Mese: Settembre 2009

“Veltroni: Franceschini leale e aperto”, di G.V.

L’ex segretario ospite a Sky: il Pd può diventare una grande forza riformista. Marino: primarie vere con un confronto diretto fra i diversi programmi. Secondo Walter Veltroni «ci sono tutte le condizioni per rilanciare il Pd, a patto però che si resti sulla linea di creare una grande partito riformista». Critiche a Bersani: non capisco la sua linea. «Ci sono tutte le condizioni per rilanciare il Pd. A patto però che si resti sulla linea di costruire un grande partito riformista». Walter Veltroni ne è convinto. L’ex segretario ha parlato ieri a tutto compo nel corso di un programma a Sky con Beppe Severgnini. Il rilancio è possibile ha detto ancora Veltroni ma ci vuole tempo e pazienza. «In nessun paese i leader vengono valutati a quattro mesi, da noi c’è un’idea bulimica della politica, quella per cui conta il risultato immediato». Una linea dannosa, tanto più in Italia, secondo l’ex sindaco di Roma, perchè qui «serve una grande battaglia culturale». Nessun dubbio sul «passo indietro senza sbattere la porta» che lo ha portato a …

“Il Grande Scambio sui diritti civili”, di Chiara Saraceno

Non è chiaro chi uscirà vincitore dalla complessa partita che si sta giocando nel rapporto Stato (o meglio governo) e Chiesa cattolica in queste settimane, tra minacce, aggressioni, ricatti e promesse. I giocatori sono troppi, ciascuno con un suo interesse e motivazione specifica. Berlusconi vuole mettere una pietra tombale su ogni critica non tanto ai suoi comportamenti privati, quanto alla sua disinvolta confusione tra pubblico e privato, in questioni che riguardano sesso, ospitalità, candidature e incarichi politici, affari. Perciò, così come è disposto ad usare ogni mezzo, pubblico e privato, per mettere a tacere chi lo critica, è anche disposto ad utilizzare il proprio ruolo pubblico per offrire in cambio alla Chiesa il potere di regolare le scelte private dei cittadini sulle questioni che ad essa stanno più a cuore. Bossi vuole utilizzare il richiamo al cattolicesimo ed ai suoi valori sia per tenersi buono il suo elettorato che per rafforzarne le pulsioni anti migratorie e talvolta un po´ razziste. Proprio per questo, mentre rassicura la Chiesa sulle questioni che riguardano la famiglia e la …

“No alle quote La democrazia paritaria non e utopia”, intervista a Mariangela Bastico di Luigina Venturelli

Le donne devono essere il 50% nei luoghi di rappresentanza, nel lavoro e nella politica. II Pd diventi il partito dei poteri deboli. 0gni evento politico si condensa in un unico dettaglio chiarificatore, capace di raccontarne l’essenziale, anche a distanza di tempo, anche in paesi lontani. Per Tangentopoli, per dire, fu il lancio delle monetine contro Craxi. Per Farfallopoli, o come altro vogliamo chiamare questa stagione di festini a Palazzo Grazioli, sarà la denuncia di Berlusconi contro l’Unità. Ne è convinta la senatrice democratica Mariangela Bastico: «Questa vicenda è l’emblema dell’attuale momento storico. Da un lato c’è il presidente del Consiglio, maschilista e uomo di potere, che ritiene che tutto si possa comprare, soprattutto le donne; dall’altro lato c’è un giornale diretto da una donna e su cui scrivono tante donne, che continua ad informare sugli abusi del potere con grande nitidezza. Insopportabile, dunque. E la punizione deve essere esemplare». Tutto purché le donne non escano dal silenzio. «Le donne non sono in silenzio. Piuttosto, c’è sempre qualcuno che tenta di mettere loro il silenziatore. …

“Crisi e occupazione, prove di disgelo tra Marcegaglia e Epifani”, di Laura Matteucci

Prima il vis-à-vis con la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ne uscirà parlando di «incontro costruttivo». Poi il clima disteso del pranzo lungo e informale con il ministro Giulio Tremonti, insieme ad Enrico Letta. A Cernobbio, l’ultima giornata del workshop Ambrosetti il segretario della Cgil Guglielmo Epifani la passa da protagonista: incassa commenti fino a ieri inaspettati: «Il suo intervento mi è parso molto responsabile e molto interessante», dice a sorpresa il mai tenero Tremonti. «Nonostante l’accordo separato sulla riforma contrattuale, in questi mesi la Cgil ha sempre avuto un atteggiamento responsabile», rincara la dose Marcegaglia. Qualcosa è cambiato ai vertici dei poteri che governano il paese: qualcuno deve aver capito che una fase come questa non si governa senza il più grande sindacato italiano, che la spinta centrifuga nata dalla crisi può finire per travolgere tutti allo stesso modo, e che «affrontare la crisi uniti conviene a tutti», dice Epifani. «Ho chiesto a Confindustria – continua – di impegnarsi di più sulla crisi, sull’occupazione e sulla fiscalità per il lavoro dipendente. Certo, quello …

“Concorsi, aggirata la riforma”, di Flavia Amabile

L’ira dei ricercatori: ‘Ma quale meritocrazia? Dalla Gelmini solo promesse’ Però alla fine rettosauri e baroni la spuntano sempre. Da un anno il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini parla di merito, di lotta alle rendite di potere. Lo scorso dicembre è riuscita a modificare le norme per le selezioni, promettendo migliaia di posti da ricercatore in più e tanta meritocrazia. In realtà non ha ancora nemmeno avviato le procedure per formare le commissioni dei concorsi dal 2008 in poi. «Da due anni le selezioni sono bloccate», denuncia l’Apri, l’Associazione precari della ricerca italiani. Le regole ignorate Non del tutto. Alcune sono partite, l’Apri le ha esaminate e stilato una classifica per nulla lusinghiera: su 26 atenei dove stanno per avere il via i concorsi da ricercatore solo 12 sono promossi per aver rispettato le regole della riforma Gelmini. Gli altri hanno fatto di testa loro. Nella sua legge il ministro aveva previsto il sorteggio delle commissioni tra rose di eletti e eliminato le prove scritte ed orali, in passato usate spesso dai commissari per favorire alcuni …

“A chi è in mutande ora offrono gli utili futuri”, di Bruno Ugolini

E’ un’Italia che stenta ad apparire. È quella degli insegnanti precari che ad esempio a Roma una bella mattina si sono messi in mutande. Oppure quella di altri professori che a Benevento hanno trascorso giorni e notti su un terrazzo. È l’Italia dell’operaio Guido di Imola che a nomedi tutti i suoi compagni dellaCNH(CaseNewHolland) ha scelto lo sciopero della fame. Mentre altri operai salivano sui tetti della Esab saldature di Mesero, nel Milanese. Simili, inusuali forme di lotta alla Vallecrati di Cosenza o, nelle Marche, alla Cobrim e alla Novico. Per finire con la Montefibre di Acerra. È il diffondersi d’iniziative, alla disperata ricerca di visibilità. Quasi fossero spinti dai suggerimenti di Videocracy, il documentario presentato a Venezia da Erik Gandini: «Basta apparire ». Altri lavoratori seguono strade più tradizionali come nel gruppo Tecnosistemi o alla Lasme di Melfi o alla Metalli Preziosi e alla Lares nel Milanese. C’è molto silenzio attorno a questa parte del Paese. Èanche il frutto della campagna del premier per condizionare la stampa. Una gigantesca distrazione di massa, concentrata sui …