Giorno: 27 Settembre 2009

“Verso il congresso” a cura di Simone Collini

61,1% per Bersani al circolo della Bolognina, dov’era stato Franceschini pochi giorni fa. L’ex ministro ha vinto anche nel circolo Parioli-Salario di Roma, in cui sono iscritti Veltroni, Bettini e Marino. Franceschini è in vantaggio nei congressi di circolo ad Empoli. Hanno votato in 33 su 49 e l’attuale segretario è al 61,05%, mentre Bersani segue con il 27,5%. E il senatore-chirurgo sbanca Parigi Schiacciante vittoria di Marino al circolo Pd di Parigi. Il senatore-chirurgo ha incassato il 77% dei consensi (40 voti), secondo Bersani con il 17% (9 voti) e Franceschini terzo con 6% (3 voti). ****** DARIO FRANCESCHINI Si ferma al 37. Ma punta sulle primarie. Campagna incentrata sul rinnovamento. Finora avanti soltanto in Val d’Aosta Sicilia, Friuli e, di poco, nelle Marche. Aveva detto che non si sarebbe candidato al congresso, quando è diventato segretario del Pd. Poi Franceschini si è convinto che il partito non andasse consegnato a «quelli che c’erano prima». Sostiene che «un grande partito rispetta le diversità, non è un partito identitario» e ha impostato la sua candidatura …

“Schiaffo alla verità e al Parlamento”, di Edmondo Berselli

Il clima è livido, l’azione del governo è torva; dopo l’attacco ad Annozero del ministro Claudio Scajola per conto del premier, ieri c’è stata la minacciosa invasione di campo del viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha prospettato un’istruttoria sul programma di Michele Santoro, perché si esamini se sono stati rispettati i termini del contratto di servizio. In sintesi: il governo interviene sui contenuti di una trasmissione; nei fatti mostra di pretendere la testa di un conduttore, prospetta la soppressione di un programma, e in generale assesta un colpo formidabile al principio della libertà di espressione. In primo luogo: la Rai non è proprietà del governo, anche se il regime di occupazione manu militari delle reti e dei tg pubblici è già una realtà. Ha il Tesoro per azionista ma risponde alla commissione di vigilanza, cioè al Parlamento. Quindi il cosiddetto servizio pubblico è il frutto di un equilibrio molto delicato, su cui il governo sta intervenendo scorrettamente a piedi uniti, con l’intenzione evidente di mettere definitivamente la mordacchia all’informazione pubblica. È superfluo chiedersi il …

La sfida di Gianfranco scuote la base “Non chiamate eresia l’integrazione”, di Alessandra Longo

«Sono forse diventato di sinistra, ho forse perso la testa solo perché penso che chi non nasce in Italia, ma magari frequenta nel nostro Paese un intero ciclo di studi, possa diventare cittadino italiano anche prima dei 18 anni? Ditemi, è uno scandalo pensare questo, è un’eresia?». Eccolo Gianfranco Fini in mezzo a quella che dovrebbe essere la sua gente, un po’ ex An, un po’ ex Forza Italia. Eccolo davanti alla platea della festa Pdl di Milano. Una platea, molto in sintonia con il ministro Maroni, ospite 24 ore prima del presidente della Camera, una platea deliziata dall’intervista, non propriamente ficcante, che il direttore del Tg1, Augusto Minzolini ha fatto, solo qualche ora prima, a Renato Schifani. Una platea che Fini non blandisce, di cui non cerca il consenso, anzi la provoca, ribadendo ciò che, sulla cittadinanza, pensa da tempo. «Dico forse un’eresia?». «Sì!», gli urla con rabbia una signora dalla terza fila, quasi fosse un esponente dell’opposizione, un nemico. Chi rumoreggia, chi applaude: divisi, spiazzati, dalla franchezza, dalla ruvidezza dell’ex leader di An. …

