Giorno: 18 Giugno 2010

"Ma un iter concordato farebbe comodo al premier", di Marcello Sorgi

L’entrata in scena di Umberto Bossi sul terreno accidentato della legge sulle intercettazioni inaugura la fase due della strategia dell’accerchiamento di Fini e il tentativo di rimettere insieme i cocci della maggioranza, a partire dai due estremi. Il Senatur e il Presidente della Camera, si sa, non si sono mai amati. La loro è da molti anni una convivenza forzata all’interno del centrodestra. Una delle ragioni per cui Fini ha rotto con Berlusconi è che considera l’alleanza del Pdl con la Lega sbilanciata verso quest’ultima, e la consuetudine dei pranzi settimanali ad Arcore tra il Cavaliere e la delegazione del Carroccio una plateale dimostrazione della disparità tra i membri dell’alleanza. A quegli incontri, infatti, Fini non è mai stato ammesso. E il tentativo di riequilibrare i rapporti istituendo un altro parallelo incontro settimanale tra il presidente del consiglio e il presidente della Camera, dopo un paio di tentativi, s’è rivelato fallimentare e ha dato luogo a litigate memorabili, alternate da lunghi periodi di mancata frequentazione. Mentre appunto i finiani – in testa la solforosa presidente …

"Pomigliano, la rieducazione della fabbrica anarchica", di Alberto Statera

Nell´impianto napoletano il record nazionale di invalidi, il boom dei doppi lavori e un numero abnorme di furti e di sabotaggi La sfida di Marchionne allo stabilimento Fiat più assenteista e meno efficiente è visto come il simbolo di una nuova offensiva anti-operaia. Nel Palazzo dell’Orologio di questo confuso e accaldato borgo al confine partenopeo, dove tra alti strepiti si è appena consumata la frattura a sinistra tra la Cgil e l’ex costola della Fiom, tra sindacato contrattualista neocorporativo e sindacato antagonista, il pendolo rintocca fra tardo-fordismo e marchionismo, la nuova via italiana al toyotismo. Dice una pasionaria Fiom: Marchionne ha un po´ ragione ma noi non abbiamo scelta. Il laureato alla catena di montaggio: “Il carico di lavoro salirà fortemente” C´è chi parla di luddismo e favoleggia di una 159 montata con due sedili diversi Sergio Marchionne l´italo-canadese-svizzero accreditato fin qui da una pubblicistica piuttosto generosa di sentimenti socialdemocratici, se non proprio delle stimmate da erede di Adriano Olivetti e della fabbrica felice, è evidente che non disdegna le sfide. E, aspirante cavaliere senza …

"Gli inconsulti attacchi alla Consulta", di Enzo Costa

Quella dei pm di sinistra che per boicottare il centrodestra ne impugnano le leggi rinviandole alla Consulta che le boccia essendo di sinistra, la spara a tormentone: comiziando al vertice del Ppe a Bonn, tuonando all’assise di Federalberghi, sparlando sul web, imbonendo (ieri) all’assemblea di Confcommercio. La tecnica è la reiterazione ossessiva di un’affermazione, parole standard scandite con esibito trasporto, così da colorarle di autenticità e inevitabilità: della serie “Quando ci vuole, ci vuole”. Più le ripete con quella studiata esasperazione (è un maestro del vittimismo feroce), più suonano vere ficcandosi nella testa della “ggente”, facilmente penetrabile dai megafoni catodici. Una tesi opinabile, per usare un eufemismo, o ad essere espliciti basata su bugie diffamatorie (pm e Consulta che avversano e cancellano leggi per faziosità politica, e non perché sono leggi incostituzionali), diventa verità per moltissimi cittadini, disinformati dalle tv del Capo, spargitore del refrain. Se questa è la sperimentata tecnica di costruzione di una bufala, perché non opporvi una tecnica di decostruzione? Ci si limita all’automatismo di un generico sdegno per l’attacco alla magistratura, …

"L´illusione come metodo", di Massimo Riva

Prima comincio a costruire la fabbrica e dopo – soltanto dopo – lo Stato, la Regione o il Comune potrà controllare se la mia attività è in contrasto con qualche disposizione di legge. Questo, a quanto pare, il succo della proposta di modifica dell´articolo 41 della Costituzione che il Consiglio dei ministri ha oggi in programma di approvare e inviare al Parlamento. Il principio al quale sembra ispirarsi questa proposta è quello del riconoscimento a priori della buona fede di chi assume un´iniziativa economica e lo strumento che viene offerto al riguardo è quello della semplice autocertificazione. Questa rievocazione del «laissez faire» di settecentesca memoria rappresenta senz´altro un bel colpo di teatro da parte del già colbertiano Giulio Tremonti. Ma si stenta a capire il senso pratico di un simile tentativo di riforma della Costituzione. Le ambizioni scenografiche sono evidenti: un governo in chiara difficoltà su fronti caldi come la manovra e le intercettazioni cerca di distrarre l´attenzione dell´opinione pubblica con misure palesemente illusionistiche. È un metodo di governo consolidato da anni, per Berlusconi. Ma …

Lirica, Pd: decreto inutile e sbagliato, servono radicali modifiche

De Biasi: Bondi mantenga promesse, si apra a contributi esterni. “E’ un decreto inutile e sbagliato che non serve a migliorare la qualità delle fondazioni lirico sinfoniche e che ha l’unico intento di colpire i diritti dei lavoratori e accentrare la contrattazione rimettendola alla funzione pubblica”. Così la deputata democratica, componente della commissione Cultura della Camera, Emilia De Biasi sul decreto di riforma delle Fondazioni lirico sinfoniche che ha iniziato oggi il suo iter alla Camera. “Auspichiamo – aggiunge De Biasi – che il Governo mantenga la parola data e dimostri apertura e quindi tenga conto delle osservazioni e delle proposte dei gruppi parlamentari, del mondo della cultura e dello spettacolo. Per noi il testo deve essere profondamente modificato perché, allo stato attuale, è solo un insieme di norme che penalizzano un settore, com’è quello della lirica, che vede il nostro paese protagonista indiscusso in tutto il mondo. Intervenire senza cercare di superare i problemi esistenti e riconducendo tutto ad un computo contrattualistico è certamente la strada sbagliata”.