Giorno: 1 Luglio 2010

Nemmeno 1 euro (Newsletter n° 6 – giugno 2010)

Ci sono parole che sembrano scomparse dal discorso pubblico di questi ultimi tempi. Questa parole sono uguaglianza, equità, solidarietà. Eppure, sin dal secondo articolo della nostra Carta Costituzionale, la nostra Repubblica ha il compito di riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo “e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Ciononostante, i provvedimenti del Governo e l’ultima manovra finanziaria non hanno nulla di equo, come documentiamo con i link seguenti ai diversi post del sito. Facciamo un esempio a caso, sulla base degli ultimi redditi disponibili relativi al 2009, quando il nostro Presidente del Consiglio dichiarava un reddito pari a 23.057.981 di Euro. L’anno precedente era ‘appena’ di 14.532.538 (ma del resto si sa che gli affari del Premier, da quando è in politica, vanno sempre più a gonfie vele). Ebbene, un insegnante di scuola media in quell’anno guadagnava poco più di 20 mila Euro. Per raggiungere il reddito del Premier ci vogliono perciò circa 1150 insegnanti. Ognuno di questi 1150 insegnanti, a seguito della manovra e dei blocchi contrattuali, registrerà …

Contro la legge bavaglio sospendiamo i lavori per la riforma dell'Ordine dei giornalisti

In difesa della libertà dell’informazione e a sostegno della mobilitazione contro la “legge bavaglio” sulle intercettazioni telefoniche, i parlamentari del Partito Democratico membri della Commissione Cultura della Camera hanno deciso di sospendere la loro partecipazione ai lavori per la riforma dell’Ordine dei giornalisti. “In un momento in cui governo e maggioranza cercano di stravolgere ruoli, diritti e responsabilità degli operatori dell’informazione – dichiarano gli onorevoli Manuela Ghizzoni e Ricardo Franco Levi -, consideriamo che manchino le condizioni per un intervento condiviso sulla professione del giornalista. La decisione di bloccare il lavoro parlamentare sulla riforma dell’Ordine è segno e strumento del nostro impegno per la tutela della libertà dell’informazione”.

"La battaglia dei post-it", di Stefano Rodotà

La manifestazione di oggi, che da piazza Navona a Roma si diramerà in tante piazze italiane, assume un significato politico e una forza simbolica che la proiettano al di là di altre iniziative di opposizione al disegno di legge sulle intercettazioni. In quelle piazze si parlerà di tre bavagli: al lavoro della magistratura, al diritto all´informazione, alla cultura. È ormai chiaro, infatti, il legame stretto che unisce gli attacchi alla legalità, all´esistenza stessa di un´opinione pubblica vigile, alla formazione del sapere critico. Una strategia che va avanti da tempo e che si vuol far arrivare al suo momento finale, ad una conclusione che negherebbe alcuni dei fondamenti che consentono ad un Paese di poter continuare a definirsi democratico. Il presidente del Consiglio non ha mai nascosto la sua ostilità a qualsiasi forma di controllo del potere. E ora, dopo aver messo il Parlamento nella condizione di non nuocere, vuole liberarsi in un colpo solo dell´odiata magistratura, di un sistema dell´informazione contro il quale aizza i cittadini, delle istituzioni culturali (università, in primo luogo) affamate con …

"Gelmini ha nel mirino di nuovo la scuola media", di G.V.

Nei programmi del ministero dell’ Istruzione c’è anche quello di metter mano alla scuola media. «Se nel nostro paese c’è una dispersione scolastica molto alta, di 10 punti superiore alla media europea, questo – ha osservato Mariastella Gelmini ospite di Radio anch’io – questo ci deve allertare sulla necessità di ripensare il segmento della scuola media. È dimostrato da studi, fatti dal ministero ma anche da alcune fondazioni, che nella scuola media sono state introdotte molte materie ma si è persa di vista l’importanza di discipline fondamentali come l’italiano, la matematica e anche la lingua straniera. E questo – ha concluso il ministro – pone i ragazzi in una condizione di non sufficiente preparazione per poi affrontare le scuole superiori». Sarebbe da credere a Gelmini. Peccato che quel che dice è contraddetto dai fatti. Vuole fare studiare di più alle medie, italiano e le lingue, materie che poi taglia alle superiori. Nel passaggio possono diventare asini. Così sull’università. «Noi abbiamo cominciato a tagliare i corsi di laurea inutile, gli insegnamenti che non hanno ragion d’essere …

