Giorno: 6 Giugno 2010

«Donne e pensione, la flessibilità è la vera risposta», di Cesare Damiano e Sandro Gozi

Il governo italiano è stato nuovamente bocciato in Europa. Ieri la Commissione europea ha dichiarato che la soluzione proposta dall’Italia sull’età pensionabile non risolve nulla, poiché mantiene il trattamento discriminatorio tra uomini e donne. Va chiarito innanzitutto che l’Europa non ci impone un’età determinata – 60, 65 o 70 anni -, ma ci chiede di eliminare tutte le discriminazioni. La sentenza del 2008 della Corte di Giustizia è stata invece strumentalizzata dal governo italiano per raggiungere obiettivi ben lontani da quelli previsti dai trattati europei. Oggi, il governo italiano si nasconde dietro l’Europa per imporre un semplice innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni senza, peraltro, una esplicita destinazione delle risorse risparmiate a vantaggio delle donne stesse. Il risultato sarebbe un netto peggioramento delle condizioni delle lavoratrici presentato come “imposto da Bruxelles”, utilizzando di nuovo l’Unione europea come comodo capro espiatorio.Quali soluzioni alternative a quelle di Brunetta e Sacconi? Partiamo dalla sentenza stessa. Secondo la Corte, la motivazione all’origine della differenza di età pensionabile tra uomini e donne – risarcire le donne per la …

«Chi evade fa male anche a te: digli di smettere», di Luca Paolazzi

Chi evade le tasse mette le mani nelle tue tasche. Occorre farlo smettere. Lo stesso vale per chi quel comportamento permette, avendo invece i poteri tecnici e il dovere politico per fermarlo. Tanto più che i danni provocati dall’evasione sono ben più ampi di quelli contabilizzabili come minori entrate nel bilancio pubblico. L’evasione fiscale, infatti, sintetizza e aggrava mali italiani antichi e nuovi. Mali economici, sociali, istituzionali, civili. Tra i mali economici, l’evasione produce aliquote più elevate e per questa via contribuisce a diminuire il dinamismo dell’economia italiana. Aliquote più alte, infatti, penalizzano le imprese che crescono, si internazionalizzano e si dotano di un patrimonio adeguato (in ciò l’evasione favorisce il nanismo aziendale). Sottraggono potere d’acquisto alle famiglie dei lavoratori di quelle imprese, i più produttivi, che così si ritrovano sottopagati, con misere retribuzioni nette, giacché il costo del loro lavoro è il doppio di quanto si portino a casa. Scoraggiano gli investimenti, anche dall’estero. L’evasione è quindi nemica della produttività e della competitività. Tra i mali sociali spicca il premio alla scorrettezza anziché al …

"Tremonti chiede sacrifici e intanto La Russa acquista 131 cacciabombardieri dagli americani", di Mariagrazia Gerina

Tagliano gli stipendi e comprano armi. Tremonti taglia gli stipendi e la spesa dei comuni, ma intanto il governo spende senza freni negli armamenti. Il governo compra 131 cacciabombardieri dagli americani. Entro il 2026 serviranno ben 15 miliardi di euro. Fuori dai ministeri, tra gli statali che da qui ai prossimi tre anni dovranno sacrificare i loro stipendi per versare allo Stato 5 miliardi di euro contro la crisi, il grido pacifista si è già fatto largo: «Vendessero i cacciabombardieri di La Russa». In realtà più che di vendere si tratterebbe di non acquistarne di nuovi. Idea tutt’altro che peregrina. È quello che sta decidendo di fare la Germania in queste ore, per dire. Il Pd stima che si potrebbero risparmiare almeno 2 miliardi l’anno. Ovvero sei miliardi nei tre anni su cui opera la manovra. Una stima prudenziale, visto che la spesa in armamenti si aggira intorno ai 3,5 miliardi l’anno. Nella manovra finanziaria di Tremonti, però, di tagli agli armamenti non ne troverete traccia. E sì che in programma il governo italiano non …

