Giorno: 9 Settembre 2009

“Il 19 in piazza. Per mio padre e per coloro che scelsero di stare dalla parte della libertà”, di Bice Biagi

Quest’estate, per la prima volta, ho avuto la possibilità di tenere tra le mani e poi leggere un giornale di tanti anni fa, per l’esattezza del 1944. ‘Patrioti’ si chiamava quel foglio, modesto per foliazione e scarso di collaboratori o firme illustri; in pratica tutto era fatto dal direttore e da pochi sconosciuti giovani, magari con qualche difficoltà di grammatica e sintassi, che raccontavano le proprie esperienze. Chi aveva voluto, ideato e poi realizzato quel foglio era un ragazzo di 23 anni, redattore di ‘Carlino Sera’ e si chiamava Enzo Biagi: la sua redazione era composta più o meno da coetanei e le riunioni le tenevano nei boschi dell’Appennino, lungo l’argine dei torrenti o al riparo di un casolare, non avevano stipendio, spesso poco da mangiare ma l’orgoglio di chi capiva di fare qualcosa per il suo Paese. ‘Patrioti’, infatti, era il giornale della Brigata Giustizia e Libertà e i ragazzi che volevano informare gli italiani di quello che stava succedendo, dell’andamento della guerra di Liberazione dal nazifascismo, erano partigiani. Qualcuno di loro non è …

Scuola: Ghizzoni (Pd), precari come la polvere, Gelmini vuole nasconderli sotto il tappeto. Subito in parlamento e dica le vere cifre dei tagli.

“E’ stupefacente la capacità del ministro Gelmini di incensarsi per l’approvazione del decreto cosiddetto “salva-precari” che, per la verità, non salva nessuno. Se davvero il ministro vuole affrontare il problema del precariato nella scuola, venga subito in Parlamento a discutere la nostra mozione e a dirci quali sono le reali cifre del dramma creato all’intera scuola dai tagli del governo Berlusconi”. Lo dice Manuela Ghizzoni, capogruppo in commissione Cultura di Montecitorio dei Democratici la quale sottolinea: “dal decreto di oggi non deriverà nessun concreto vantaggio per l’enorme platea di precari. Intanto, non c’è incremento dell’indennità già prevista mentre ci preoccupa il tentativo di spezzare il fronte dei precari creando una fascia di seria A ed una di serie B. La prima, secondo criteri ancora da chiarire, beneficerà della disoccupazione e della possibilità di insegnare attraverso le supplenze brevi di istituto, la seconda sarà costituita dai precari più giovani che fino ad oggi hanno vissuto proprio con le supplenze brevi: per loro Gelmini può promettere solo zero ore a zero euro. Siamo stupiti e rammaricati – …

“Violenza sulle donne, Napolitano: «In Italia ancora fatti raccapriccianti»”

«La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne, contro la xenofobia, contro l’omofobia fa tutt’uno con la causa del rifiuto dell’intolleranza e della violenza, in larga misura oggi alimentata dall’ignoranza, dalla perdita dei valori ideali e morali, da un allontanamento spesso inconsapevole dei principi su cui la nostra Costituzione ha fondato la convivenza della nazione democratica». È questo il messaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto lanciare inaugurando mercoledì mattina alla Farnesina la conferenza internazionale sulla violenza contro le donne. Anche «in paesi evoluti e ricchi come l’Italia, dotati di Costituzione e di sistemi giuridici altamente sensibili ai diritti fondamentali delle donne, continuano a verificarsi fatti raccapriccianti, in particolare, negli ultimi tempi, di violenza di gruppo contro donne di ogni etnia, giovanissime e meno giovani» ha ricordato a tal proposito il capo dello Stato. I DIRITTI E LA CONVIVENZA CIVILE – Napolitano ha sottolineato come oggi viviamo «nell’età dei diritti, intendendo la complessità di questa espressione: diritti proclamati, diritti affermati o in via di affermazione, diritti da conquistare, diritti da rendere universali». …

“Gli ordini di guerra”, di Massimo Giannini

Non è una novità. Silvio Berlusconi ha una visione imperiale della leadership, e una gestione militare del Partito delle Libertà. Ma quella a cui stiamo assistendo è un’ulteriore, drammatica evoluzione-involuzione del suo sistema di potere. Stiamo rapidamente passando dal classico “berlusconismo di lotta e di governo” a un vero e proprio “berlusconismo di guerra”. Il caso di Gianfranco Fini è l’ultimo paradigma di questa trasformazione. Prima lo fa impiombare dai suoi sicari, attraverso il giornale di famiglia. Poi, molte ore dopo il delitto, finge di prendere le distanze e chiede alla vittima di “fare squadra”. Pensa così di convincere a “rientrare nei ranghi” (come da “consiglio non richiesto” di Vittorio Feltri) tutti quelli che non ci stanno. E di chiudere quella che Alessandro Campi definisce “la fase due del grande gioco al massacro” che si è aperta con i cattolici diffidenti, con la stampa dissidente e ora con l’alleato recalcitrante. Ma Fini resiste, almeno per ora. E rende visibile quello che il Cavaliere vuole occultare: i problemi politici esistono, ed è paradossale che il premier …

“Promossi i ricercatori, bocciati i laboratori”, di Massimo Bucchi*

Sorpresa, sorpresa! I nuovi dati delle selezioni per i finanziamenti dello «European Research Council» vedono i ricercatori italiani al primo posto assoluto. Si tratta delle nuove «Starting grants», assegnate alle migliori proposte di giovani ricercatori che hanno conseguito il dottorato da un massimo di 10 anni. La lista è il risultato di una competizione serrata tra i ricercatori di tutta Europa e nei Paesi associati, che ha ridotto le proposte da oltre 2500 a un gruppo ristretto di 219. Gli italiani, che già avevano ben figurato nelle selezioni precedenti, sono ora al primo posto con 30 progetti prescelti, davanti a tedeschi, francesi e britannici: un progetto su sette, tra quelli passati al vaglio degli esperti, è quindi firmato da uno studioso del Belpaese. Ma come, si sorprenderà qualcuno, non si ripete da tempo che la nostra ricerca è, di fatto, in agonia, incapace di reggere la competizione internazionale? Dobbiamo allora rivedere da capo stereotipi ormai consolidati? In parte sì e in parte no. Perché i dati che arrivano dallo «European Research Council» contengono una buona …

“L’Ocse, in Italia la laurea è un affare per soli uomini”

Non solo nei posti di lavoro ma fin dai banchi dell’istruzione universitaria le donne italiane devono sudare sette camicie per poi ottenere pari trattamenti di carriera in termini di prospettive di reddito. Lo rivela uno studio dell’Ocse: in Italia – si legge nel rapporto – la laurea è un affare per gli uomini. I vantaggi per le donne dal punto di vista della resa salariale sono inveve limitatissimi. In base ai calcoli dell’organizzazione, un uomo in Italia con una laurea può aspettarsi rispetto a un diplomato un vantaggio salariale durante la carriera superiore a 322mila dollari, mentre per una donna il benificio si ferma a 136mila. Al netto di tasse e contributi sociali, il valore netto della luarea è di 173mila dolari per l’uomo e di soli 25mila per la donna, con la maggiore disparità fra i paesi industrializzati. La media Ocse è di 186mila a livello lordo per un uomo e di 134mila per una donna, con valori netti rispettivamente di 82mila e 51mila dollari. Il rapporto “Education at a glance 2009” presentato dall’Organizzazione …