Zavoli scrive a Masi: par condicio in tv

Da qualche giorno è sul tavolo dei dirigenti politici e dei responsabili delle reti tv un breve ma chiarissimo dossier intitolato «Analisi della presenza televisiva dei candidati alla segreteria del Partito Democratico». Lo ha preparato il Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva dopo aver preso in esame il tempo dedicato dal 4 luglio al 13 settembre dai sette tg nazionali (Rai Mediaset e La Sette) a Dario Franceschini, il segretario in carica, e a Luigi Bersani e Ignazio Marino, gli sfidanti. L’ordine con cui abbiamo pubblicato i nomi è anche quello della «classifica» come si vede nelle tabelle che pubblichiamo qua accanto. Percentuali risibili e trattamento diseguale. Il problema, d’altra parte, era stato avvertito ben prima che questi dati fossero pubblicati. E, infatti, il presidente della commissione di vigilanza Sergio Zavoli ha ricevuto più d’una lettera. In una di queste, scritta dal candidato Ignazio Marino, si chiede che le primarie vengano considerate «fatto di interesse pubblico» e dunque siano soggette alle regole generali di «pari trattamento» tra i competitori. Zavoli ha condiviso la preoccupazione. Ha, infatti, rivolto …

“Tagliato l’albero per Impastato. A Bergamo marcia di protesta” di Giuliana Ubbiali

Prima la targa che gli intitola la biblioteca, poi l’ulivo piantato quel 3 giugno del 2008 quando Ponteranica, comune alle porte di Bergamo, decide di ricordare anche così Peppino Impastato, vittima della mafia. Dopo che l’amministrazione leghista neoeletta ha deciso di togliere il suo nome alzando un polverone di polemiche culminato ieri con una protesta pacifica con migliaia di persone, lo sfregio. L’albero che aveva messo radici nel prato del BoPo, la bocciofila del paese dove accanto ai campi in sabbia si organizzano mostre e concerti, è stato tagliato. Il blitz è di venerdì notte, la mano è ignota ma ha lasciato un biglietto irridente appeso alla sagoma di un piccolo pino: “Mé ché öle ü paghér”, “Io qui voglio un pino”. Ma c’è una parte del paese che non ci sta e che ieri ha partecipato in massa alla manifestazione promossa da Comitato Peppino Impastato, 7.000 persone secondo gli organizzatori, forse più di qualcuno in meno. Hanno ripiantato un altro ulivo, sempre lì, e sotto ora c’è una piccola targa. È una tappa del …

“Quelle nuove e costose periferie chiamate «New town»”, di Vittorio Emiliani

Tutti ricordano il terremoto, fra ottobre e novembre 2002, di San Giuliano di Puglia (Campobasso), che seminò la morte nella scuola del paese: 27 bambini e un’insegnante schiacciati. Il resto dell’abitato non aveva subito danni gravi.MaSilvio Berlusconi subito parlò di una «San Giuliano di Puglia 2», avendo fissa in testa la «sua» Milano 2. Poi la cosa non andò avanti. Stavolta, col solito tecnico privato di fiducia, l’ingegner Michele Calvi (sempre Milano 2), ci ha riprovato straparlando di newtown aquilane, in realtà una congerie scollegata di banali lottizzazioni. V’è di più. «Si sono rifatti i conti e le new town sono diventate inaspettatamente (per la Protezione Civile) insufficienti. E la gente riparte per il mare». Uno show illusorio dunque. Lo scrivono gli urbanisti Vezio De Lucia e Georg Josef Frisch, e il sismologo Roberto De Marco nel rapporto ancora inedito di cui diamo conto in anteprima «L’Aquila. Non si uccide così anche una città? ». Essi affrontano, oltre all’insufficienza quantitativa delle abitazioni previste per i terremotati aquilani (senza servizi, oltretutto), il nodo dei costi della …

“Quelle azienda senza un soldo”, di Giuseppe Turani

Sia pure con qualche dubbio, tutti sono convinti che ormai ci sia la ripresa e che la stessa non possa che prendere sempre più forza mano a mano che passano le settimane. E si trascura così il problema della pipeline-disastro che corre lungo tutta l´Italia e che da qui a Natale potrebbe provocare seri danni. La pipeline a cui mi riferisco è una specie di conduttura sotterranea che corre lungo tutta l´Italia (ma soprattutto nelle provincie industriali del Nord) e dentro c´è un po´ di tutto, ma in particolare detriti o cose che oggi hanno l´aria di detriti. Fuori di metafora, dentro questa pipeline ci sono 20-30-40 mila aziende (nessuno ne sa il numero esatto), che hanno finito i soldi (e, in qualche caso, anche gli ordini) e che stanno lottando, nel buio e sottoterra, nel tentativo di salvarsi. Poiché non si sa quante siano queste aziende (quasi più morte che vive), non si può nemmeno sapere quanta gente sta su quei libri paga e quindi in pericolo di disoccupazione. Forse 200 mila, forse 300 …