Giorno: 4 Settembre 2009

“Benigni infiamma la festa Pd”, di Andrea Carugati

Seduti uno a fianco all’altro allo spettacolo di Benigni, Pierluigi Bersani e Dario Franceschini si godono uno dei rari momenti di serenità di queste settimane. «Robertaccio è riuscito a mettervi insieme…». «Sì. Faccio l’accordo unitario su di lui e non ci ritiriamo», propone Franceschini. E Bersani: «Della serie, vai avanti tu che mi viene da ridere… ». Chiacchiere e sorrisi a beneficio dei fotografi, accanto all’ex ministro c’è anche la riservatissima moglie Daniela. Roberto li aspetta al varco, i due candidati. Arriva parlando in genovese, «Belin», e punta subito dritto sulle escort di Berlusconi: «Paganelli, se dicevi che era un festino veniva Silvio direttamente da Villa Certosa con Alinghi». «Eh, Bersani, che record, abbiamo perso 4 milioni di voti, e Veltroni fra un po’ scriverà il libro “io” perché non c’è più nessuno. Bisogna che non si arrivi sotto il 2%, ieri mi sono iscritto e ero il 15esimo». «E poi quello che ci ha dato la linea è Fini, mentre Bersani l’ha data a quelli di Comunione e Liberazione…». «Da chi ci facciamo guidare. …

“Il dominio di uno e l’esercito dei vassalli”, di Debora Serracchiani

Avrei voluto cominciare dicendo “ora basta”, ma ho capito che non potevo. E non tanto perché l’hanno già detto un po’ tutti, da Gianfranco Fini al Manifesto, ma perché mi sono convinta che sarebbe stato come fare la faccia feroce. Una smorfia che non serve a niente. Il fatto è che non abbiamo idea di quanto sia lungo il buio tunnel della democrazia in cui ci stiamo muovendo, né di quali degenerazioni dello scontro politico ancora ci attendano. In realtà, credo siamo ben oltre i limiti della politica e delle sue contrapposizioni: penso sia più corretto parlare dell’arroccamento temibile di un sistema di potere, che non esita ad adoperare tutti gli strumenti, e verrebbe da dire proprio tutti, per sgombrare il campo da ogni eventuale ostacolo o resistenza. L’Italia, sottoposta a una sapiente mitridatizzazione, si sta abituando a una spirale di arroganza che sembra avere per confine soltanto il dominio assoluto di un individuo, assistito dai servigi di volenterosi vassalli. Tutto ciò ha un nome, che mi astengo dal pronunciare per il pudore che in …

“I precari assediano la Gelmini. «Ecco i nostri giorni d’inferno»”, di Massimo Franchi

Mentre il Consiglio dei ministri discute del loro futuro, i precari della scuola sanno già che rimarranno «fregati». L’unica speranza è chiedere un miracolo alla “Beata assunta”, statua issata sulle scalinate del ministero di viale Trastevere. Dopo anni passati a saltare da una scuola all’altra, da una città all’altra, ora non hanno altre possibilità. Stanno passando giorni d’inferno, tra l’incredulità per i tagli di cattedre, per le graduatorie sbagliate, per (gli inutili) viaggi della speranza lontani da casa. Il loro futuro è scritto: «Siamo a spasso», raccontano in coro. Ognuno ha la sua storia, la rabbia è il comune denominatore.La fregatura la conoscono già. La Gelmini darà una mano solo a quelli di loro che l’anno scorso hanno avuto una cattedra annuale. Per tutti gli altri, e sono una maggioranza, niente di niente. Gente che da anni manda avanti la scuola italiana. Come Giorgio, 53 anni, nelle graduatorie dall’ormai lontano 1984 in una delle classi più affollate, Scienze motorie, quella dei professori di educazione fisica. «Nonostante un punteggio altissimo e dopo anni di supplenze annuali, …

“Le conseguenze della recessione”, di Guido Iocca

“Di qui la reazione di un numero crescente di persone, che alla Innse di Lambrate come alla Cnh di Imola, alla Lasme di Melfi come alla Novico di Ascoli, vede violato un fondamentale diritto umano, quello a una ragionevole sicurezza socio-economica”. Luciano Gallino, professore emerito di Sociologia all’Università di Torino, non ha dubbi: le lotte degli operai in difesa degli stabilimenti in chiusura, che hanno dominato le cronache di ferragosto, sono molto probabilmente destinate ad aumentare, perché è la stessa crisi che, con buona pace delle dichiarazioni ottimistiche del governo, non sembra voler attenuarsi. “È l’esperienza – prosegue Gallino – di chi perde il lavoro senza averne responsabilità ed è colto, di conseguenza, dall’angoscia per l’immediato futuro”. Rassegna Storie di straordinaria disperazione? Gallino Storie di persone che si sentono vittime di gravissime ingiustizie, di un inganno che qualcuno ha ordito alle loro spalle. Sono queste le reazioniche si provocano quando si colpisce il diritto a una giusta sicurezza socio-economica. Reazioni che si propagano come un incendio boschivo, sia tra i diretti interessati che tra tutti …

“Una sconfitta per tutti”, di Luigi La Spina

Le dimissioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo, segnano, almeno in apparenza, una grande vittoria per il presidente del Consiglio e una dura sconfitta per la Chiesa italiana. Berlusconi, indignato per non essere stato difeso da una gerarchia cattolica alla quale, in questi anni, è convinto di aver concesso molto, ha voluto dare un avvertimento. Ha voluto dimostrare all’opinione pubblica e, in particolare, alla stampa non amica che neanche la potenza di uno Stato come il Vaticano e l’autorità morale e spirituale del cattolicesimo nel nostro Paese riescono a resistere a un attacco contro un direttore di un giornale che si era permesso qualche, peraltro prudente, critica su certi suoi comportamenti privati. Se il messaggio fondamentale che arriva agli italiani, in queste ore, è sintetizzabile così, la realtà di questo scontro tra il presidente del Consiglio e la Chiesa è certamente più complessa e gli effetti di questa vicenda meno prevedibili. Boffo ha deciso di presentare irrevocabilmente le sue dimissioni quando è stato fin troppo chiaro che la difesa d’ufficio della Segreteria di Stato lo …

Sfratto e zero fondi: l’Ebri verso la chiusura. Rita Levi Montalcini: «Addio al lavoro di una vita», di Valentina Arcovio

Il premio Nobel: eppure la nostra ricerca sul cervello sta dando risultati straordinari. Alla faccia del premio Nobel e dei suoi 101 anni di vita. In Italia succede anche questo: una scienziata del calibro di Rita Levi Montalcini rischia di essere «sfrattata» per mancato pagamento delle bollette. Proprio così. Dopo aver dedicato tutta la sua vita alla ricerca, una sentenza potrebbe metterla alla porta in barba ai suoi tanti riconoscimenti internazionali. Tutto si saprà domani mattina alle 9.00 di fronte a un giudice che dovrà decidere sul ricorso contro lo sfratto presentato dai legali della Fondazione Santa Lucia contro l’European Brain Research Institute (Ebri) fondato dalla Montalcini sette anni fa. «Questo rischia di portare alla distruzione di tutto ciò che ho fatto, dei risultati scientifici ottenuti e del capitale umano eccezionale che lavora all’Ebri», dice la scienziata, accademica dei Lincei. Il motivo del contendere è uno stabile di 25 mila metri quadri situato a sud di Roma, tra via Ardeatina e via della Cecchignola. Uno spazio dotato di laboratori attrezzatissimi, sfruttati dal 2005 – per …