"L'indecenza istituzionale", di Massimo Giannini

I giuristi inglesi dell´800 sostenevano che ci sono solo due modi per governare una società: l´opinione pubblica e la spada. Con l´affondo sulla legge che limita le intercettazioni Silvio Berlusconi li sta pericolosamente sperimentando tutti e due. Impone il bavaglio ai mass-media, per evitare che i cittadini sappiano ciò che si muove dentro e intorno al potere politico. Dispone il blitz in Parlamento, per costringerlo a votare questa legge-vergogna prima della pausa estiva. Quanto accaduto alla Camera la dice lunga sullo stato di esaltazione e insieme di confusione che anima la maggioranza e il suo leader. C´è un presidente del Consiglio che alterna episodici momenti di ragionevolezza e drammatici sprazzi di dissennatezza. Ieri sono andati in scena i secondi: il premier ha voluto a tutti i costi che la conferenza dei capigruppo di Montecitorio calendarizzasse per il 29 luglio la discussione in aula del testo sulle intercettazioni. E ci è riuscito. Con il risultato, paradossale, che il dibattito sulla legge-bavaglio finirà per intrecciarsi a quello sulla manovra economica. Con buona pace degli appelli del presidente …

"Un anno dopo, Viareggo ricorda. Da Berlusconi soltanto silenzio", di Francesco Sangermano

La cosa migliore, forse, sarebbe stato mettere in atto la prima idea. Fare silenzio. E basta. Perché alla fine, da queste parti, ogni 29 del mese è una ferita aperta. E il dolore, invece, è una costante che si rinnova tutti i giorni. A ogni sibilo dei treni che continuano a correre attraverso il cuore della città. I convogli merci vanno più lenti, è vero. E ora c’è perfino il muro di cemento tra la massicciata e via Ponchielli che gli abitanti chiedevano da anni. Ma è troppo tardi. Ci fosse stato un anno fa, forse, non ci sarebbero state 32 vite da piangere e altre decine di esistenze segnate in maniera indelebile. Viareggio ha ricordato ieri la strage con una manifestazione in cui, come avevano chiesto i parenti delle vittime, i protagonisti sono stati solo e soltanto i cittadini. Dapprima, al mattino, con la cittadinanza italiana conferita a Ibtissam Ayad, la 22enne marocchina unica superstite della sua famiglia che ha così coronato «il sogno di mio padre», e il messaggio del presidente della Repubblica …

"La manovra rallenta i pendolari", di Michele Meta*

Si stanno per abbattere sul trasporto pubblico locale e sul diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini, ingiustificati e irresponsabili tagli che condanneranno senza appello milioni di pendolari a gravissimi disagi e disservizi. Il ministro Matteoli, purtroppo, persevera nell’errore di negare l’evidenza dei 3,5 miliardi di euro di tagli per il Trasporto pubblico locale (Tpl) previsti dalla Manovra, smentendo le stesse denunce dei Governatori e l’allarme lanciato, tra i primi, dal Presidente Formigoni. Rileviamo che il ministro dei Trasporti, invece di svolgere il suo ruolo e tentare di arginare i danni per la mobilità del Paese, in particolare per quella sostenibile su ferro che produce il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l’88 per cento in meno rispetto all’aereo, si preoccupa di altro e scarica sulla congiuntura economica e sulle Regioni la soluzione di problemi non più rinviabili. Questo governo ha smarrito il senso del servizio universale e del dovere di dare risposte ai 13 milioni di pendolari. Tutto ciò è ancor più vero se, per stessa ammissione di Matteoli, …