Giorno: 11 Settembre 2009

“Le menzogne del funambolo”, di Edmondo Berselli

Non è stata una conferenza stampa. È stato uno choc. Alla Maddalena, dopo l´incontro con il premier spagnolo Zapatero, Silvio Berlusconi ha realizzato uno dei suoi exploit più sfrontati, anzi, la sua prova suprema di improntitudine pubblica. Ma anche una dimostrazione di completo autismo, in cui ha alternato sorrisi e minacce, menzogne e autoesaltazione, in un crescendo al termine del quale, automaticamente, si era indotti a porsi due domande. La prima: dov´è in questo momento Silvio Berlusconi, dov´è la sua psicologia politica, il suo codice di comportamento? E la seconda: dov´è adesso l´Italia, e almeno dov´è quella parte di paese ancora in grado di non farsi fagocitare dal cerchio stregato del consenso coatto, da quel «68,4 per cento di ammirazione» che il capo del governo si attribuisce? È stato sufficiente l´intervento di un giornalista del País per spezzare l´incantesimo di un paese ipnotizzato dalle tv e dai media di regime. Prima, si erano sentite amenità da Tg1 minzoliniano, tipo «Presidente, quali sono le nuove regole per non ricadere nel vecchio sistema?». Il professionista del País, …

“E’ tempo di dialogare. No a posizioni pregiudiziali”, di Palmerini Lina

Legge l’allarme sull’occupazione per l’autunno. Quella lista nera di 700mila posti persi e dei mesi difficili che arriveranno. Vede un solo segnale rassicurante Dario Franceschini: quell’obiettivo affermato anche mercoledì dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, di «una grande alleanza» per il Paese a cominciare da un patto imprese-sindacati. Un richiamo all’unità che Franceschini rilancia e che vale tanto più oggi dopo l’abbandono della Fiom al tavolo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. «Credo che le rigidità debbano rientrare – dice – non è il momento per posizioni pregiudiziali». Il disgelo con la Cgil dei giorni scorsi, Franceschini, non può che accoglierlo come «un passo giusto per creare quel consenso che serve ad affrontare i momenti più duri». «Imprese e sindacati stanno cercando una strada per conto loro e il fatto che anche la Cail avesse dato disponibilità al dialogo era solo positivo. Spero che, al di là di quanto successo ieri, ci siano passi avanti reciproci innanzitutto tra i sindacati tutti e poi con le imprese per superare le divisioni alimentate ad arte dal Governo. …

“Brunetta bluff”, di Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli

Ha vantato risultati clamorosi contro gli assenteisti. Ma ora si scopre che purtroppo non sono diminuiti. E che le statistiche riportavano soltanto i dati ottimistici. Mentre il ministro ha penalizzato soprattutto le donne. I benefici effetti prodigiosi della ‘cura Brunetta’ per i fannulloni della nostra pubblica amministrazione sono il fiore all’occhiello di questo governo. Della sua terapia miracolosa, il ministro figlio di un venditore ambulante veneziano è riuscito a convincere tutti, dagli statistici agli stessi politici d’opposizione. Per la gente comune, grazie a lui l’impiegato lavativo è stato rimesso in riga. D’altronde come interpretare altrimenti il mirabolante meno 40 per cento di assenze per malattia propagandato a più riprese dal suo ministero? La realtà, però, è diversa dai fuochi d’artificio alla festa del Redentore. E poche coraggiose voci fuori dal coro fra gli statistici del nostro Paese sgonfiano quei numeri, ridimensionando l’ormai celebre effetto-Brunetta. Che si fonda su tre pilastri di cartapesta. Il primo: l’analisi si limita agli enti che ci tengono a farsi belli della propria virtuosità (mentre gli asini se la battono). Il …

Franceschini guarda «Videocracy» E propone: «Aboliamo l’Auditel», di Aldo Cazzullo

Il segretario del Pd: «Basta rilevazioni o tutte le sere vedremo in tv Corona nudo sotto la doccia». La prima trasmissione del­la tv del presidente è lo spogliarello di una casalinga. Ma presto comincia Dri­ve In. E poi il karaoke del nuovo inno, con cori di casalinghe che al mercato, dal parrucchiere e nella piscina dell’ac­quagym cantano: «Meno male che Sil­vio c’è!». Le immagini ormai cult di Le­le Mora che mostra il telefonino – svastica sul display, suoneria di Faccetta Nera – e di Fabrizio Corona nudo sotto la doccia, presen­tati dall’autore Erik Gandini come perso­naggi-chiave dell’Italia di oggi. Sullo sfondo, una folla di aspiranti comparse, l’outlet do­ve si tiene il concorso per velina, e la storia di Ricky, saldatore che studia da personaggio tv. Scorrono le immagini di Videocracy. «Ora capisco perché la Rai ha rifiutato persino il trailer – sorride Dario Fran­ceschini -. Non ne darei però una let­tura solo moralista. La questione è so­ciale, e anche economica. Il film raccon­ta come negli ultimi trent’anni sia stata sovvertita la gerarchia dei valori. Più …

“Disoccupazione in aumento”, di Stefano Lepri

«Nuovi moderati aumenti della disoccupazione» sono da attendersi per i prossimi mesi, scrive la Banca centrale europea. Il suo Bollettino mensile di settembre si riferisce alla media dell’area euro; in Italia, dove finora i disoccupati sono cresciuti meno che altrove, potrebbe essere colpita di più, aveva già avvertito la Confindustria ieri l’altro, con il rischio di licenziamenti fino a metà 2010. A Francoforte si conferma l’analisi secondo cui l’economia europea si trova ora in una fase di «stabilizzazione», alla quale seguirà una ripresa «molto graduale» e «piuttosto discontinua, data la natura temporanea di alcuni dei fattori che la sostengono». Spiega uno dei membri del consiglio Bce, il lussemburghese Yves Mersch, che potrebbero emergere nuove perdite nelle banche, mentre certe misure di stimolo adottate dai governi a un certo punto si esauriranno. Nel complesso le misure anticrisi dei governi, secondo la più recente valutazione del Fondo monetario internazionale, nell’area euro hanno ridotto di oltre un punto percentuale la perdita di prodotto lordo che si registrerà nel 2009; un relativo successo. L’Italia, secondo i dati dettagliati del …

La lezione di Prodi: «Ci rubano gli ingegneri, l’Italia non innova più», di Bianca Di Giovanni

Quando in Confindustria comincia a parlare Romano Prodi inizia un «film» sul mondo e sull’Italia radicalmente diverso da quello «proiettato» fino a un minuto prima da Maurizio Sacconi. Tutto cambia: analisi e prospettive. A cominciare da quelle ampie, che hanno per orizzonte gli equilibri geopolitici. Il ministro del lavoro parla di un «patto transpacifico» che gli Stati Uniti stanno imbastendo con la Cina. Per lui sarebbe la fine del patto Atlantico, e l’inizio per l’Europa di nuove alleanze. Quelle con Russia e arabi (leggi Libia). Il governo è «amico di Putin» (come il premier) e nemico degli «anglo-cinesi ». Per l’Italia è uno stravolgimento, un gioco pericoloso che isola la penisola del consesso occidentale. Per Prodi invece proprio il rapporto con la Cina è la formula per battere la crisi. «State attenti che la Cina è inarrestabile – avverte Prodi – Meglio averla come alleata e prendere i vantaggi». Per aver detto questo, l’ex premier si è preso «molte legnate» in passato. Ma oggi quel messaggio è più vero che mai. Perché nella storia «si …