Giorno: 28 Giugno 2010

"Saliamo tutti sulla nave dei diritti", di Giuseppe Civati

Basta stare zitti, arriva la nave dei diritti. E la nave è sbarcata, sabato, a Genova, compiendo così un’azione simbolica, quasi metaforica, è stato detto dagli organizzatori, che festeggia in modo celebrativo l’Unità d’Italia e i diritti che una vera unità del Paese dovrebbe portare con sé. Il momento è grave e parecchio triste, perché l’Italia appare divisa come non mai, quasi strappata. Vent’anni di Berlusconi l’hanno divisa in profondità: tra categorie e ceti sociali, italiani e stranieri, territori e, addirittura, generazioni. E la crisi ha messo in luce ritardi e fragilità che il nostro Paese ha cercato di nascondere prima di tutto a se stesso. L’iniziativa è nata a Barcellona, la città più italiana d’Europa, fuori ì d’Italia. Una terra di diritti e di integrazione, sapendo però che quasi tutto, al confronto con l’Italia di questi anni, sembra terra di integrazione, di diritti, di rispetto e di valori costituzionali. Questo è il tema principale, che dovrebbe fare riflettere tutti, non solo chi ci guarda da fuori. I Mille del 2010 che provengono da Barcellona, …

"Stato e Comuni, il baratto dei pezzi d'Italia", di Mario Tozzi

Quanto vale una spiaggia dell’arcipelago toscano o una torre calcarea delle Dolomiti? O, come sembra paventarsi in questi giorni, l’isoletta di Folegandros in Grecia? O, comunque, quanto vale una bellezza naturale nel mondo del terzo millennio, dilaniato da una crisi economica che rischia di confondere i valori con i prezzi? In Italia la risposta a questa domanda è obbligata: nessun valore economico o finanziario può essere assegnato ai beni culturali a carattere naturalistico, semplicemente perché il solo pensare di metterli in vendita (o porli a garanzia di prestiti bancari) è pura follia. Sarebbe come alienare i gioielli di famiglia nella speranza di una congiuntura migliore che, però, sempre provvisoria sarà. E non si capisce cosa si potrà mettere in vendita la volta successiva. Non sappiamo ancora se il passaggio dei beni demaniali alle amministrazioni locali diventerà realtà, permettendo di fare merce di natura e paesaggio. Quello che è certo è che la tutela sarà allentata, per almeno due ragioni. La prima è che i sindaci hanno, come si è visto recentemente, il cappio stretto al …

Berlusconi gela le Regioni «Non si sprecano i soldi dei cittadini»

Obiettivo “ottimistico”, quello che ci si è posti al vertice del G20 circa la riduzione del deficit, ma “raggiungibile”. Soprattutto se ci si concentrerà nella riduzione degli sprechi dei soldi dei contribuenti che abbondano nell`amministrazione dello Stato e delle autonomie locali. Silvio Berlusconi parte dal comunicato finale del vertice di Toronto per chiudere la porta alle richieste delle regioni, che anche oggi – attraverso una lettera di 5 governatori, tutti del Pdl, al ministro Tremonti – hanno chiesto di riaprire il confronto sui pesanti tagli che la manovra impone loro. Un `no`, quello di Berlusconi, pronunciato in maniera netta: tagliare “è sempre difficile e doloroso – ammette – ma non si può andare avanti così a sprecare i soldi dei cittadini”. Anche perché “abbiamo messo gli occhi dentro l’amministrazione dello Stato, di Regioni, Province e Comuni, e ci si è accapponata la pelle”, dice nella conferenza stampa al termine del G20, nella notte italiana. Certo, riconosce, “è chiaro che chi ha la responsabilità di una Regione difende lo status quo, perchè molto spesso si tratta …

"Nelle università più tagli agli stipendi dei giovani docenti", di Gianni Trovati

È il primo “salto” dei ricercatori, quello cruciale per dare l’abbrivio alle retribuzioni in cattedra, a essere il più colpito dalle misure congela-stipendi previste anche per le università dalla manovra correttiva. Professori e ricercatori, come magistrati, diplomatici e alti gradi militari, non hanno una storia retributiva disciplinata dai contratti, ma dagli incrementi automatici, ed è lì che nel loro caso si concentra l’ondata di gelo imposta dalla manovra. I grandi lavori sui correttivi sono già iniziati, ma l’ultima parola la dirà in settimana il maxiemendamento governativo: se le carte non cambieranno, i docenti dovranno dire addio per i prossimi tre anni alle due gambe degli aumenti in busta, cioè gli incrementi automatici annuali ancorati alle dinamiche salariali del pubblico impiego e gli scatti (altrettanto automatici, in attesa di una rivoluzione meritocratica che tarda ad arrivare) che ogni due anni fanno salire il professore di un piano nel grattacielo della busta paga. La tagliola è uguale per tutti, ma gli effetti sono variegati perché cambiano per ognuna delle 52 posizioni stipendiali in cui si articolano le …

"I tagli al welfare tagliano anche vite umane", di Cristina Pulcinelli

Tagli radicali imposti dai governi al welfare sociale non causano solo difficoltà economiche nella popolazione, ma hanno un costo in vite umane. L’avvertimento viene da un articolo appena pubblicato sul British Medical Journal. La recessione economica sta imponendo ai governi di tagliare le spese e in Europa c’è un acceso dibattito sul potenziale impatto economico di questa politica. Nessuno però parla degli effetti sulla salute delle persone, così David Stuckler dell’università di Oxford insieme ad alcuni colleghi ha analizzato proprio questo impatto. Benché i governi pensino di proteggere la salute salvaguardando i budget per la sanità, dicono gli autori, in realtà non lo stanno facendo perché la spesa per il welfare è ugualmente, se non più, importante per la salute della popolazione. A questo proposito ricordano un rapporto sulla salute e le condizioni sociali commissionato dal governo inglese secondo cui, ad esempio, i bambini che ricevono una istruzione migliore e hanno un ambiente più sano in cui giocare crescono più in salute di quelli che non hanno queste opportunità. Il gruppo di scienziati ha preso …

L'Italia scala la classifica della pressione fiscale e si porta al quinto posto con la Francia

L’Italia scala la classifica europea (Ue-27) per la pressione fiscale: nel 2009 il peso del fisco sul prodotto interno lordo è stato del 43,2%, in aumento rispetto al 2008 (42,9%). L’Italia si colloca così al quinto posto, insieme alla Francia, in Europa per pressione fiscale. Nel 2008 era al settimo posto. È quanto risulta dai dati sui “Conti ed aggregati economici delle amministrazioni pubbliche” nel 2009 diffusi oggi dall’Istat. Per tornare ad una pressione fiscale più alta in Italia, bisogna tornare indietro al 1997, l’anno dell’Eurotassa (ma nel 2007 la pressione del fisco era stata comunque pari al 43,1%). A pesare una diminuzione del Pil maggiore della diminuzione delle entrate. La flessione delle imposte dirette è dovuta essenzialmente al calo del gettito Ires (-23,1%) rispetto al 2008, mentre quella delle imposte indirette ha risentito delle significative diminuzioni del gettito dell’Iva (-6,7%) e dell’Irap (-13%). L’andamento dei contributi sociali effettivi riflette la tenuta delle retribuzioni lorde, dovuta alla lieve crescita dell’importo medio pro-capite, che ha parzialmente compensato la flessione dell’occupazione. L’incidenza sul Pil del prelievo tributario …