Giorno: 1 Giugno 2010

"Disubbidienza civile per garantire il rispetto della Costituzione", intervista a Nadia Urbinati di Jolanda Buffalini

Malacoscienza è la definizione che alla fine trova Nadia Urbinati, politologa “pendolare” fra Stati Uniti (dove insegna alla Columbia University) e l’Italia. È la cattiva coscienza di una maggioranza che forza il dettato costituzionale sapendo di farlo. Ed è questa la ragione che spiega, sul piano etico e politico, perché si sta producendo in Italia una situazione che dà senso alla disubbidienza civile. Malacoscienza perché quella maggioranza «sa bene che è altamente probabile che il testo sulle intercettazioni non potrà superare il vaglio della Corte Costituzionale. Però potrà sfruttare ai propri fini il lasso di tempo in cui la legge sulle intercettazioni sarà quella approvata dalla maggioranza in Parlamento, e questo produrrà un danno alle nostre libertà». Lei considera quindi opportuna la disubbidienza civile in queste circostanze? «La disubbidienza civile è l’ultima risorsa, l’estrema ratio. È un’azione certamente politica ma che è messa in atto da individui, dal singolo giornalista, dal singolo magistrato che rischia. Prima di questo, la situazione ottimale sarebbe la mobilitazione politica più ampia possibile, attraverso l’impegno individuale e collettivo dei cittadini, …

"Il lessico del Governatore", di Alberto Statera

Quando ha pronunciato le parole «macelleria sociale» si è capito che anche Mario Draghi sa unire la passione alla freddezza dell´analisi, come era avvenuto con Carli, Baffi e Ciampi. L´espressione di origine sindacale, per la quale si adontò Lamberto Dini quando da ministro del Tesoro varò la prima riforma pensionistica, a saper leggere, non è neanche la più forte nel congelatore del lessico draghiano. Ieri per ventidue volte, salvo errore, il governatore ha scandito la parola «crisi» e, come in un crescendo linguistico inedito nei consessi internazionali che abitualmente calca, «collasso», «esplosivo», «catastrofe», «insopportabile», «azzardo morale», «stress», «brutale», «relazioni corruttive», «criminalità». Crisi e azzardo morale, forse la coniugazione di un richiamo non dichiarato, nel deserto di citazioni, al faro governatoriale di Luigi Einaudi che della crisi degli anni Trenta sottolineava per l´appunto l´aspetto morale: «Come si può pretendere che la crisi sia un incanto e che col manovrare qualche commutatore cartaceo l´incanto svanisca, quando tuttodì si è testimoni della verità del contrario?». Per cui il rituale di Palazzo Koch quest´anno più che nelle Considerazioni finali …