"La patria dell'oblio collettivo", di Barbara Spinelli

Vorrei tornare sulle parole di Piero Grasso a proposito di mafia e politica, dette il 26 maggio a Firenze davanti alle vittime della strage dei Georgofili. L’intervista rilasciata a Francesco La Licata dal Procuratore nazionale Antimafia chiarisce infatti alcuni punti essenziali, e pone quesiti alla classe politica e a tutti noi. La domanda che formula, implicita ma ineludibile, è questa: come funziona la memoria collettiva in Italia? Come vengono sormontati i lutti, e vissuti i fatti tragici, i mancati appuntamenti con la giustizia? In questo giornale ho cercato prime risposte, evocando la richiesta, formulata il 7-8-98, di archiviazione dell’indagine su Berlusconi e Dell’Utri per le stragi a Roma, Firenze e Milano nel ’93-’94: richiesta firmata da Grasso assieme a quattro magistrati, e accolta poi dal gip di Firenze. Nella richiesta era chiaro il nesso fra Cosa nostra e il soggetto politico nato dopo Tangentopoli (Forza Italia), ma mancavano prove di un’«intesa preliminare». Quell’atto mi parve più esplicito di quanto detto dal procuratore il 26 maggio, e su tale differenza mi sono interrogata. Ma l’interrogativo, più …

"Un giorno importante", di Mario Calabresi

Ho voluto cogliere gli aspetti positivi, ho sentito un impegno costruttivo ed effettivo a sostenere le celebrazioni. È un giorno importante». Giorgio Napolitano parla a bassa voce, ha appena finito di ascoltare le parole del governatore leghista del Piemonte Roberto Cota, lo ha sentito impegnarsi per festeggiare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il Presidente è soddisfatto, è venuto a Torino per celebrare Cavour ma soprattutto per sentire parole definitive che spazzassero via mesi di dubbi, polemiche e frenate, per cancellare finalmente la sensazione che un secolo e mezzo di storia unitaria possa essere vissuto come un fastidio da passare sotto silenzio. Lo aspettavano in molti dopo settimane passate a interrogarsi su come si sarebbe comportata la Lega, su quali battaglie si sarebbero dovute combattere da qui al marzo del 2011. Invece Roberto Cota, pur non rinunciando al fazzoletto verde con il sole delle Alpi nel taschino, pur sottolineando l’importanza del federalismo nel futuro del Paese e mettendo in guardia dalla «retorica dei vecchi copioni», si è impegnato a cogliere l’invito del Presidente a fare la …

"Perchè è sbagliato tagliare i fondi all'istruzione", di Giovanni Ferri

Ho avuto di recente l’occasione di partecipare a tre convegni in cui si discuteva di istruzione e sviluppo economico. Erano tutti e tre convegni internazionali ma ciascuno di essi avveniva in uno specifico contesto nazionale: la Corea del Sud, il Giappone e la Russia. Ebbene, in tutti e tre i convegni il messaggio sul legame tra istruzione e sviluppo è stato sostanzialmente convergente: nessun Paese che da povero è diventato ricco è riuscito a farlo senza, prima della (e durante la) fase di crescita accelerata, aver accresciuto di gran lunga i propri investimenti in istruzione. Gli esperti fanno notare che il problema non è solo quello di assicurare che la gente sappia leggere e scrivere – in termini tecnici, la “alfabetizzazione strumentale” – ma anche che una fetta più ampia possibile della popolazione acceda all’istruzione secondaria (scuole superiori) e terziaria (università) in modo che tanti si dotino degli strumenti – la “alfabetizzazione culturale” – per mettere a frutto il proprio ingegno al servizio suo proprio e della collettività di appartenenza. Un Paese che investe molto …

Errani: "Le misure manderanno in tilt gli ospedali si mettono in gioco i livelli di assistenza", di Stefania Parmeggiani

«La manovra finanziaria deve essere modificata. Non può intaccare il livello dei servizi e delle cure erogate». Vasco Errani, governatore dell´Emilia Romagna, appena riconfermato presidente della conferenza delle Regioni, condivide e rilancia l´appello dell´Aiom, l´associazione italiana di oncologia medica. E fa una proposta: «I risparmi sulla spesa farmaceutica restino alla Sanità». Presidente, gli oncologi temono il taglio trasversale del personale, che potrebbe indurre strutture già sofferenti a chiudere con un aumento dei viaggi della speranza. Ritiene la previsione azzardata? «Condivido la preoccupazione perché c´è un problema molto serio legato al turnover. Corriamo il rischio che il blocco indiscriminato nel corso dei prossimi due anni sottragga personale specializzato all´assistenza ospedaliera e territoriale». Stiamo parlando di reparti a rischio chiusura e di macchinari inutilizzabili? «Dico semplicemente che prima di applicare una misura come questa è necessario verificare i suoi effetti. Ci vuole un esame attento e puntuale. Non possiamo ritrovarci con una carenza di organico che rallenti o, a seconda delle situazioni, blocchi l´attività. E´ impensabile un calo della qualità nelle cure anti-cancro». Si temono anche ripercussioni …