
Ha commentato Franceschini: “Mi hanno detto che poteva essere un boomerang invitare Berlusconi in piazza per il 25 aprile. Poi gli ho chiesto anche di ritirare la proposta di legge. Questa seconda cosa è un boomerang o una cosa buona?”. Per il segretario del PD, la risposta è semplice e immediata: “E’ giusto – dice – chiudere con la politica delle anomalie nel nostro Paese. In Italia c’è un terreno di scontro politico, ma ci deve essere anche un tessuto di valori condivisi. Non è stato normale che per 14 anni nel nostro Paese il leader della maggioranza non era in piazza il giorno della Liberazione. Bisogna spingere ogni giorno perché l’Italia diventi un paese normale, perché è normale che ogni giorno ci sia uno scontro politico ma ci deve essere condivisione di valori”.

Salò. Da Venezia, ultima tappa del Treno per l’Europa, Franceschini annuncia la decisione del presidente del Consiglio di ritirare proposta di legge che equipara partigiani e reduci di Salò. Una vittoria per il PD ma, soprattutto, una vittoria per gli Italiani: “Ieri ho chiesto coerenza tra parole e fatti e di ritirare la proposta di legge che mette sullo stesso piano chi ha combattuto con gli alleati nella Resistenza e i repubblichini. Ora ricevo un biglietto con cui mi si dice che Berlusconi ritirerà questa proposta di legge”
Il Partito Democratico, però, fa una seconda richiesta al premier Silvio Berlusconi, dopo quella di ritirare la vergognosa proposta di legge: “Dica espressamente che non cambierà mai più la Costituzione a colpi di maggioranza. Venga in aula e dica: mi impegno a cambiare la Costituzione solo con accordo di maggioranza e opposizione”.

Giacomo Rossi, www.partitodemocratico.it

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